Antonio Pignatelli, da vescovo di Lecce a pontefice

ANTONIO PIGNATELLI

VESCOVO DI LECCE NEL 1671

DIVENNE PAPA INNOCENZO XII NEL 1691

di Lucio Causo

Antonio Pignatelli nacque a Spinazzola il 13 marzo 1615 da famiglia di principi napoletani. Prima di entrare nella carriera ecclesiastica fu al servizio dei Cavalieri di Malta. Poi divenne Nunzio Apostolico in Toscana nel 1652, in Polonia nel 1660, a Vienna nel 1668, per risolvere alcune controversie sorte con il pontefice Clemente X; nel 1671 fu inviato a Lecce, dove agì come vescovo amministratore, lontano dagli affari di Stato della Curia Vaticana, e solo nel 1673 riuscì a tornare a Roma.

Papa Innocenzo XI, nel 1681 lo elevò alla porpora cardinalizia; fu anche vescovo di Faenza e Legato alla diocesi di Bologna.

Nominato Arcivescovo di Napoli nel 1687, dopo la morte di Alessandro VIII, fu eletto papa il 12 luglio 1691, dopo un lungo conclave che durò cinque mesi, e prese il nome di Innocenzo XII. Nella villa romana appartenente alla nobile famiglia dei Pignatelli si può ammirare la bella statua del papa, opera dello scultore Tavolini.

Innocenzo XII fu un pontefice pio e caritatevole, sommo servitore della Chiesa verso la quale cercò di ricondurre il clero con i suoi esempi di umiltà e di singolare spiritualità. Combatté il nepotismo, vincolando i cardinali con una bolla (Romanum decet pontificem) a desistere dal favorire i loro congiunti, ridusse le cariche superflue della Curia e si distinse per l’aiuto e l’istruzione ai poveri. Fra l’altro, confermò la condanna del giansenismo (che nel Belgio aveva trovato molti consensi) e del  quietismo, convinzione religiosa che privilegia la contemplazione mistica.

Innocenzo XII trovò la soluzione di molti problemi nati dopo il dissidio della Santa Sede con Luigi XIV; infatti, ottenne la restituzione di Avignone nel 1693, la ritrattazione dei vescovi francesi per gli articoli galligani del 1682, secondo i quali si doveva concedere al Re il diritto di nominare i reggenti degli Episcopi e non vi era la necessità di ricorrere al pontefice per la definizione di determinate cause, pur restando la conferma del Diritto di Regalia, cioè degli introiti delle sedi vescovili vacanti in tutti i territori del regno, voluto da Luigi XIV in favore del suo Stato.

Papa Pignatelli garantì l’appoggio del Vaticano alla Corte di Vienna per difendere l’imperatore Leopoldo in occasione delle ostilità con i Turchi.

Non mancarono le corrispondenze d’intesa con Carlo II di Spagna, al quale il pontefice raccomandò di donare per successione i domini spagnoli al nipote Filippo D’Angiò, anziché all’arciduca Carlo d’Austria (sostenendola Franciacontro gli Asburgo).

Un anno prima di morire, sollecitato ancora da Luigi XIV, Innocenzo XII censurò l’opera di Fénelon , accademico e arcivescovo di Cambrai, intitolata: “Explications des maximes de saints”, ma tollerò le pubblicazioni sulla predestinazione del cardinale teologo benedettino Celestino Sfondrati, accusato da Bossuet di quietismo, ossia di esperienze mistiche che annullano qualsiasi personalità umana per contemplare solo le cose divine.

L’opera prestigiosa di papa Innocenzo XII, vescovo di Lecce dal 1671 al 1673 (a tale proposito, Giacomo Carito, sul “Quotidiano” del 16 settembre1994, ha scritto che Antonio Pignatelli è stato vescovo di Lecce dal 1671 al 1682; evidentemente, pur restando a Roma, aveva conservato l’incarico per gli affari amministrativi dell’Episcopio leccese) fu improntata da una grande capacità di governare la Chiesa con azione immediata, senza trascurare l’opportunità della prudenza.

Papa Innocenzo XII si spense a Roma il 27 settembre 1700 e gli succedette Clemente XI.

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