La Madonna del Pane di Novoli

Tra Storia e Devozione

Fonti iconografiche sul culto della Madonna del Pane di Novoli

 

di Gilberto Spagnolo

Le immagini che qui di seguito vengono descritte sono le fonti iconografiche più rappresentative del culto della Madonna del Pane di Novoli. Poco conosciute dai Novolesi, come le «cuneddre» le edicole sacre e i manufatti in terracotta e cartapesta, sono i «testimoni religiosi» della grande devozione di un tempo.

La “Matonna noscia” (cioè del Pane), secondo un censimento di Gino Franco, compare infatti, in ventinove edicole (delle 39 dedicate alla Madonna esistenti) sparse un po’ dovunque sia in paese che nel territorio circostante. È un aspetto questo certamente da non sottovalutare o trascurare per meglio definire o capire la “portata storica”, le fondamenta su cui fu costruita tale devozione. Tralasciando perciò le questioni di carattere puramente religioso sollevate in questi ultimi tempi, si riportano su di esse i dati che sono stati in parte pubblicati in una ricerca precedente (“La Giuanna Noscia” numero unico 20 luglio 1986). Vengono ora riproposti, in questa sede, riveduti ed ampliati, allo scopo di permetterne una maggiore diffusione.

 

Incisione originale dell’artista napoletano Filippo Morghen su disegno del pittore Giovanni Grassi di Lecce commissionata dal Comune di Novoli (coll. privata).

 

Figura 1. È un affresco datato «A.D. 1822», non firmato che faceva parte di una «cuneddra» situata in via Moline al n. 41. In seguito ai lavori di ristrutturazione dell’abitazione presso cui l’edicola era ubicata, di proprietà della famiglia Parlangeli-Miglietta Sozzo, l’affresco in condizioni precarie, fu allora diligentemente, per fortuna dei Novolesi, staccato dal muro e poi splendidamente restaurato dal prof. Luca di Noia di Bari nel 1976. Il prezioso affresco sfuggito miracolosamente all’azione del tempo e degli uomini è di notevole importanza storica poiché è la più antica testimonianza iconografica datata del miracolo del 1707. Esso riproduce la Madonna di Costantinopoli o dell’Odegitria che dona il pane alla Giovanna, quella Madonna che secondo l’antica tradizione si trovava affrescata su di un muro tufaceo posto di fronte alla, allora, piccola chiesa, meta dei devoti dei centri vicini ed ora inserita nella bellissima custodia di «cherubini» sull’altare maggiore. Il culto dell’Odegitria, come è noto, venne diffuso in Puglia e in Calabria dai monaci orientali detti impropriamente basiliani sin dal secolo VII durante la persecuzione iconoclasta. È detta dell’Odegitria perché l’immagine archetipa, secondo la tradizione dipinta da san Luca, fu portata dall’imperatrice Pulcheria nella chiesa che in Costantinopoli sorgeva sulla strada principale detta Odos per la quale passavano i trionfatori. (Un altro affresco della Madonna di Costantinopoli molto più importante, perché risalente al XIV secolo, il più antico di quelli conosciuti, si trova nella chiesa dell’Immacolata).

Figura 1. Novoli. Affresco datato 1822 di autore ignoto in Via Moline al n. 41 (proprietà fa-miglia Parlangeli-Miglietta Sozzo).

 

L’affresco di via Moline, di cm. 104×60 s’adagia su uno spesso intonaco, con qualche screpolatura e frattura e con i colori in parte sbiaditi. La Vergine di prospetto, indossa un manto azzurro, tirato sul capo, che lascia scoperti la fronte, parte dei capelli e la tunica di colore rosso. Con il braccio sinistro sorregge il Bambino in tunica bianca e in posizione eretta (poggia i piedi su un cuscino) dai capelli bruni, che sembra volgere il viso paffuto verso la madre. Il Bambino stringe nella mano sinistra il volumen mentre con la destra benedice, tenendo aperte due sole dita, l’indice e il medio. Entrambi hanno il capo adornato (anche se si vede appena) da un Nimbo cioè da un’aureola di luce. L’aureola e il volumen sono elementi che completano la divinità del bambino poiché la prima simboleggia la luce che brilla fra le tenebre, il secondo, cioè il volumen o rotula, la sua onnipotenza di legislatore. La benedizione con due sole dita, indice e medio, indica che in Gesù Cristo vi sono due nature, la divina e l’umana. La Vergine con la mano destra porge, invece, il Pane miracoloso alla Giovanna posta più in basso dove l’affresco si presenta più rovinato. I capelli della popolana novolese dalle sopracciglia lunghissime e marcate, sono raccolti parte in crocchia sulla parte posteriore della testa e parte lasciati ricadere sul collo come una treccia. La Giuanna indossa una camicia di colore marrone, con un’ampia scollatura e con la manica (quella della mano destra che riceve il pane) rivoltata sopra una gonna, ci sembra, di colore bianco. L’affresco pur avendo una certa luminosità un po’ compromessa dagli anni, non presenta delicata finezza nel disegno e morbidità di colori fini e puri e impasti, ma è certamente, per quello che si è detto, poc’anzi, un documento eccezionale.

Secondo Alessandro Laporta l’affresco raffigura “la Madonna di Leuca” in un’esecuzione “che se pure non nasconde un certo tono popolare ha tuttavia in pari qualità un’innegabile raffinatezza” accresciuta dalla figura femminile inginocchiata in basso, sicuramente la devota o la miracolata dalla Vergine, se l’episodio è da classificarsi tra gli ex-voto.

L’amico Alessandro non me ne vorrà, ma, a nostro parere, è certamente la Madonna di Costantinopoli ad essere rappresentata. A sostegno di ciò ne segnaliamo la probabile fonte dell’anonimo esecutore.

L’affresco, da alcune ricerche effettuate riproduce, infatti, quasi fedelmente, con alcune varianti, quello della Madonna dell’Odegitria o Madonna di Costantinopoli (databile al XV secolo) presente al centro della parete dell’abside nella chiesa di S. Maria Odegitria o “dell’Itria” di Galatone, in via Tunisi, ex via Itri, di congiungimento tra i feudi di Fulcignano e Galatone. Questo affresco di Galatone (alto m. 1,30 e largo m. 1, raffigura la Madonna con in braccio il bambino e, un poco più in basso a sinistra, Sant’Eligio vescovo con davanti a sé, alla sua sinistra un cavallo (infatti egli è il protettore degli animali) una colonna e sullo sfondo una chiesetta che si erge in mezzo ad un paesaggio agreste piuttosto circoscritto e una serie di nuvole sparse in modo difforme. Nell’affresco di Novoli, l’anonimo pittore ha solo e semplicemente sostituito Sant’Eligio, il cavallo e il paesaggio con la figura della Giovanna modificando la figura della Vergine solo nella mano destra che anziché abbracciare il bambino le porge, invece, il pane miracoloso. Sia nell’affresco di Novoli che in quello di Galatone, in particolare, il corpo della Vergine non ha, come si può notare, forme esili e graziate, ma bensì quelle più popolari, ovvero quelle tondeggianti di una madre procreatrice. Credo sia più attendibile la derivazione dell’affresco di Novoli da quello di Galatone anzichè dalla Madonna di Leuca (per la quale, secondo il Laporta, è stato usato un certificato di comunione come fonte iconografica dall’anonimo frescante).

L’affresco novolese è opera, forse, di un artista locale.

 

Figura 2. Novoli. Affresco datato 1856 di autore ignoto presso lo studio degli architetti Tonio Roma e Carlo Leaci in via S. Antonio n. 6.

 

Figura 2. Affresco che trovasi, invece, al piano superiore di un’abitazione al numero 6 di via sant’Antonio, un tempo di proprietà di Ernesto De Tommasi ed ora dello Studio degli architetti Tonio Roma e Carlo Leaci. Esso ripropone, rispetto al precedente, l’ico­nografia ufficiale e più famosa del miracolo, quella cioè del pittore Giovanni Grassi di Lecce poi incisa su lamiera dall’artista napoletano Filippo Morghen, il tutto commissionato per devozione del1’intero Comune di Novoli nel 1839 (questo secondo il Tarantini, ma considerati i riscontri biografici su Raffaello Morghen e Giovanni Grassi Senior, probabilmente deve trattarsi del 1809, data indicata, forse, non correttamente dallo stesso Tarantini).

Il Grassi, come ha accennato Laporta, è certamente il pittore di Campi nato probabilmente negli anni 1735-45, sposato con la novolese Rosa Guerrieri. I due diedero alla luce a Campi il figlio maschio Francesco Saverio. Il Morghen, tra i migliori artisti che frequentarono William Hamilton a Napoli, era nato a Firenze nel 1730 e morì dopo il 1807.

Era fratello di un artista e anche i suoi figli “rivelarono la stessa vocazione ed eccelsero particolarmente come incisori”.

I capelli della Giuanna anche in questo affresco (che copia il Grassi) sono raccolti parte in crocchia sull’occipite e parte lasciati ricadere sul collo. Il petto e le spalle sono invece ricoperte da un fazzoletto bianco, lo spallazzo, che, ripiegato a triangolo, viene adattato sulle spalle con il vertice più ampio, mentre davanti si presenta sul petto a modo di tracolla. Sulla lunga gonna nera pende poi il bianco e caratteristico «tamantile». La Vergine indossa una tunica bianca con numerose volute. Tirato sul capo (adornato dal nimbo) vi è un velo giallo che lascia scoperti interamente la fronte e parte dei capelli. Sul braccio sinistro che indica sullo sfondo la chiesa matrice di Novoli, vi è un manto azzurro, mentre alle spalle della Vergine s’erge un albero rigoglioso (forse di quercia). La Madonna calza dei sandali mentre la Giovanna ha i piedi completamente nudi, in movimento su un terreno ricco di vegetazione.

In basso, fuori dalla cornice in cui è racchiuso l’affresco che presenta numerose macchie d’umidità e corrosioni la legenda «Maria SS. di Costantinopoli A. D. 1856».

Le figure hanno movenze e sguardi espressivi e un buon rilievo di masse con buoni effetti d’ombra. L’affresco, opera forse di un artista locale, è certamente uno dei primi eseguiti subito dopo il disegno del Grassi poi inciso dal Morghen.

 

Figura 3. Novoli. Affresco di autore ignoto non datato nel Palazzo Tarantini in Via Pendino n. 6 (abitazione della famiglia di Mario Arnesano).

 

Figura 3. Affresco di dimensioni notevoli stupendo per maestosità e delicatezza di colore che ricalca perfettamente in ogni particolare (forme e colori) il precedente, riproponendo il disegno del Grassi.

Si trova nell’abitazione della famiglia di Mario Arnesano, al n° 6 di via Pendino «palazzo Tarantini».

L’affresco che presenta macchie d’umidità ed abrasioni, poiché rappresenta fedelmente l’iconografia ufficiale, è certamente posteriore (pur non avendo data e firma) alla data indicata dal Tarantini. Inoltre, trovandosi nel palazzo di questa famiglia, si può ipotizzare che sia stato commissionato dal rev. don Vincenzo Tarantini (1812-1875) a qualche pittore locale.

 

Figura 4. Novoli. Dipinto a olio su tela di autore ignoto presso l’abitazione della famiglia di Francesco Russo, non datato e in Via Pendino n. 120.

 

Figura 4. A differenza delle precedenti, l’illustrazione riproduce un particolare dipinto (olio su tela), meravigliosamente racchiuso in una splendida cornice d’oro d’epoca, un vero e proprio gioiello pittorico per come l’artista di validità ed esperienza, ha saputo armonizzare perfettamente figure e colori, suscitando nell’osservatore, per la sua straordinaria bellezza, stupore e meraviglia. Da un attento esame dell’opera che non presenta, purtroppo, dati utili per una possibile datazione ed attribuzione si può affermare che l’anonimo artista si sia ispirato all’incisione del Morghen (vedi la posizione delle figure, i costumi, il campanile sullo sfondo a destra), dando però una sostanziale impronta personale; l’opera è perciò posteriore a quella fatta realizzare dal Comune. Rispetto alla solita iconografia essa si differenzia per il Nimbo, ovvero per l’aureola formata da uno stuolo di «cherubini» e per il costume della Giuanna di colore rosso scuro, con il candido tamantile e con lo spallaccio anziché bianco, a strisce orizzontali e verticali blu ed arancioni; infine per il velo della vergine bianco rispetto ai precedenti di colore giallo.

I capelli della Giovanna sono, inoltre, completamente avvolti sull’occipite, mentre alle spalle della Madonna, il pittore, forse per far posto all’aureola, ha dipinto dell’albero inciso dal Morghen, solo le sue rigogliose fronde, eliminando il tronco. Sullo sfondo poi a destra s’intravede solo il campanile e parte della cupola. Il pittore, rispetto agli artisti precedenti, ha forse meglio reso il senso della visione miracolosa in particolare per l’aureola che maggiormente esprime della Vergine la sua Natura Divina. Colpiscono anche nell’insieme i lineamenti delicati e fanciulleschi delle due figure, in particolare, della Giuanna completamente diversi rispetto a quelli un po’ più tozzi e assai marcati proposti dal Grassi e incisi dal Morghen. Il quadro è di proprietà della famiglia di Francesco Russo la cui abitazione (anticamente abitata dai sacerdoti Abramo e Isacco Russo) è sita in via Pendino al n. 120. Esso è parte integrante di un antico mobile che fungeva da altare, dotato di pietra sacra e di cassetti per i paramenti sacri. Come si è già detto non presenta né data e né firma e né gli attuali proprietari sono in grado di fornire elementi utili al riguardo. È opera di qualche artista locale?

Attualmente è ancora difficile sostenerlo.

C’è da dire comunque che nella prima metà dell’Ottocento operava in Novoli il «sacerdote pittore» P. Giuseppe Spagnolo, già minimo di S. Francesco di Paola. Egli dopo l’invasione napoleonica riparò presso il venerabile Vincenzo Morelli, arcivescovo di Otranto (Lecce 1741 – Sternatia 1812) che lo volle suo confessore. Divenne arciprete di Novoli reggendo la Chiesa, come risulta dai documenti parrocchiali, dal 1833 al 1856. Presso le signorine Graziuso fu Nicola, sue nipoti, si conservavano ancora due opere a olio, una delle quali, definita dal Franchini assai interessante, rappresentava il ritratto da morto del ven. V. Morelli. Tutti questi elementi portano perciò a non escludere, secondo noi, che a realizzare quest’olio dalle dimensioni di cm 65×50 sia stato proprio lo Spagnolo. Altra ipotesi è la possibile attribuzione al pittore Giovanni Stano (di Giuseppe e di Angela Passatore), pittore nato in Manduria il 14 giugno 1871. Amilcare Foscarini, nella sua opera rimasta manoscritta e recentemente pubblicata per le edizioni Del Grifo intitolata Arte ed Artisti di Terra d’Otranto, parlando del pittore registrava in Novoli opere di questo autore presso le abitazioni del «Cav. Francesco Russo e della Sig.na Russo del Cavalier Tomaso (oltre che del Cav. Giovanni Mazzotta)». È possibile che l’opera perciò sia stata commissionata a tale pittore da Francesco Russo. La produzione pittorica dello Stano “consisteva in ritratti e in soggetti sacri, era apprezzatissima da amatori e cultori di arte ed era elogiata da riviste artistiche sia per la correttezza e precisione del disegno sia per la delicatezza delle figure sia per la chiarezza cromatica. Innumerevoli le tele di soggetto sacro (molte Madonne) tra cui anche la “Vergine del Buon Consiglio” datata 1923 (opere sono presenti a Manduria, San Cesario, Lequile, Ostuni, Trepuzzi, Copertino, Arnesano, Martano, Guagnano ecc.).

La famiglia Russo conserva, inoltre, la rarissima incisione originale del Morghen, quella cioè realizzata “a divozione del detto Comune”.

 

Figura 5. Novoli, Chiesa della Madonna del Pane. Olio su tela del pittore leccese Cesare Augusto Lucrezio, datata 1942.

 

Figura 5. È un dipinto (olio su tela di lino) datato 1942 il cui autore è Cesare Augusto Lucrezio (dimensioni cm 147,5x cm 106,5). É una copia di una tela dipinta dopo l’apparizione del 1707 della SS.ma Vergine andata distrutta dopo l’incendio del 1926, copiata a sua volta dall’incisione dell’artista napoletano Raffaello Morghen.

La tela è stata recentemente restaurata presso il Laboratorio di restauro del Museo Sigismondo Castromediano diretto dal dott. Antonio Cassiano con la supervisione del prof. Nicola Ancona e la collaborazione di Sonia Occhilupo.

Sulla tela sono presenti alcune importanti iscrizioni; sul verso in alto a destra: «Immagine di Maria SS. del pane dipinta nel II centenario dell’apparizione A.D. 1907 a devozione di Caterina Cosma deteriorata per l’incendio del 1926 fu integralmente rifatta l’A.D. 1942 per voto del popolo. Rettore della chiesa il sac. D. Emanuele Ricciato. Componenti la commissione per la festa: il Sac. Rizzo Gioacchino, Miglietta Gaetano, Guerrieri Salvatore, Aquino Tommaso, Pantaleo Letizia, Ruggio Antonio, Miglietta Salvatore, Mazzotta Liberato, Valzano Antonio Santo». Sul verso del dipinto in basso a destra «Composizione da un. Rame del Morghen e da antiche pitture di ignoti. C. A. Lucrezio, 1942 XX».

In basso a sinistra il logo del pittore che si ripropone sul recto del dipinto.

L’opera del Lucrezio si distingue invece per aver proposto sullo sfondo non solo la chiesa matrice, ma anche le case dei Novolesi. Lucrezio Cesare Augusto è il pittore nato a Lecce intorno alla fine del 1800, figlio di Achille e Maria Potenza. Egli apprese i primi elementi dell’arte pittorica da suo padre che fu uno dei primi e migliori artefici della cartapesta leccese.

 

Figura 6. Novoli. Dipinto (olio su tela) di autore ignoto e di epoca ottocentesca (proprietà della famiglia del cav. Donato Romano).

 

Fig. 6. È un dipinto (olio su tela) dal quale deriva, secondo quanto scrive Michele Paone, quello eseguito da Cesare Augusto Lucrezio, nel 1942, per la chiesa della Madonna del Pane dove tutt’ora è conservato e recentemente restaurato. È di proprietà della famiglia del cav. Donato Romano.

Il dipinto è stato pubblicato nell’opera monumentale di Michele Paone ovvero Il Costume popolare salentino, edito da Congedo nel 1975.

Un po’ diversa in questo dipinto (di autore ignoto) rispetto a quelli già descritti è la veste della Vergine che si presenta non completamente bianca, ma abbellita da delicati motivi, forse, floreali.

Un dipinto ottocentesco ad olio, inedito, che propone sempre l’iconografia del Grassi si trova ad Arnesano presso una famiglia del posto.

 

 

In Il Pane del miracolo. Il culto della Vergine del Pane di Novoli nel panegirico del passionista A. Librandi, Il Parametro Editore, Novoli 2011 e in G. Spagnolo, Memorie antiche di Novoli. La storia, le storie, gli ingegni, i luoghi, la tradizione. Pagine sparse di storia civica, pp. 461-466, Novoli 2024.

 

Tutte le immagini riportate nel testo sono tratte dal libro Il pane del miracolo etc., stampato presso l’Editrice Salentina di Galatina per conto del Parametro Editore.

Condividi su...

Un commento a La Madonna del Pane di Novoli

  1. Essendo il sottoscritto iscritto al gruppo fb “Edicole votive del Salento” da tanti anni ormai immortalò e pubblico Edicole del Salento, in particolare proprio a Novoli le cercavo nelle vie del paese, mirabile quella vicino alla chiesa madre, bene illuminata, di sera è bellissima. Resto estasiato per quanta devozione vi era nel passato, sapendo quante di queste Edicole diventavo personali nelle abitazioni private. Complimenti al professore Gilberto Spagnolo per la condivisione delle sue preziose ricerche storiche.

Lascia un commento

La Fondazione Terra d'Otranto, senza fini di lucro, si è costituita il 4 aprile 2011, ottenendo il riconoscimento ufficiale da parte della Regione Puglia - con relativa iscrizione al Registro delle Persone Giuridiche, al n° 330 - in data 15 marzo 2012 ai sensi dell'art. 4 del DPR 10 febbraio 2000, n° 361.

C.F. 91024610759
Conto corrente postale 1003008339
IBAN: IT30G0760116000001003008339

Webdesigner: Andrea Greco

www.fondazioneterradotranto.it è un sito web con aggiornamenti periodici, non a scopo di lucro, non rientrante nella categoria di Prodotto Editoriale secondo la Legge n.62 del 7 marzo 2001. Tutti i contenuti appartengono ai relativi proprietari. Qualora voleste richiedere la rimozione di un contenuto a voi appartenente siete pregati di contattarci: fondazionetdo@gmail.com.

Dati personali raccolti per le seguenti finalità ed utilizzando i seguenti servizi:
Gestione contatti e invio di messaggi
MailChimp
Dati Personali: cognome, email e nome
Interazione con social network e piattaforme esterne
Pulsante Mi Piace e widget sociali di Facebook
Dati Personali: Cookie e Dati di utilizzo
Servizi di piattaforma e hosting
WordPress.com
Dati Personali: varie tipologie di Dati secondo quanto specificato dalla privacy policy del servizio
Statistica
Wordpress Stat
Dati Personali: Cookie e Dati di utilizzo
Informazioni di contatto
Titolare del Trattamento dei Dati
Marcello Gaballo
Indirizzo email del Titolare: marcellogaballo@gmail.com

error: Contenuto protetto!