La Terra d’Otranto in due antiche carte nautiche

di Armando Polito

Dopo il portolano del XVII secolo di cui mi sono occupato in https://www.fondazioneterradotranto.it/2014/01/17/a-pesca-in-rotta-verso-punta-palascia-con-a-bordo-una-vecchia-carta-nautica-ma-la-rete-e-di-ultima-generazione/ la sorte ha voluto che sotto gli occhi me ne capitassero due ben più antichi.

Il primo risale al XIV secolo (precisamente al 1375) e, noto con il nome di Atlante catalano, è attribuito dubitativamente al cartografo spagnolo  Abraham Cresques1.

Ecco la vista d’insieme dell’opera tratta da http://it.wikipedia.org/wiki/File:Atles_catal%C3%A0.jpg

 

La stessa può essere più agevolmente letta e scaricata dal link http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/btv1b55002481n.r=atlas.langEN

L’atlante2 si compone di sei mappe (ognuna costituita da due carte in pergamena incollate su legno). L’immagine che segue si riferisce alla prima metà della quarta mappa, in cui ho evidenziato l’Italia con un’ellisse rossa.

Passo ora al dettaglio con i toponimi  che ci interessano, dopo averlo opportunamente ruotato per evitare brutte conseguenze alle vertebre cervicali …

 

Faccio osservare come il colore rosso contraddistingue i centri più importanti (Taranto, Otranto e Brindisi).

Da notare CAP DES LEUQUES anziché CAP DE LEUQUE (come si legge in testi letterari successivi2), probabilmente per suggestione dei Leuci, popolo della Gallia belgica, tra la Marna e la Mosella, presso l’odierna Toul.

Da notare ancora la presenza del toponimo PETROLA, più estensivo della città di Villanova che allora già esisteva, come dimostra un documento della cancelleria angioina (RA, 1276/77, n. 27, f. 147v) datato 20 giugno 1277: illis qui faciunt opera curie nostre castri Brundisii, turris, que dicitur Lucaballus, et murorum Terre Petrolle, que dicitur Villa nova … (a quelli che fanno per la nostra corte le opere del castello  di Brindisi, della torre che è chiamata Lucavallu e dei muri di Terra Petrolla, che è chiamata Villanova …).

Il secondo portolano, di anonimo, proviene da Maiorca e risale al 1462. Può essere letto e scaricato dal link http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/btv1b53064888c.r=italie+du+sud.langEN

Dopo la visione d’insieme con l’Italia evidenziata allo stesso modo

passo, come nel caso precedente, al dettaglio, anche questa volta opportunamente ruotato.

Da notare anche qui il rosso riservato ad Otranto, Taranto e Brindisi.

Questa mappa rispetto alla precedente presenta in più EGNAZIA, ROCA, S. CATALDO e VILLANOVA, in meno GALLIPOLI, UGENTO e LECCE. Considerato che il LEZI (Lecce) della mappa precedente si può considerare, in un certo senso, riassuntivo di ROCA+SAN CATALDO, l’assenza di UGENTO e, più sorprendentemente, di GALLIPOLI autorizzerebbe ad ipotizzare una perdita di prestigio per questi scali a distanza di un secolo.

Per C. LEUQUES vale quanto detto per il CAP DES LEUQUES della mappa precedente. Su Punta Cavallo mi piace ricordare che il toponimo deriverebbe dalla deformazione popolare della locuzione latina caput valli (capo di difesa), legata ad una notizia riferita nelle Cronache dell’ordine domenicano di S. Antonino (1389-1459), vescovo di Firenze, secondo la quale proprio su quella punta fece naufragio nel 1250 la nave che recava a bordo Luigi IX re di Francia. Fu soccorso dall’arcivescovo di Brindisi, Pietro III, che ricevette dalle mani del sovrano, per portarla in città, l’Ostia consacrata che Luigi IX non aveva abbandonato neppure per un attimo nei momenti terribili del naufragio. A questo punto s’innesta una leggenda popolare, riportata da Pasquale Camassa nella sua Guida di Brindisi, Mealli, Brindisi, 1897, secondo la quale lungo la riva dalle orme lasciate dal cavallo  dell’arcivescovo durante il trasporto dell’Eucaristia si formarono sorgenti di acqua dolce. E così da caput valli si sarebbe passati a Cavallo e poi a Punta Cavallo. L’antichità della leggenda è dimostrata da Lucaballus presente nel documento di epoca angioina cui si è fatto prima riferimento per PETROLA.

Per PITROLE (Petrolla) e VILANOU (Villanova) vale quanto già detto per la mappa precedente sempre a proposito di PETROLA.

N. B. Per Petrole in particolare vedi la segnalazione del sig.Emilio Distratis nel suo commento leggibile, con la mia risposta, in https://www.fondazioneterradotranto.it/2017/08/12/la-terra-dotranto-un-portolano-del-xiv-secolo/

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1 Su di esso vedi il saggio di J. A. C. Buchon e J. Tastu, Notice d’un atlas en langue catalane, Imprimerie Royale, Paris, 1839. Nella prima edizione uscita l’anno precedente non risultavano identificate Petrola, Gagiti (Guaceto), Lezi (Lecce), Cap de Leuques (Capo di S. Maria di Leuca), Sorgenti (Augento) e Gallipolli (Gallipoli).

2 Per esempio: Gabriel Chappuys, L’éstat, description et gouvernement des royames et republiques du monde, tant anciennes que modernes, Chaudier, Paris, 1598.

 

 

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