Un maestro neretino del XV secolo nel ricordo di un suo allievo (1/2)

di Armando Polito

Tristo è quel discepolo che non avanza il suo maestro

(Leonardo da Vinci, codice Foster III)

È noto quasi a tutti che Socrate non ci ha lasciato opere di sorta ma in compenso ci è possibile conoscere il suo pensiero attraverso quelle dei suoi discepoli, Platone primo tra tutti. Non succede spesso che il maestro lasci in qualche suo allievo un’impronta così viva da spingerlo a ricordarlo espressamente, magari anche in modo fugace , come nel nostro caso.

Il maestro è il neretino Francesco Securo, l’allievo il mantovano Pietro Pomponazzi, campo comune del loro sapere è la filosofia.

Prima di entrare nel punto centrale del tema credo opportuno dire qualcosa sui due. Su Francesco Securo riporto in ordine cronologico  e in immagini (tratte dal testo reperibile al link volta per volta segnalato in nota e con a fronte la traduzione degli eventuali passi non in italiano), le più significative testimonianze, dicendo subito che quelle da lui cronologicamente più lontane poco aggiungono alle più antiche, che quel poco non è sempre suffragato dall’esibizione di fonti documentarie e che oggi è quasi impossibile, a meno di fortunati ritrovamenti, operare un controllo.

Antonio De Ferrariis detto Il Galateo, De situ Iapygiae (L’opera, terminata già intorno al 1520, fu pubblicata postuma per i tipi del Perna a Basilea nel 1553; il dettaglio sottostante è tratto dalla ristampa del 15581):

Leandro Alberti (1479-1552 circa), Descrittione di tutta l’Italia, Giaccarelli, Bologna, 15502, p. 214r:

 

Antonio Senese Lusitano, Bibliotheca Ordinis Fratrum Praedicatorum …, Nivellio, Parigi, 15853, pp. 81-82:

Quel claruit (fu illustre) del brano appena letto fa credere, almeno secondo l’autore, che Francesco raggiunse la fama nel 1490, cioè dieci anni dopo la morte, se accettiamo il 1480 tramandato dall’Alberti, subito dopo se optiamo per il 1489 riportato dagli altri.

Michele Pio, Della nobile et generosa progenie del P. S. Domenico in Italia, Cochi, Bologna, 16154, p. 382:

 

Ambrogio Del Giudice (detto Altamura), Bibliothecae Dominicane, Tinassi, Roma, 16775, p. 182 (anno 1455) e pp. 204-205 (anno 1480):

 

Niccolò Toppi (1607-1681), Biblioteca napoletana, Bulifon, Napoli, 16786, pp. 94 e 343:

Un Fra’ Felice da Castelfranco fu autore di una breve cronaca dell’ordine domenicano fino al 1565 ed è plausibile che si tratti di quello citato  dal Toppi. Non è chiaro, però, se è pure opera sua l’additione ad Antonium Sabellum in cui si fa l’elenco di alcuni illustri discepoli del Securo, sui quali mi pare opportuno riportare qualche notizia.

Domenico Crimani (1461-1523) non scrisse alcuna opera, ma è ricordato come un raffinato collezionista di sculture, pitture e manoscritti oggi in gran parte nella Biblioteca Marciana a Venezia.

Tommaso de Vio (1469-1534), detto, dalla città di nascita, il cardinal Caetano o Gaetano  fu autore abbastanza prolifico: In librum Job commentarii, Commentaria in III libros Aristotelis De anima, Commentaria super tractatum De ente et essentia Thomae de Aquino, De nominum analogia, Jentacula N.T., In Porphyrii Isagogen ad Praedicamenta Aristotelis, De conceptu entis.

Gaspare Contareno (1483-1542), più comunemente Gaspare Contarini, è cronologicamente incompatibile: come faceva, nato nel 1483, a seguire le lezioni del Securo che, come ci informa l’Alberti, era morto nel 1480? L’incongruenza si perpetua anche in Giovanni degli Agostini, Notizie istorico-critiche intorno la vita e le opere Degli scrittori viniziani, Occhi, Venezia, 1754, tomo II7, dove a p. 189 s’include il Contarini tra gli allievi del Securo con citazione in nota del Toppi.

Antonio Pircimano in realtà è Antonio Pizzamano, che fu vescovo di Feltre dal 1504 al 1512, autore di parecchie pubblicazioni: In Divi Thomae Aquinatis vitam praefatio, Vita del Venerabile Sacerdote D. Ludovico Ricci Vicentino, De intellectu et intelligibili, De dimensionibus interminatis, De quaerenda solitudine et periculo vitae solitariae, Opuscula sancti Thome.

Fra’ Geronimo di Monopoli, essendo il meno titolato,  ha riscosso fin dal primo momento la mia simpatia, ma ogni tentativo di sapere qualcosa su di lui è miseramente naufragato.

Luigi Tasselli, Antichità di Leuca, Micheli, Lecce, 16938, p. 531:

Il Cardinale Gaetano è il Tommaso De Vio già citato dal Toppi. Francesco Ferrariense è Francesco Silvestri di Ferrara (1474-1528), famoso teologo e filosofo tomista; la sua opera maggiore è In libros S. Thomae Aquinatis contra gentes commentaria, uscita a Venezia per i tipi di Giunta nel 1524 che fu ripubblicata in un numero impressionante di edizioni prima e dopo la sua morte e per volontà di Leone XIII fu inclusa nell’edizione che da lui ebbe il nome di leonina a fianco del testo di San Tommaso. Altre opere: Adnotationes in libros posteriorum Aristotelis, Eredi Scoti, Venezia, 1517, Apologia de convenientia institutorum Romanae ecclesiae cum evangelica libertate, Viani, Venezia, 1525, In tres libros de anima, uscito postumo nel 1535 a Venezia per i tipi di Ballarino.

Giovanni Bernardino Tafuri, Istoria degli scrittori nati nel regno di Napoli, Mosca, Napoli, 1748, tomo II9, parte II, pp. 321-325:

Giambattista Lezzi10, in AA. VV., Biografia degli uomini illustri del Regno di Napoli, Gervasi, Napoli, 1826, Tomo XI:

Nella nota a della pagina iniziale della sua biografia, che riporto in dettaglio per comodità del lettore, il Lezzi attribuisce all’Altamura ciò che quest’ultimo mai scrisse:

Per la serie Anche le virgole nel loro piccolo sono importanti  lo dimostra eloquentemente il dettaglio della pagina dell’Altamura già riportata:

Come il lettore noterà, ex Baronibus de Sancto Blasio à puero grammaticen doctus è racchiuso tra due virgole, il che lega indissolubilmente doctus a ex Baronibus e non ad ortus. L’interpretazione del Lezzi sarebbe stata valida se dopo Baronibus ci fosse stata una virgola.

In compenso la biografia del Lezzi reca in testa il ritratto del Securo eseguito da Guglielmo Morghen (1758- 1833). Sarebbe interessante sapere se in qualche modo l’incisore entrò in contatto, se non con la statua ricordata dal Toppi, almeno con l’affresco voluto dal vescovo Salvio11 secondo quanto affermato dal Tafuri12 e da lui ripreso dal Lezzi. Purtroppo del destino della statua non si sa nulla e del ritratto non c’è traccia nel palazzo vescovile.

Nonostante alcuni degli autori qui riportati sostengano l’esistenza di opere a stampa del Securo, peraltro senza riportarne gli estremi editoriali, e Giambattista Lezzi affermi il contrario, del neretino ho trovato l’incunabolo di una summa teologica tomistica, che presenterò in altra occasione.

Per la seconda parte: https://www.fondazioneterradotranto.it/2015/07/22/un-maestro-neretino-del-xv-secolo-nel-ricordo-di-un-suo-allievo-22/

_____________

1 https://books.google.it/books?id=SmLBPZvkHPsC&pg=PA122&dq=de+situ+iapygiae&hl=it&sa=X&ei=dM2fVZy0B8n_UuLOv5AL&ved=0CDMQ6AEwAw#v=onepage&q=de%20situ%20iapygiae&f=false

2 https://books.google.it/books?id=rCm1TS1GFOMC&pg=RA8-PA379&dq=Descrittione+di+tutta+Italia,+nella+quale+si+contiene+il+sito+di+essa&hl=it&sa=X&ei=OY6fVeP2G4G6sQG5mbXwDg&ved=0CDcQ6AEwBA#v=onepage&q=Descrittione%20di%20tutta%20Italia%2C%20nella%20quale%20si%20contiene%20il%20sito%20di%20essa&f=false

3 https://books.google.it/books?id=fMT1USCck1kC&pg=RA1-PA34&lpg=RA1-PA34&dq=lusitani+bibliotheca+fratrum+praedicatorum&source=bl&ots=WIWQxh-eED&sig=F4KCgYARbP-oSWu_9WMu7-r-MVA&hl=it&sa=X&ei=zfqfVbGFMYXyUJHoh9AG&ved=0CDMQ6AEwAg#v=onepage&q=claruit&f=false

4 https://books.google.it/books?id=2JHxEH1ljfkC&printsec=frontcover&dq=michele+pio&hl=it&sa=X&ei=kCOiVe30GorYU8zok7gN&ved=0CDYQ6AEwBA#v=snippet&q=nard%C3%B2&f=false

4 https://books.google.it/books?id=8RBEAAAAcAAJ&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false

5 https://books.google.it/books?id=kVmQuIYy5JkC&printsec=frontcover&dq=ambrosius+altamura&hl=it&sa=X&ei=RyqiVc2rNsesUaukh-AG&ved=0CCcQ6AEwAQ#v=onepage&q=ambrosius%20altamura&f=false

6 https://books.google.it/books?id=dwqHjGEGHmcC&pg=PA195&dq=antonio+pizzamano&hl=it&sa=X&ei=I6qfVf6OCsG-UqyzgbgL&ved=0CCMQ6AEwAQ#v=onepage&q=antonio%20pizzamano&f=false

7 https://books.google.it/books?hl=it&id=Th4hAQAAMAAJ&q=lll#v=onepage&q=lll&f=false

8 https://books.google.it/books?hl=it&id=n5YKJvt0_noC&q=jkk#v=onepage&q=jkk&f=false

9 https://books.google.it/books?id=6bNLAAAAcAAJ&printsec=frontcover&dq=editions:lhRjZBX2xbUC&hl=it&sa=X&ved=0CCYQ6AEwAWoVChMIjevc1rraxgIVgls-Ch2oGwAr#v=onepage&q&f=false

10 Su di lui vedi https://www.fondazioneterradotranto.it/2015/07/02/regolamentazione-dei-senza-fissa-dimora-nel-regno-di-napoli-secondo-la-testimonianza-di-giovanni-bernardino-manieri-di-nardo/; nel manoscritto ivi menzionato è assente la biografia del Securo.

11 Sull’alta considerazione che Ambrogio Salvio, vescovo di Nardò dal 1569 al 1577, ebbe di Francesco Securo ecco quanto si legge in Sebastiano Pauli, Della vita di Ambrogio Salvio, Stamperia arcivescovile, Benevento, 1716 (https://archive.org/details/dellavitadelvene00paol), p. 8:

12 Ribadito pure dal suo discendente Michele nella nota 1 all’opera di Giovanni Bernardino Ragionamento storico recitato nell’apertura dell’Accademia degl’Infimi rinnovati di Nardò,  in Opere di Angelo, Bartolomeo, Bonaventura, Giovanni Beranardino e Tommaso Tafuri di Nardò stampate ed annotate da Michele Tafuri, Stamperia dell’Iride, Napoli, 1848, v. I, p. 68, nota che riporto integralmente da https://books.google.it/books?id=IVFhPm_DxnMC&pg=PA61&dq=tafuri+ragionamento+istorico&hl=it&sa=X&ei=th-iVbv2DseAUYuKjoAM&ved=0CCYQ6AEwAQ#v=onepage&q=tafuri%20ragionamento%20istorico&f=false

 

 

 

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