La Terra d’Otranto ieri e oggi (5/14: CASTELLANETA)

di Armando Polito

Il toponimo

L’umanista di Leverano Girolamo Marciano (1571-1628) nell’opera postuma Descrizione, origine e successi della provincia d’Otranto uscita la prima volta per i tipi della Stamperia dell’Iride a Napoli nel 1855 (pag. 436): Più oltre miglia tre è la città di Castellaneta, la quale nei tempi antichi si chiamava Castanea, Castanum, e Castanetum, appresso fu detta Castrum Lilium, Castrum Munitum, e finalmente, corrottosi il nome, Castellanitum, e Castellanetum. (pag. 437): Stefano, autor Greco, la chiama Castanea, così dicendo: Ἔστι καὶ Καστανία, διὰ τοῦ ι, πόλις πλησίον Τάραντος, cioè: Est et Castania per i Urbs prope Tarentum … Discacciati i Goti dalla provincia, fu di nuovo riedificata nella sua piccola forma che oggi si vede da Lilio famoso capitano di Giustiniano Imperadore, e nomata Castrum Lilium, e Castrum Munitum, e col tempo corrottosi il nome, Castellanitum e Castellanetum.

Cercherò ora di mettere un po’ di ordine in questa trattazione a prima vista piuttosto confusa. Secondo il Morciano la forma più antica è Castanea (da leggere Castànea o Castanèa?; lo vedremo dopo) trascrizione latina del Καστανία del grammatico greco Stefano di Bisanzio (fine del V secolo d. C.), autore di Ethnikà, opera dalla quale (edizione August Meinek, Reimer, Berlino, 1849, v. I, pag. 366) riporto, traduco e commento l’intera glossa: Κασταναία, [πόλις Θετταλίας.] Εὔδοξος δὲ διὰ τοῦ Θ φησί. [Λυκόφρον] “καὶ Κασταναίαν ἀκτέριστον ὲν πέτραις”. Τὸ ἐθνικνὸν Κασταναῖος. Ἔστι καὶ Καστανία διὰ τοῦ ι πόλις πλησίον Τάραντος. Τὸ ἐθνικνὸν Καστανιάτης.

Traduzione: Castanàia, [città di Tessaglia.]Eudosso invece dice (che si scrive) col Θ. [Licofrone] “e Castanàia sopraelevatissima tra le rocce”. L’etnico (è) Castanàio. C’è anche Castanìa (scritta) con la ι, città vicino Taranto. L’etnico (è) Castaniàte.

Lasciando da parte la città della Tessaglia, Morciano rende, dunque, con il latino Castanea il greco Καστανία. Ritorno sul problema dell’accento di Castanea che avevo lasciato in sospeso dicendo che, se dovessimo rispettare l’accento greco, dovremmo leggere Castanèa (da un più fedele, rispetto all’originale greco, Castanìa), se quello latino Castànea (da Castània), come succede per l’italiano filosofia che segue l’accento dell’originale greco (φιλοσοφία) e non della sua trascrizione latina (philosòphia).

Qualunque sia l’accento, la parola in questione potrebbe essere connessa con il nome comune κασταναία (leggi castanàia) che significa castagna e ci potrebbe essere l’allusione, tanto per la città greca quanto per la nostra, ad un bosco di castagni. Il Morciano non lo dice espressamente ma non credo sia casuale il fatto che abbia messo insieme Castanea, Castanum e Castanetum1, ben separati dai successivi, anche in senso cronologico, Castrum Lilium, Castrum Munitum, Castellanitum e Castellanetum.

Soffermerò ora la mia attenzione su questo secondo gruppo. Messo da parte il presunto bosco di castagni, qui il protagonista è diventato Lilio il cui ricordo nel toponimo sembra sbiadire col passare del tempo: prima Castrum Lilium (Fortezza Lilio), poi Castrum Munitum (Fortezza ben dotata) e poi, sostituito castrum con il suo diminutivo castellum, Castellanitum e Castellanetum.

Il primo gruppo comporterebbe un’origine greca forse antica del toponimo, il secondo un’origine latina e più recente e, anche se Castrum Lilium venne realmente costruita sulle rovine di Castanea, il Cast– in comune, per quanto ho detto, sarebbe assolutamente casuale.

Ai toponimi tramandatici dal Morciano e quale probabile padre di Castellaneta va aggiunto il Castrum Aneti attestato in Guglielmo Apulo (XI-XII secolo), Gesta Roberti Wiscardi, III, 673-678:

Non sine militibus multis petit ipse Tarentum;/protinus obsessum terraque marique recepit./Hinc positis castris Castellum victor Aneti/obsidet. Inde Petrum comitem miserabilis angit/anxietas, quia visa duci fortuna favere/est inimica sibi, pacem veniamque requirit./Dux per legatos, quos miserat ille, relegat,/ut sibi cum Trano Castellum donet Aneti;/ni dabit ista, frui non pace merebitur eius.

(Non senza molti soldati egli  [Roberto il Guiscardo] marcia alla volta di Taranto; subito la riconquista dopo averla assediata per mare e per terra. Qui il vincitore, posto l’accampamento, assedia il Castello di Aneto. Poi una miserevole ansia tormenta il conte Pietro [Pietro II] e poiché sembra che la fortuna, a lui ostile, arrida al duca, chiede la pace e il perdono. Il duca tramite gli ambasciatori che gli aveva mandato gli ordina di donargli con Trani  il Castello di Aneto; se non glieli darà non meriterà di godere della sua pace)

Quest’ultima testimonianza complica ulteriormente le cose perché se Aneto è da intendersi come nome comune (è irrilevante il fatto che nel codice compaia con l’iniziale maiuscola e che in latino aneto sia anethum, dal greco ἄνηθον?), vale a dire quello dell’essenza vegetale simile al finocchio, Castellaneta potrebbe essere in connessione con la sua abbondanza in loco, almeno nel passato.

Pacichelli (A, pag. 164)

Pacichelli (C, anno 1686 e 1687)

Ubbidisce Acquaviva al Prencipe Mari Genovese, padrone anche della terra di Gioia, pocomen che infelice, e della città di Castellaneta, feconda di manna, pece, incenso, olivi et altri doni di natura, mal però fabricata.

Di buon’ora, dopo dodeci miglia, mi raffrescai alla Regal Cavallerizza in Avignone e in casa del marchese di Sant’Eramo Caracciolo, regalato di vino e frutta da Don Gioseppe, suo cappellano. Per altre 18 la sera all’occhio di Castellaneta, città del Principe di Acquaviva, con infelici fabriche quasi alle falde di un colle.

immagine tratta ed adattata da Google Maps
immagine tratta ed adattata da Google Maps
immagine tratta da http://it.wikipedia.org/wiki/File:Paese_vecchio.jpg
immagine tratta da http://it.wikipedia.org/wiki/File:Paese_vecchio.jpg

1   Duomo/Cattedrale o Chiesa di S. Nicola (mappa/http://it.wikipedia.org/wiki/File:Cattedrale-cast.jpg)

2 Palazzo del Vescovo (mappa/http://it.wikipedia.org/wiki/File:Palazzo_Vescovile.jpg)

3 Palazzo del Barone (mappa/http://it.wikipedia.org/wiki/File:Palazzo_Baronale.jpg)

 

4  S. Chiara/via V. Emanuele 115-117 (mappa/immagine tratta ed adattata da Google Maps)

Chi avrebbe immaginato (tantomeno le dirette interessate…) che il ricordo della presenza delle Clarisse qui sarebbe stato offuscato dal Museo dedicato a Rodolfo Valentino (1895-1926)? Sull’argomento: https://www.fondazioneterradotranto.it/2013/09/11/rodolfo-valentino-e-s-chiara/

 

5   S. Domenico (mappa/http://it.wikipedia.org/wiki/File:Chiesa_S._Domenico.jpg)

 

9   Cappuccini/S. Francesco (mappa/immagine tratta ed adattata da Google Maps)

 

10    S. Michele (mappa/http://it.wikipedia.org/wiki/File:Chiesa_S._Michele.jpg)

 

11  S. Maria del pesco/S. Maria del pesco o Maria Santissima Assunta o Santa Maria della Luce (mappa/http://it.wikipedia.org/wiki/File:Chiesa_dell%27Assunta.jpg)

 

12    Madonna del soccorso/Madonna dell’aiuto (mappa/http://it.wikipedia.org/wiki/File:Chiesa_Madonna_dell%27Aiuto.jpg)

 

Nell’ordine: (dalla mappa) gli stemmi delle famiglie De Mari e Doria; Carlo I De Mari (1624-1697) aveva sposato nel 1653 Geronima Doria e nel 1666 aveva acquistato Castellaneta che alla sua morte passerà al figlio Carlo II; (da http://it.wikipedia.org/wiki/File:Castellaneta-Stemma.png) lo stemma attuale.

(CONTINUA)

Prima parte: https://www.fondazioneterradotranto.it/2013/12/19/la-terra-dotranto-ieri-e-oggi-114-presentazione/

Seconda parte: https://www.fondazioneterradotranto.it/2013/12/23/la-terra-dotranto-ieri-e-oggi-214-alessano/

Terza parte: https://www.fondazioneterradotranto.it/2014/01/05/la-terra-dotranto-ieri-e-oggi-314-brindisi/

Quarta parte: https://www.fondazioneterradotranto.it/2014/01/09/la-terra-dotranto-ieri-414-carpignano/

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1 Il lettore avrà notato che il Morciano non cita le fonti da cui ha probabilmente tratto i toponimi. Scoprirlo è impresa ardua e posso dire solo che Castanetum ricorre nel Chronicon breve Northmannicum de rebus in Iapygia et Apulia gestis in Graecos (1041-1085) di ignoto autore  (cito dall’edizione del Muratori tratta da un codice, probabilmente degli inizi del XVI secolo, dell’archivio della curia vescovile di Nardò, nella Patrologia del Migne serie II tomo CXLIX, 1853, colonne 1085 e 1086 ):

Anno 1064. Robertus comes cepit Materam in mense Aprili; et mense Junio Goffridus comes comprehendit Castanetum. Et mense Septembri mortuus est Malgerus comes, et deinde mortuus est in Tarento Guilielmus comes eius. Anno 1067. Mabrica cum exercitu magno Graecorum fugavit Northmannos, et iterum intravit Brundisium, et Tarentum. Postea ascendit super Castanetum, et recepit eam.

(Nell’anno 1064 il conte Roberto prese Matera nel mese di aprile; e nel mese di giugno il conte Goffredo prese Castaneto. E nel mese di settembre morì il conte Malgero e poi morì in Taranto il suo conte Guglielmo. Nell’anno 1067 Mabrica con un grande esercito di greci mise in fuga i Normanni e di nuovo entrò in Brindisi e Taranto. Poi salì su Castaneto e la riconquistò).

Anno 1080. Robertus dux intravit iterum Tarentum, et Castanetum.

(Nell’anno 1080 il duca Roberto entrò di nuovo in Taranto e Castaneto).

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