La toponomastica di Corsano nella seconda metà del Seicento

di Pierluigi Cazzato

Nella ricostruzione dei paesaggi antichi lo studio della toponomastica ha, ancora oggi, un ruolo di primo piano. Soprattutto per territori fortemente antropizzati e quindi sottoposti ad una continua opera di sfruttamento e trasformazione, i nomi dei luoghi offrono una gran mole d’informazioni sull’organizzazione e sulla mentalità delle comunità che vi hanno abitato.

Il presente studio si propone di esaminare il caso di Corsano nella seconda metà del Seicento, attraverso la toponomastica conservatasi nelle donazioni e nei testamenti dell’epoca. Utilizzando i regesti di alcuni atti notarili rogati ad Alessano tra il 1663 e il 1699, contenuti nell’opera Per un posto in paradiso (AAVV), si è stilata una lista di 48 toponimi riconducibili al feudo corsanese. Per ogni voce si è cercato di ricavarne l’etimologia e contestualizzarne il significato, almeno per i casi in cui è stato possibile identificare il luogo. Per alcune località si è ritenuto utile aggiungere la breve descrizione contenuta nei regesti e delle piccole note storiche. I luoghi localizzati con certezza sono stati riportati sulle carte che accompagnano l’articolo (fig.1 e 2).

Abbreviazioni

IGM – Istituto Geografico Militare

QU – Quadro d’Unione di Corsano 1931-1939

sc – strada comunale

sv – strada vicinale

 

Note:

-un tomolo è composto da 8 stoppelli, lo stoppello equivale a 8 are

-il fuoco corrisponde ad una famiglia, cioè l’unità produttiva, e quindi tassabile, su cui si basava il sistema fiscale del Seicento

 

IMG 3497: scala intagliata nella roccia in località Ngratile

 

1.Burgo: m., dal salentino burgu, borgo (ROHLFS1, p.86), che deriva dal tardo latino burgus, luogo fortificato, torre di guardia oppure dal greco purgoς, torre. In italiano il termine borgo ha acquistato il significato di villaggio già nel XIII secolo, a cui si affianca quello di quartiere, sobborgo. (GRECO, p.72). Oggi indica una zona sulla vecchia sc Alessano-Corsano (oggi Strada Provinciale 188), al confine tra i due comuni, all’altezza della cappella della Madonna Addolorata (Madonna ‘u Vanni). Nel Seicento vi erano ubicati “tre orti di vigna con diversi alberi comuni”. Il toponimo si può forse mettere in relazione alla presenza di un piccolo insediamento medievale (alcuni graffiti riconducibili a quest’epoca restano in alcuni ambienti semipogei pertinenti alla vicina cappella).

2.Campo Loscobia: m., il primo termine viene dal latino altomedievale campus, spazio chiuso, superficie agraria coltivabile; nel Salento, in genere, qualifica un terreno pianeggiante ed arabile in contrapposizione a quello scosceso e roccioso detto munte. L’etimologia del secondo termine resta enigmatica, con tutta probabilità si tratta del nome o soprannome del proprietario del terreno.

3.Campomaggio: m., italianizzazione di campumasciu, campo grande, composto dai termini latini campus, terreno coltivabile e majus, maggiore. Ritroviamo la stessa costruzione in un altro toponimo corsanese: Scalamasciu, composto da scala, scala e majus, maggiore, ad indicare che si trattava della principale discesa a mare di Corsano. Nel Seicento a Campomaggio vi era “una vigna di cinque orti” (vedi 30.Puce (lo) seu Campomaggio).

4.Campo Martino: m., campo di Martino, classico andronimo (toponimo che deriva da un nome di persona) che designa il proprietario del terreno. Questa zona si trova a sud del paese, lungo la provinciale che porta a Gagliano (sv Campo Martino sul QU).

5.Campore: f. pl., il toponimo potrebbe indicare i fondi di proprietà demaniale: “campo del Re”. Suggestiva, seppur priva di fondamenta storiche, è l’interpretazione che ne da il Fino il quale collega questo nome ad una leggendaria discesa di Carlo Magno nel Capo di Leuca (FINO, pp.19-20). Omonima contrada è presente a Patù presso la Centopietre. La località si trova a sud-est del paese, lungo la strada per Novaglie, in verità a Corsano sembra che esso sia scomparso mentre si usa ancora nei territori limitrofi di Alessano (Campole) e Gagliano (Campre).

6.Canna[..]za (la): f., purtroppo il toponimo non si è conservato, potrebbe essere Cannazza dal salentino cannazza, graminacea, erba infestante (DDS, p.71).

7.Catrile, Gatrile: m., sulle carte IGM si trova sia nella forma Gratile sia in quella Grutile; nel dialetto locale è in uso la dizione Ngratile. Potrebbe derivare da grado/gradino/gradiata, con riferimento ad una discesa con scale e gradini (GRIECO, p.89). L’etimo ben si addice al luogo in questione che si trova per l’appunto lungo la calata a mare che porta a Canal del Rio/Canale ‘u Riu (in realtà la sua grafia corretta dovrebbe essere urio, orio, da ricondurre al tema indoeuropeo or-, elevato, alto) [PANARESE, pp.37-38], sul versante meridionale dell’altura della Rusia (forse dal latino medievale rausea, rosia, canna, canneto). Nella zona è presente anche una scala intagliata nella roccia che si inerpica per una quindicina di metri sulla parete strapiombante posta a nord. Qui Domenico Russo aveva “una possessione di olive di quindici macine e sei stoppelli di terra seminativa, con due orti di vigna e alberi comuni e con casa palazzata, corti, capanne e due cisterne”. I resti diruti della casa citata nel documento sono ancora visibili in questa località.

IMG 3493: casa “palazzata” in località Ngratile

8.Cemino (allo): forse è un fitonimo (nome di luogo che deriva dalla flora) da ricollegare al latino medievale cyminum, pianta dell’anice, dal greco kuminoς, cumino. Nel Salento Cimino/Cimine è sia un toponimo (a Sannicola e Tiggiano) sia un cognome (ROHLFS2, p.56). Nel XVII secolo in questa zona viene menzionata la presenza di “una vigna di due orti, con alberi comuni, pagliaio, grotta, palmento e pilaccio” (il pilaccio è la vasca scavata nella viva roccia che serviva a raccogliere l’acqua o per la spremitura dell’uva; dal greco pila, da cui i dialettali pila, pilacciu, pilune/palune).

9.Chiusa dello Schiavo (la): f., la chiusa (chiusura, cisura in dialetto salentino, dal greco bizantino cleisoura che viene dal latino clausura) [ROHLFS1, p.143] indica il campo chiuso recintato da muri, in genere adibito a uliveto o vigneto, il secondo termine potrebbe indicare sia l’etnico slavo sia un cognome di famiglia -un Johannes Sclavus è attestato nel 1115 in provincia di Lecce- (GRECO, p.463). D’altro canto, a causa della pressione turca, l’immigrazione di popolazioni provenienti dalla sponda orientale dell’Adriatico tra il XVI e XVII secolo divenne massiccia, essa è ben documentata per il territorio del Capo, infatti nel 1574 a Corsano si contano 6 fuochi “greco-albanesi”, 25 a Tricase, 9 a Gagliano, 8 a Montesardo, 4 ad Alessano, Castrignano e Morciano, 2 sia a S. Dana sia a Tutino e 1 a Tiggiano (VISCEGLIA, p.103).

10.Coci (li): m., probabilmente è l’errata trascrizione del salentino li cocci, piccolo rialzo del terreno, accumulo di pietre, geonimo (nome che attesta i più rilevanti fenomeni geomorfologici che caratterizzano il territorio nonché le particolarità naturali del terreno) presente a Maglie (ROHLFS2, p.141) e altre zone del Salento (vedi 24.Monte li Cocci).

11.Conca (la): f., dal salentino conca, conca, buca, pozza d’acqua, vasca d’acqua, conca di terreno (ROHLFS1, p.159). Il toponimo è ancora in uso per indicare un territorio caratterizzato da una leggera depressione ad est del centro abitato di Corsano; esso è attestato anche a Ruffano, Taurisano e Ugento. Nel Seicento vi era “un pezzo di terra seminativa di un tomolo e della capacità di sei macine di olive”.

12.Corona: f., l’etimologia rimane dubbia. Sul QU via Corona, l’attuale via A. Diaz, da largo S. Teresa portava a est verso il mare; oggi il dialettale Ncuruna designa una zona posta sull’altura che cinge il paese sul lato nord-orientale. In questa località Livia Arcella di Barbarano possedeva un terreno “di olive di ventiquattro macine”.

13.Cupa (alla): f., dal salentino cupa, strada tra due colline (ROHLFS1, p.189), cava, avvallamento circoscritto del suolo (DDS, p.138), che viene dal greco koph, precipizio. Il toponimo è in uso e oggi indica una zona nella parte sud-occidentale del feudo, omonime contrade esistono a Patù ed Ugento. Nel 1679 don Pantaleone Nigro di Corsano in località alla Cupa possedeva “un pezzo di terra seminativa di due tomolate con alberi comuni, pagliaio, palmento e pilaccio”.

14.Dalie (le): f., oggi è in uso il toponimo Talìe per indicare una zona nei pressi di S. Maura, la sua etimologia resta sconosciuta. Nel Seicento l’arciprete corsanese don Februario Nigro possedeva “la metà di una possessione di olive e seminativa” che donava ad Olimpia Cazzato.

15.Decorlo (lo), Decolo, Decorolo: m., l’origine di questo toponimo, che ci è pervenuto in tre varianti, resta sconosciuta; attualmente con il termine dialettale Dècolu ci si riferisce ad un’area nei pressi della zona industriale. Al tempo dei documenti presi in esame, vi erano diversi terreni seminativi: uno apparteneva a Antonio Baglivo di Tutino, altri ai corsanesi don Februario Nigro e Francesco Griso.

16.Fortello (lo): m.; potrebbe derivare da forte, fortilizio, fortezza. Purtroppo la località non è stata identificata e il toponimo sembra scomparso quindi permangono dubbi sull’origine del nome.

17.Gauda (la), vigna la Gauda, Oliva della Gauda (l’): f., è collegabile al toponimo di origine longobarda galdo, gaudo, bosco (dall’antico germanico wald). Si faccia il confronto con Gaudella, bosco di Palagianello (ROHLFS2, p.72), le Gaude a Specchia Gallone e con gauda/gauta che ritroviamo nella toponomastica salernitana (GRECO, p.232). La presenza di un toponimo longobardo in una parte così meridionale del Salento, che non è mai stata conquistata dagli invasori di lingua germanica, può sorprendere, tuttavia a Gagliano del Capo esiste una località denominata Fara (oggi inglobata nel centro abitato come “rione Fara”) che deriverebbe dalla voce germanica fara, che presso i Longobardi designava una famiglia, una schiatta, e, per estensione, il fondo agricolo dove essa risiedeva [FINO, p.38]. Il toponimo corsanese sembra essersi conservato nella sv Caute che, ancora oggi, dalla vecchia comunale Alessano-Corsano, porta all’unico “bosco” del paese (boscu ‘a Baronessa). Nella stessa zona si conserva anche il fitonimo Cerrate, Cirrate (dal latino medievale cercetum, cerretum, bosco di cerri) ricollegabile allo stesso contesto ambientale, il che ci porta a pensare, che in epoca medievale, qui si estendesse un’ampia area boschiva le cui tracce purtroppo sono rimaste solo nella toponomastica. Nella seconda metà del Seicento, in questa zona Domenica de Oliva di Alessano possedeva “due orti di vigna con alberi comuni, palmento e pagliaio”, altri terreni appartenevano a don Francesco Antonio Margiotta e Maria Arcella di Tiggiano, la vigna di quest’ultima “detta la Gauda sita nel feudo di Corsano e in quello di Montesardo”.

18.Gine (le): f., etimo sconosciuto, sul QU si conserva nella forma sv Guine. Il toponimo Ginii è attestato a Maglie nel 1483 (ROHLFS2, p.147). All’epoca la zona era coltivata ad uliveto.

19.Horto Grande (l’) detto il Pasteno: m., orto grande. I pastini, pastane sono i vigneti di recente impianto, dal latino pastinum, terreno lavorato con la marra, in salentino pastunu, vigna giovane (ROHLFS1, p.457). Nel XVII secolo, infatti, esso comprendeva “un orto e un terreno seminativo con vigna”.

20.Horto Lomuso (strada dell’): m., orto di Lomuso? Il secondo termine è probabilmente un andronimo, potrebbe trattarsi di un soprannome. L’area è da localizzarsi all’interno del vecchio centro abitato infatti, nel 1673, i coniugi Vincenzo Nigro e Margherita de Giorgio di Alessano donavano al figlio “una casa lamiata con cortile, cisterna, giardino piccolo con un albero di fichi ed un altro giardino con un albero di cedri ed una casa scoperta con due forni, site in Corsano nella Strada dell’Horto Lomuso“.

21.Lama: f., dal salentino lama, ampio solco o conca dal fondo coltivato e verdeggiante del terreno carsico, bassura di terreno [lat. lama=palude] (ROHLFS1, pp.284 e 987). Da identificare con l’omonimo rione di Corsano; nel XVII secolo vi era “una possessione di olive di dieci macine, con due tomolate di terra”.

22.Luceria (la), Luceria Grande (la), Luceria Piccola (la): f., toponimo di derivazione sconosciuta, non più in uso. Probabilmente la zona è da localizzarsi a sud del paese, in zona Campo Martino, e nel Seicento era coltivata a seminativo misto ad uliveto.

23.Monte: m., dal salentino munte, roccia, massa di roccia sotterranea (ROHLFS1, p.370), usato in tutta la provincia per indicare un qualsiasi tipo di altura. Il geonimo si conserva sul QU (sc Cazzamendola-Monte) e sta ad indicare una grande area di terreni rocciosi nella parte orientale del feudo. All’epoca vi si trovavano “una possessione seminativa di un tomolo con alberi di fichi” e un’altra “seminativa di due tomoli”.

24.Monte li Cocci seu Largo della Galia: il primo toponimo si potrebbe tradurre come “monte dei sassi” (vedi 10.Coci). Il secondo indica un largo, uno spiazzo. Il termine galia potrebbe derivare dal grico ta calia, le capanne (ROHLFS2, p.48) oppure dal salentino calia, specie di cicoria selvatica (ROHLFS1, p.904); a Taurisano esiste il toponimo di “specchia Galia”, ad Acquarica di Lecce “le cave di Galia”. Sul QU, per errore, viene riportato come Monte li Cicci. Nel Seicento, don Domenico Biasco possedeva in questa località “un pezzo di olive di tre macine, con terreno incolto”.

25.Monti Pezi Alti: m. pl., il secondo termine deriva dal salentino piezzu, macigno, sasso, blocco di tufo (ROHLFS1, p.477). Il toponimo sembra essere scomparso.

26.P[…]gante: non è stato possibile ricostruire il nome.

27.Piazza, strada della Piaza: f., dovrebbe trattarsi di quella che sul QU viene chiamata piazza Municipio, mentre la strada dovrebbe essere via G. Licchetta. Nel XVII secolo Giuseppe de Filippo di Corsano possedeva “una casa diruta sita […] nella Piazza” mentre don Pantaleone Nigro aveva “una casa terragna con cortile, cisterna vecchia, cisterna fuori e orticello dietro sulla strada della Piaza“. All’epoca il centro abitato di Corsano era estremamente piccolo e nel corso del secolo esso si era ulteriormente rimpicciolito, infatti, dopo una fase di crescita demografica che aveva caratterizzato il Cinquecento (dai 43 fuochi del 1508 si era passati ai 146 del 1595), si assiste ad un netto calo della popolazione con 116 fuochi tassati nel 1669 e addirittura solo 91 nel 1732 (VISCEGLIA, pp.89-91).

28.Pischeto (il): m., dalla desinenza in -eto parrebbe un fitonimo il cui significato resta incerto. Secondo il testamento di Carlo Ruberto di Tiggiano, rogato nel 1683, qui vi era “una possessione seminativa” lasciata in eredità al cugino don Carlo Bisanti di Gagliano.

29.Profico (lo): m., dal salentino pruficu, bruficu, caprifico, fico selvatico (ROHLFS1, p.505; DDS, p.54). In questa località vi erano “una possessione seminativa di un tomolo” e “tre orti di vigna e un pezzo di terra con alberi comuni e olivi giovani”.

30.Puce (lo) seu Campomaggio: m., si può confrontare con Puci, contrada di Spongano e con il cognome salentino Puce (ROHLFS2, p.104). Il toponimo è ancora di uso comune (zona Puce). In questa zona c’era “una possessione di terra seminativa […] di due tomolate, con pagliaio e aia” che, nel 1679, don Domenico Biasco donava, con testamento, alla chiesa di Alessano in cambio di messe in suffragio.

31.Puze (le): f. pl., dal salentino puzzu (m.), pozzo, è attestata la voce corsanese al plurale femminile le puzzere (ROHLFS1, p.520). Nel dialetto corsanese attuale è passato al singolare maschile u Puzze; sulle cartine IGM è riportato come le Pozze ed indica la località alla periferia di Corsano, ai piedi della collina di S. Maura, dove, ancora nella prima metà del secolo scorso, c’erano le cisterne da cui la popolazione locale attingeva l’acqua. Nell’Arditi si legge: “Per le acque d’uso, la classe abbiente, si avvale delle pluviali in cisterne, il popolo, delle sorgive, potabili, pure, e fresche che attinge in 50 pozzi, profondi circa 4 metri, aggruppati nell’altipiano di una collinetta distaccata dal paese un chilometro appena” (ARDITI, p.161). In realtà si tratta di strutture per la raccolta dell’acqua piovana conosciute come “pozzelle” o “pozzi dei laghi”, che sono attestate in tutto il Salento (Apigliano, Carpignano, Castrignano dei Greci, Corigliano, Felline, Galugnano, Martano, Martignano, Ortelle, Patù, Sogliano, Soleto e Zollino). La costruzione delle pozzelle era legata alle abbondanti piogge invernali e correlata alla presenza di bacini naturali (conche alluvionali e vore) in cui le acque meteoriche andavano a confluire. Secondo le indicazioni del De Giorgi, esse furono costruite attraverso un taglio nel banco roccioso permeabile, per una profondità tra i 3 e i 6 metri, fino a raggiungere lo strato di terreno argilloso. Le pareti interne dell’invaso, simile ad un imbuto rovesciato, erano rivestite con pietre irregolari. In genere la loro realizzazione viene collocata in età bizantina (TINELLI, pp. 57-60). Anche i testamenti del Seicento confermano la presenza di risorse idriche per questa località infatti si cita “una possessione di olive con acquai di tre macine” e “una possessione di vigna e olivi giovani”.

32.Quatrata: f., dal salentino quatratu, spazio quadrato (ROHLFS1, p.524). E’ possibile che si riferisca alla conformazione del territorio di forma quadrangolare. Nel 1682, Giovanni Romano di Montesardo, ma residente a Corsano, concedeva in dote alla figlia un oliveto sito in questa località.

33.Ramanda (la): f., di origine ignota, il toponimo non si è conservato. Da confrontare con Ramada/Remada, contrada di Maglie (ROHLFS2, p.147).

34.Rine (le), f. pl., dal salentino rina, arina, rena, sabbia (ROHLFS1, p.539). Il geonimo è presente anche a Lucugnano, San Dana e Tiggiano (AAVV, pp.193-196) e nella forma Arena/Rena in diversi altri comuni salentini, in genere indica un terreno di tufo molto friabile caratterizzato da sassolini e rena grossa (rascidda nel dialetto corsanese). In questa contrada, che si trova tra Puzze e Munte, vi era “un pezzo di venti alberi di olive”.

35.Rinelle (strada delle): f. pl.; è il diminutivo della voce precedente e designa una zona del centro abitato (l’attuale via e rione Arenelle). Nei registri corsanesi ottocenteschi è trascritto nella forma Orinelle, sul QU via Arenelle corrisponde all’odierna via Principe di Piemonte diversamente da oggi. Nel Seicento vi erano ubicati “una casa terragna con cortile, capanne, forno e due alberi di mandorle” e “una possessione con vigna” che Antonio Giardino di Corsano donava al nipote Giovanni Antonazzo.

36.Santa Maria: f., agionimo (toponimo derivante da un nome di santo) ancora in uso per indicare il rione nord-occidentale di Corsano, nei presi del quale si trova la cappella dedicata ai SS. Medici e alla Madonna dell’Alto. Nell’Ottocento l’edificio aveva la stessa intitolazione: “chiesina della Madonna dell’Alto e de’ Santi Cosmo e Damiano” secondo l’Arditi (p.161). Tuttavia potrebbe trattarsi della corruzione del nome originario visto che, come apprendiamo dalla relazione della visita apostolica del vescovo Perbenedetti, nel 1628 la sua intitolazione era diversa: “S. Maria de Laudo” (JACOB-CALORO, p.59). Infatti, ancora oggi, il dialettale Madonna ‘e Lotu designa la piccola cappella, e la zona limitrofa, che, a quanto sembra, conserva le labili tracce di pitture di epoca bizantina (CORTESE, p.41). Da notare che, nel 1639, esisteva a Corsano anche la grancia di S. Maria del Casale, che, da alcuni atti notarili, risulta essere tra i possedimenti dell’abbazia di S. Maria de Lomito (oggi masseria ‘u Mitu) situata a nord di Tricase (MASSARO, p.13).

37.Santa Sufia (strada di): f., S. Sofia è la vecchia chiesa matrice di Corsano andata distrutta il 17 Aprile 1932 sotto il crollo del suo campanile, ricostruita e riaperta al culto nel 1939. (DE MARCO, pp.49-50). L’antico edificio, probabilmente del XV secolo, si trovava qualche metro più a sud rispetto ad oggi e aveva la facciata rivolta ad est. Sul lato nord si trovava una piazzetta (“largo S. Sofia” sul QU) mentre su quello meridionale vi era una stretta viuzza che è con tutta probabilità la strada in questione. Nel 1679 don Februario Nigro, arciprete della chiesa corsanese, dà in eredità ai coniugi Elia Cazzato e Lucrezia Negro “una casa lamiata, camera, cortile, mulino in ordine con mula, stalla, forno, giardino e tutti i membri sita nel centro abitato di Corsano nella Strada di Santa Sufia”.

38.Scorpo (lo): m., dal salentino scorpu, pero selvatico, arbusto spinoso in genere (ROHLFS1, p.625). I fitonimi Scorpeto, Scorpi, Scorpo, sono frequenti in tutta la penisola salentina: Brindisi, Galatina, Melendugno, Soleto (ROHLFS2, p.116) e Supersano.

39.Sotto la Chiesa: il toponimo fa riferimento ad una zona nei pressi della chiesa di S. Sofia non precisabile (forse il Largo S. Sofia riportato sul QU).

40.Strada delli Verardi (la): f., nome di famiglia, il cognome è diffuso in tutta Italia. Nel Seicento, nella forma Verardo, è presente a Montesardo (AAVV, p.90) e Gagliano, ed esiste una strada omonima ad Alessano (Fino, pp. 107-108). Da identificare con Vico Verardi, vicolo che si trova alle spalle della chiesa di S. Sofia. Alla fine del XVII secolo, in questa via, è segnalata l’esistenza di “una casa con forno, mulino, stalla e orto retrostante”.

41.Tagliate (le): f. pl., dal salentino tajata, cava di pietra, cava di tufo (ROHLFS1, p.729). Le Tajate è utilizzato ancora oggi per indicare una zona al confine con il territorio di Alessano, ricca di cave antiche. Nel Seicento vi ritroviamo “un appezzamento di terra seminativa”.

42.Tarantini (li): m. pl., credo che derivi da un nome di famiglia, il cognome Tarantino è infatti diffuso in tutto il Salento. Sul QU viene menzionata la sv Canale dei Tarantini. Nel 1685, in questa località, il notaio Giovanni Antonio Licchetta possedeva “una possessione di vigne di due orti con fichi, pagliaio e forno”.

43.Terraminua: f., la seconda parte del nome dovrebbe derivare dal latino minus, minore da cui il significato di “terra piccola, terreno poco fertile”. Il fatto che nel Seicento il nome designasse una singola possessione di vigna rende plausibile l’etimo. Si ritrova lo stesso tipo di toponimo “in negativo” sia a Salve e sia a Castrignano del Capo, infatti in ambedue i comuni s’incontra la località Terramascia.

44.Tinarsi (li); m. pl.; etimo sconosciuto. La zona, il cui nome è scomparso, era al tempo coltivata a seminativo.

45.Tricelo (lo): m., dal salentino trisciulu, trisciunu, piazzale dinanzi alla masseria dove gli animali si riuniscono prima di entrare nel parco (ROHLFS1, p.764), per estensione indica un largo o una piazza dove s’incontrano tre strade, dal basso latino tricalium, trivio. Infatti nei registri corsanesi dell’Ottocento sarà italianizzato in Trivio (anche sul QU ritroviamo Largo Trivio). Toponimo molto diffuso nella provincia: Trisciole a Gagliano, Trisciulo a Noha, Patù e Presicce (ROHLFS2, p.126). Corrisponde all’attuale piazza XXIV Maggio, in dialetto u Trisciulu. Nel XVII secolo vi era “una casa terragna con forno, cortile e orto dietro”.

46.Urmenti (li): m. pl., forse dal salentino urmu, olmo ((DDS, p.494; ROHLFS1, p.789). Nel 1671 Giovanni Domenico Mauro di Corsano possedeva un terreno seminativo con ulivi sito in questa contrada.

47.Ursi (l’): m., probabilmente è un andronimo da ricollegare al cognome Urso, attestato nella zona già nel XVI secolo Il nome continua ad indicare un rione di Corsano. Nel Seicento Antonio Maria Felippo vi possedeva “una casa terragna scoperta con diritto sul cortile”, mentre don Pantaleone Nigro aveva “una casa terragna con una camera, cortile, cisterna, due fosse per le vettovaglie, orto e grotta, nella Strada dell’Ursi, […] nell’abitato di Corsano”.

48.Vadarello (lo): m., forse è il diminutivo del salentino vataru, varco, valico, passaggio, deriva da atu, uatu, vadu, vatu, entrata di un fondo rustico (ROHLFS1, p.802; DDS, p.41). Il toponimo pare non essersi conservato.

Vanni: semi-ipogeo nei pressi della cappella della Madonna ‘u Vanni, graffiti all’interno.

***

incisioni graffite in località Vanni

 

Bibliografia

AAVV: A. De Meo, S. Fracasso, A. M. Gustapane, D. Ragusa, Per un posto in paradiso. Donazioni e testamenti ad Alessano nel Seicento, a cura di C. Piccolo Giannuzzi e M. Spedicato, Lecce, 1994.

ARDITI: G. Arditi, La corografia fisica e storica della Provincia di Terra d’Otranto, Lecce, 1885.

CORTESE: S. Cortese, L’iconografia di san Biagio nel Salento, in I Bizantini del XXI secolo, Atti dei convegni di studi nel Salento meridionale, Ugento (Le), 2013.

DDS: G. B. Mancarella, P. Parlangeli, P. Salamac, Dizionario dialettale del Salento, Lecce, 2011.

DE MARCO: M. De Marco, Corsano, Manduria (Ta), 1983.

FINO: R. Fino, Il Capo di Leuca e dintorni tra realtà, storia e leggende, Galatina (Le), 2004.

GRECO: M. T. Greco, Toponomastica storica di Tito, inedito, reperibile su: https://www.academia.edu/44336281/TOPONOMASTICA_STORICA_DI_TITO consultato il 13.05.2023.

GRIECO: Dizionario di toponomastica bonitese, a cura di E. Grieco, Flumeri (Av), 2012.

JACOB-CALORO: Luoghi, chiese e chierici del Salento meridionale in età moderna. La visita apostolica della città e della diocesi di Alessano nel 1628, a cura di A. Jacob e A. Caloro, Galatina (Le), 1999.

MASSARO: R. Massaro, La chiesa di Santa Maria della Scala di Alessano, in Controcanto, anno XVII n°3, Alessano (Le), 2021.

PANARESE: E. Panarese, Il toponimo “Maglie” e l’oronimia salentina, in Contributi, anno I, n° 2, 1982, pp. 5-54.

ROHLFS1: G. Rohlfs, Vocabolario dei dialetti salentini, Martina Franca (Ta), 2007.

ROHLFS2: G. Rohlfs, Dizionario toponomastico del Salento, Ravenna, 1986.

TINELLI: M. Tinelli, Le pozzelle, in Apigliano un villaggio bizantino e medievale in Terra d’Otranto. L’ambiente, il villaggio, la popolazione, a cura di P. Arthur e B. Bruno, Galatina (Le), 2009.

VISCEGLIA: M. A. Visceglia, Territorio feudo e potere locale. Terra d’Otranto tra Medioevo ed Età Moderna, Napoli, 1988.

altre incisioni graffite in località Vanni
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