Seclì: il suo abitante si chiama “seclioto”?

Seclì: il suo abitante si chiama “seclioto”?

di Armando Polito   Se c’è un campo di formazione delle parole in cui regna l’anarchia ed è tutt’altro che agevole individuare la paternità, è quello degli etnonimi. Le differenze spesso sono sottilmente legate a vicende storiche intrecciantisi con evoluzioni fonetiche e suggestioni semantiche, il che, innocente all’inizio, finisce per assumere una valenza dispregiativa, se…

Dialetti salentini: milaffanti, metafora di guerra o di innocenza?

Dialetti salentini: milaffanti, metafora di guerra o di innocenza?

di Armando Polito L’associazione di particolari piatti a determinate ricorrenze è pratica che le diverse culture hanno messo in atto da tempo immemorabile. La globalizzazione e il consumismo, però, da qualche decennio la stanno cambiando inesorabilmente, e neppure lentamente, sicché fra poco, per fare un esempio, gusteremo in piena estate un dolce che in origine…

Dialetti salentini: ‘mbile (approfondimento etimologico)

Dialetti salentini: ‘mbile (approfondimento etimologico)

di Armando Polito Del tema mi ero già occupato in https://www.fondazioneterradotranto.it/2010/09/15/quella-bizzarra-terracotta-dal-collo-stretto/, ma a distanza di più di dieci anni lo riprendo, per una più precisa e  completa documentazione delle fonti. Non è necessario a chi ha interesse a leggermi sfruttare il link appena segnalato, anche perché le osservazioni più salienti di allora risultano qui imglobate….

Dialetti salentini … e non solo: pignata o pignatta?

Dialetti salentini … e non solo: pignata o pignatta?

  di Armando Polito Non avrei avuto nessun motivo per porre il dilemma se fossi stato disponibile ad accettare come corretta pignatta, a quanto registrano tutti i dizionari. Unica eccezione il GDLI (Grande dizionario della lingua italiana), che al lemma pignata e derivati rinvia a pignatta e derivati, dove all’inizio pignata è riportato tra le…

Nardò: Vora, un toponimo perduto?

Nardò: Vora, un toponimo perduto?

di Armando Polito È destino comune a tutti i toponimi di subire le cosiddette ingiurie del tempo, ma anche in questo caso i pesi e le misure non sempre sono equi. C’è, infatti, quello che si è conservato tale e quale (Roma), quello che è rimasto vittima di mutamenti fonetici più o meno imponenti, ma…

La rava e la fava

La rava e la fava

di Paolo Vincenti La fava -nome tecnico vicia faba – è una pianta leguminosa che dà ottimi frutti, ovvero legumi, molto apprezzati specie alle nostre latitudini. Non tutte le varietà di vicia faba sono alimentari, cioè quella che noi mangiamo è la variante major Harz., con semi grossi, 1000 semi di peso superiore a 1000 grammi,…

Dialetti salentini: ‘nzurfione, ovvero quando la tromba marina si tagliava

Dialetti salentini: ‘nzurfione, ovvero quando la tromba marina si tagliava

di Armando Polito Il dialetto spesso nelle sue similitudini è più poetico della lingua nazionale, anche quando, come nel caso di oggi, appare più legato ad aspetti, dettagli, oggetti, esseri della comune vita quotidiana. Così quella che in italiano è la tromba d’acqua o tromba marina, in dialetto neritino è zumfione (attestato pure per Aradeo,…

Dialetti salentini : “iata a” o “iat’a”?

Dialetti salentini : “iata a” o “iat’a”?

di Armando Polito Uno dei problemi ancora irrisolti dello studio dei dialetti riguarda la fase principale, cioè quella della trascrizione, dalla quale tutto muove. Pur tenendo conto delle difficoltà che nella raccolta del materiale orale sono connesse con differenze più o meno percettibili nella pronuncia, spetta allo studioso registrare e trattare il lemma senza, possibilmente,…

Dialetti salentini: fiata, fiatu, fiatare

Dialetti salentini: fiata, fiatu, fiatare

di Armando Polito     L’apparenza inganna e, infatti, le due prime voci non sono legate ad una differenza di genere e hon sono, nemmeno lontanamente, parenti. La prima, fiata, appartiene all’insospettabile schiera delle parole il cui uso è classificato nei vocabolari d’italiano come letterario , ma che, nonostante questa caratteristica nobiliare, sono tanto radicate…

Dialetti salentini : “iata a” o “iat’a”?

Dialetti salentini : “iata a” o “iat’a”?

di Armando Polito Uno dei problemi ancora irrisolti dello studio dei dialetti riguarda la fase principale, cioè quella della trascrizione, dalla quale tutto muove. Pur tenendo conto delle difficoltà che nella raccolta del materiale orale sono connesse con differenze più o meno percettibili nella pronuncia, spetta allo studioso registrare e trattare il lemma senza, possibilmente,…

Dialetti salentini: giuncare, giùnculu e risciuncare

Dialetti salentini: giuncare, giùnculu e risciuncare

di Armando Polito   Quando si opera un’indagine etimologica bisogna anzitutto considerare il significato della parola, compreso, eventualmente,  quello o quelli con slittamento metaforico, senza lasciarsi suggestionare più di tanto da sirene fonetiche, che, magari, indurrebbero a credere che due parole con più suoni in comune abbiano lo stesso etimo. Questa premessa non è casuale,…

Dialetti salentini: scilare

Dialetti salentini: scilare

di Armando Polito I cambiamenti climatici sono destinati ad influenzare pure la lingua, tant’è che non è difficile immaginare la rapida obsolescenza della voce dialettale del titolo e del suo esatto corrispondente italiano, che è gelare. Da notare nella voce dialettale l’esito sc– di g– seguito da e o da i, come in sciurnata/giornata (ma…

Dialetti salentini … e non solo: pignata o pignatta?

Dialetti salentini … e non solo: pignata o pignatta?

  di Armando Polito Non avrei avuto nessun motivo per porre il dilemma se fossi stato disponibile ad accettare come corretta pignatta, a quanto registrano tutti i dizionari. Unica eccezione il GDLI (Grande dizionario della lingua italiana), che al lemma pignata e derivati rinvia a pignatta e derivati, dove all’inizio pignata è riportato tra le…

Dialetti salentini: ‘sta

Dialetti salentini: ‘sta

di Armando Polito Supponiamo che tra i salentini sia indetto un referendum che ponga la domanda: Ritieni sto venendo traduzione letterale di Sta bbegnu?; immagino che la risposta positiva sarebbe univoca o, comunque, largamente dominante. E poi, non basterebbe l’autorevolezza del Rohlfs a confermarlo? A dire il vero, nella sua ancora fondamentale opera dedicata al…

Dialetti salentini: caissa e bancillera, due probabili, per quanto insospettabili, citazioni dotte? *

Dialetti salentini: caissa e bancillera, due probabili, per quanto insospettabili, citazioni dotte? *

di Armando Polito *Questo post sostituisce quello pubblicato per un equivoco nella stesura provvisoria il 17 u. s.     Succede, quando meno te lo aspetti, che nella memoria riaffiori il ricordo di un evento, di una persona, di una parola, anzi di due, come nel nostro caso. Nel corso di una piacevolissima conversazione tele un…

Dialetti salentini: caissa e baccillera, due probabili, per quanto insospettabili, citazioni dotte?

Dialetti salentini: caissa e baccillera, due probabili, per quanto insospettabili, citazioni dotte?

di Armando Polito Succede, quando meno te lo aspetti, che nella memoria riaffiori il ricordo di un evento, di una persona, di una parola, anzi di due, come nel nostro caso. Nel corso di una piacevolissima conversazione telefonica un amico (non dico il nome ma, leggendomi, lui capirà …), dopo che gli avevo chiesto conferma…

Dialetti salentini: peu e ‘bbunatu

Dialetti salentini: peu e ‘bbunatu

di Armando Polito   È fenomeno ricorrente in tutte le lingue quello di alcune voci, il cui significato ha subito, col passare del tempo e con l’intervento di fattori non sempre facilmente individuabili, un ribaltamento totale della valenza positiva o negativa (in senso etico) del significato originario. Così è stato per peu, usato nel dialetto…

Dialetti salentini: scarfisciatu e ‘nfitisciutu

Dialetti salentini: scarfisciatu e ‘nfitisciutu

di Armando Polito Per la poco gratificante serie1 delle voci salentine designanti una particolare puzza , oggi tocca a due altre componenti. Si sente fièzzu ti scarfuisciatu (Si sentee puzza di fermentato) e Si sente fièzzu ti ‘nfitisciùtu (Si sente puzza di imputridito) sono espressioni ricorrenti, la cui analisi inizia dall’elemento comune, cioè fièzzu. Fièzzu…

Dialetti salentini: lagnu

Dialetti salentini: lagnu

di Armando Polito     Dopo lientu,  del quale mi sono recentemente rioccupato1, è la volta di un altro omofono da aggiungere alla lista presente in calce a quel post. Confido nell’aiuto di qualche volenteroso lettore per individuare, al di là degli omofoni, altre voci del nostro dialetto designanti una puzza particolare. Mi rendo conto…

Dialetti salentini: lientu

Dialetti salentini: lientu

di Armando Polito   In linguistica l’omografo è  una parola che presenta, rispetto ad un’altra, la stessa grafia ma etimo, significato e talvolta pronuncia diversi.  Questo fenomeno non è estraneo al dialetto salentino1 e vi rientra, tra molti altri, anche lièntu, del quale mi sono occupato già più di dodici anni fa con un post…

Dialetti salentini: cacanìtulu

Dialetti salentini: cacanìtulu

di Armando Polito Il nido, si sa, non è dotato di servizi igienici e un unico ambiente funge contemporaneamente da soggiorno, stanza da pranzo e bagno. Quando si schiudono le uova, sono i genitori a provvedere alla periodica pulizia del nido per tutto il tempo, relativamente breve, in cui gli uccellini non sono in grado…

Pane, casu e ònguli è manciata te galantòmmini

Pane, casu e ònguli è manciata te galantòmmini

di Marino Miccoli E’ arrivato il tempo della maturazione di un apprezzato legume in baccello che nel nostro amato Salento si degusta quando è ancora tenero, spesso accompagnato deliziosamente con pane e formaggio fresco: le fave. Un noto proverbio infatti recita PANE, CASU E ONGULI E’ MANCIATA DE GALANTOMMINI! Ma vi scrivo per raccontarvi un divertente …

Uno sguardo alle prime scriptae salentine

Uno sguardo alle prime scriptae salentine

di Giammarco Simone Introduzione Per introdurre il tema del presente articolo, vorrei partire dalla definizione di ‘linguaggio’ del vocabolario Treccani, secondo cui esso è “la capacità e la facoltà, peculiare degli esseri umani, di comunicare pensieri, esprimere sentimenti, e in genere di informare altri esseri sulla propria realtà interiore o sulla realtà esterna, per mezzo…

Il presente del verbo ‘essere’

Il presente del verbo ‘essere’

di Giammarco Simone Analogamente a quanto fatto con il verbo ‘avere’, adesso l’attenzione si sposta sul verbo ‘essere’. Anche qui, la diversità linguistica del dialetto salentino è oggetto di analisi, in quanto esistono varie forme verbali dipendenti dalla zona geografica di riferimento. Per questo studio, ricorre la Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi…

Rocco Cataldi, poeta dialettale parabitano

Rocco Cataldi, poeta dialettale parabitano

di Paolo Vincenti “Parabbita è chiantata su n’artura / e se standicchia janca cu lle vie / te menzu monte finu a lla npianura / tra fiche, ficalindie e tra l’ulie /”. Quando questi versi furono pubblicati, il loro autore, Rocco Cataldi, non era ancora diventato il poeta dialettale parabitano da tutti riconosciuto e apprezzato. Questi…

Osvaldo Giannì e la poesia popolare salentina

Osvaldo Giannì e la poesia popolare salentina

di Paolo Vincenti Studioso competente quanto umile, seppe interpretare il proprio operare culturale come un servizio, nel senso più alto e nobile del termine. Non cercava le luci della ribalta, era uomo estraneo a certi protagonismi, del tutto immune alle lusinghe che l’ambiente letterario sa dispensare ai suoi protagonisti. Parliamo del professor Osvaldo Giannì, a…

Dialetto salentino. Il presente del verbo “avere”

Dialetto salentino. Il presente del verbo “avere”

di Giammarco Simone Il dialetto salentino ammette una diversità linguistica molto interessante da studiare e da conoscere, la quale si riflette non solo sulle parole e il loro significato ma anche su alcuni aspetti linguistici meno presi in considerazione ma sui quali è utile spenderci alcune riflessioni. Stiamo parlando delle forme verbali. In questo breve…

Vocalismo e consonantismo nel dialetto salentino

Vocalismo e consonantismo nel dialetto salentino

di Giammarco Simone Il dialetto salentino conosciuto e parlato al giorno d’oggi ha avuto un secolare  processo di nascita e di affermazione durante il quale ha assorbito nella sua struttura linguistica i tratti tipici delle parlate e delle lingue delle diverse popolazioni che hanno abitato ed occupato la penisola salentina. Da madrelingua salentino, alcune delle…

Dialetti salentini: “bisunìe” e “cònsulu”

Dialetti salentini: “bisunìe” e “cònsulu”

di Armando Polito Entrambe le voci designano il pranzo che i vicini di casa, amici o parenti mandano alla famiglia del defunto nel giorno del funerale. Esse, se testimoniano il senso di solidarietà della nostra gente, non sono però territorialmente scambiabili nell’uso, in quanto sopravvivono (per quanto tempo ancora?…) in aree diverse e il fenomeno…

Scatta e crepa Scinnaru!

Scatta e crepa Scinnaru!

  di Marino Miccoli Mia nonna materna Addolorata Polimeno, macellaia o meglio uccéra a Spongano sin dai primi anni del ‘900, era un vero e proprio archivio di cultura e saggezza popolare, che aveva recepito e poi tramandato oralmente ai suoi discendenti. Tra i tanti stornelli e culacchi che mi ha narrato in dialetto sponganese…

Dialetti salentini: ‘ddumare

Dialetti salentini: ‘ddumare

di Armando Polito Usato col significato di accendere, nasce per aferesi da un precedente addumare, che ha l’esatto corrispondente formale nell’italiano letterario allumare usato col significato di illuminare, rischiarare) e nel regionale centrale con quello di guardare. Per completezza va ricordato che in italiano esiste anche l’omografo allumare, usato col significato di trattare con allume,…

Dialetti salentini: gliòne, tàccari e asche

Dialetti salentini: gliòne, tàccari e asche

di Armando Polito È tempo, per chi ha la fortuna di avere un camino, di fare la provvista di legna da ardere, anche se i capricci meteorologici figli del cambiamento climatico ci costringeranno a breve a tenerlo spento in inverno e, forse, qualche giorno acceso in estate. Questo post non sarebbe nato, se non avessi…

Dialetti salentini: “pete” e derivati

Dialetti salentini: “pete” e derivati

di Armando Polito – Ne ha fatta di strada l’Umanità! – si sente spesso dire, ma sarebbe opportuno chiedersi se altrettanta ne ha fatta la nostra umanità. Credo che le due immagini di testa (separate cronologicamente da cinque millenni e mezzo) la dicono lunga, soprattutto se operiamo una parallela contrapposizione con un’altra coppia in cui…

Dialetti salentini: “mùsciu”

Dialetti salentini: “mùsciu”

di Armando Polito * Sarò contento quando finirai di perdere tempo in sciocchezze e andrai a comprarmi le crocchette, che sono quasi finite.   Correva l’anno 2000 ed il sottoscritto, ad un anno dalla pensione, non aveva perso l’atavico vizio di infarcire le sue lezioni, oltre che di riferimenti all’attualità,  con le etimologie, pure di…

Dialetti salentini: “sine” e “none”

Dialetti salentini: “sine” e “none”

di Armando Polito Nell’era del poco tempo riservato alla riflessione, qual è la nostra. probabilmente sono gli avverbi più usati. Troppo dispendioso di tempo ed energie mentali, infatti, risulta alla gente comune articolare una risposta non secca, positiva o negativa ad una domanda, come se tutta la verità o, se preferite, il mistero della vita…

Dialetti salentini: spichettu

Dialetti salentini: spichettu

di Armando Polito La voce è usata da tempo solo nella locuzione trasire ti spichettu, corrispondente all’italiana entrare di straforo, intrufolarsi. Essa trae origine dal lessico sartoriale, in cui spichetto è sinonimo di gherone (dal germanico gairo=punta del giavellotto), lembo triangolare di stoffa applicato in passato (quando anziché buttare si adattava …)  alle cuciture laterali…

Dialetti salentini : benettanima e cancarena

Dialetti salentini : benettanima e cancarena

di Armando Polito Se dovessi sintetizzare con un’espressione semplice e da tutti comprensibile  le caratteristiche che per motivi opposti contraddistinguono i due vocaboli, potrei direi che c’è chi perde e c’è chi acquista. Nel nostro caso in linguistica il primo fenomeno si chiama sincope, il secondo epentesi. Benettanima è ciò che resta, addirittura, di un’originaria…

Dialetti salentini: ‘mpiticunare

Dialetti salentini: ‘mpiticunare

di Armando Polito Appartiene alla vastissima serie di vocaboli legati alla civiltà contadina e perciò il primo che l’inventò ed i successivi utenti a loro insaputa utilizzarono quella figura retorica che si chiama similitudine. Ora che la civiltà contadina non è più in contrapposizione rispetto a quella che in passato poteva essere chiamata “dotta” e…

Dialetti salentini: piticinu

Dialetti salentini: piticinu

di Armando Polito Il corrispondente italiano è peduncolo e con esso condivide la base etimologica, cioè il latino pes (pedis al genitivo), che vuol dire piede. A questa base risulta aggiunto un suffisso diverso: in peduncolo il suffisso è -uncolo, che ha valore diminutivo, a volte con connotazione peggiorativa, come in foruncolo (da una base…

Dialetti salentini: ‘nduccicare

Dialetti salentini: ‘nduccicare

di Armando Polito Tamme nna manu cu ‘ndòccicu lu lanzulu! (Dammi una mano per piegare il lenzuolo!). Nell’era dell’usa e getta, non solo in riferimento alle lenzuola, ma anche a tovaglie e tovaglioli monouso, l’invito, normale fino a qualche decennio fa, rischia di diventare un pittoresco ricordo, a meno che non ci sia una rapida…

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