Alfredo Romano

    Alfredo Romano è nato a Collemeto di Galatina (Lecce). Vive e lavora a Civita Castellana (Viterbo), dove da anni dirige la biblioteca comunale. Ha esordito sul periodico “Il Ponte” con il lungo racconto Le Langhe, Il Nuto, Viaggio intorno a Cesare Pavese. Seguono: Salento tra mito e realtà (Congedo, 1993); Ci sono notti che io, una raccolta di poesie… continua

Un dialogo sulle pagine di “Piccoli seminaristi crescono”: Luciano Provenzano e l’autore Alfredo Romano sui ricordi e il significato di un’esperienza che li accomunò

Parte prima: recensione di Luciano Provenzano E dunque, “lu vinu se lu futtira tuttu iddhi (…)!” (pag. 52) Dato però che “un bicchiere di vino rosso” veniva dato ai seminaristi “nei giorni di festa grande” (pag. 48), e che di quel vino era stata fatta “offerta” al seminario, potrebbe essere che il vino di suo… continua

Irene Mancini intervista Alfredo Romano sull’emigrazione salentina a Civita Castellana. ULTIMA PARTE.

di Irene Mancini C’era il progetto di tornare giù o si pensava di rimanere qui a Civita? “Alcuni si fermavano a Civita solo per il lavoro stagionale del tabacco, da marzo a settembre, ma i restanti mesi li trascorrevano nel Salento. Altri prendevano fissa dimora qui a Civita col solo obiettivo di trovare delle opportunità… continua

Irene Mancini intervista Alfredo Romano sull’emigrazione salentina a Civita Castellana. TERZA PARTE.

di Irene Mancini So che venivano impiegati anche i ragazzi nella lavorazione del tabacco, lei che ricordo ha? “La maggior parte delle famiglie aveva figli piccoli. Di ragazzini che infilzavano tabacco e che aiutavano i grandi anche sul campo raccogliendo i mazzi raccolti, ne ho visti a iosa. Ma chi aveva 12 anni circa già… continua

Irene Mancini intervista Alfredo Romano sull’emigrazione salentina a Civita Castellana. SECONDA PARTE.

di Irene Mancini VAI ALLA PRIMA PARTE DELL’INTERVISTA Ma c’erano salentini che abitavano nel centro storico? non stavano tutti nelle campagne? “Abitare nel centro storico, per i salentini, era una conquista: significava aver rotto i legami col tabacco e aver trovato un lavoro più da cristiani, un lavoro preferibilmente in ceramica, ma anche nelle cave… continua

Irene Mancini intervista Alfredo Romano sull’emigrazione salentina a Civita Castellana. PRIMA PARTE.

di Irene Mancini L’intervista è tratta dal libro I leccesi a Civita Castellana: storia di emigrazione e di tabacco, edito dalla Biblioteca Comunale di Civita Castellana nel 2008. L’autrice, Irene Mancini, è nata a Civita Castellana. Vive e lavora a Viterbo, dove insegna sociologia e svolge il ruolo di operatrice sociale presso la casa circondariale. Si… continua

Il mio San Martino di tanti anni fa

  di Alfredo Romano Qui a Civita Castellana la festa di San Martino non dice nulla: un giorno come un altro. Ma io fremo a questa indifferenza, provo fastidio che il giorno in cui si stappano le botti per dare incominciamento al vino nuovo qui nessuno se ne curi. E ritorno ai giorni della mia… continua

Libri| Mia madre che amava le bambole

Raccontare storie per riscattare la bellezza del nostro vivere quotidiano, per osservarlo con gli occhi dei grandi affabulatori, capaci di cogliere qualcosa di unico anche nelle storie più comuni: è quanto accade in questa raccolta di racconti ad opera di Alfredo Romano. Dal Salento alla provincia viterbese, tra l’euforia delle feste popolari e i sapori… continua

Non ho avuto libri da bambino

di Alfredo Romano Non ho avuto libri da bambino, non c’erano i libri. La carta era quella paglierina del pizzicagnolo che ti incartava un’aringa o cento grammi di ricotta forte, detta schianta. La pagina era quella di un vecchio giornale che trovavi dal barbiere, tagliata fino a ricavarne un mazzo di quadratini sui quali sfregare… continua

Le varie fasi della lavorazione del tabacco

di Irene Mancini Didascalie in vernacolo salentino di Alfredo Romano Le fasi della lavorazione del tabacco richiedono cure scrupolose, abilità ed esperienza non indifferenti, oltre che una gran fatica. I lavori preparatori del terreno, detti comunemente coltivi[1], sono di tre tipi. Il primo viene eseguito subito dopo la prima pioggia autunnale e prima della caduta… continua

Facciamo causa alla Sibilla?

di Armando Polito Chiedo scusa al lettore se ogni tanto mi concedo qualche divagazione uscendo fuori dall’ambito della cultura specificamente salentina, ma, se è giunto a leggere queste righe, se la prenda con la bontà della redazione nei miei confronti … Anche questa volta il primo stimolo mi è stato dato da un’immagine, quella di… continua

A proposito di soprannomi

di Alessio Palumbo   Leggendo, in calce alla poesia “L’innamorato imbranato”, lo scambio di commenti tra Armando Polito e Alfredo Romano sui nomignoli legati alla provenienza cittadina, mi è tornato alla mente un episodio riguardante il mio paese d’origine: Aradeo. Da ragazzino irrequieto ed eccessivamente vivace qual ero, non di rado mi sentivo appioppare l’appellativo… continua

23 aprile. San Giorgio in un racconto salentino

di Alfredo Romano Il fatto di san Giorgio [In basso la versione in dialetto salentino] Racconto tratto dal libro “Lu Nanni Orcu, papa Cajazzu e altri cunti salentini” di Alfredo Romano. Nardò, Besa, 2008.  C’era una volta una che, essendo donna molto pia, non mancava di recarsi in chiesa per assistere a tutte le funzioni.… continua

Le varie fasi della lavorazione del tabacco

di Irene Mancini Didascalie in vernacolo salentino di Alfredo Romano Le fasi della lavorazione del tabacco richiedono cure scrupolose, abilità ed esperienza non indifferenti, oltre che una gran fatica. I lavori preparatori del terreno, detti comunemente coltivi[1], sono di tre tipi. Il primo viene eseguito subito dopo la prima pioggia autunnale e prima della caduta… continua

DELL’INNOMINATO, DELL’ODIO ED ALTRO

L’articolo che segue (mai pubblicato) era destinato al periodico cittadino La Gazzetta Falisca (del quale ero redattore) in vista delle elezioni politiche del 2006. Non è comparso per decisione del direttore: censura? Ho ritenuto così di dare le dimissioni dalla redazione e non ci misi più piede. Il mio non era un intervento politico, ma illustrava… continua

Veniva da Lecce la bella maestrina

Caro Marcello, oggi 13 gennaio 2013 mi è arrivata la notizia che la mia vecchia maestra delle scuole elementari è scomparsa. Non so se puoi farne un post con il racconto “Veniva da Lecce la bella maestrina” che a sua volta fu pubblicato. Un caro saluto Alfredo     Veniva da Lecce la bella maestrina:… continua

Quando la befana smise di portarmi le sue calze

di Alfredo Romano Negli anni Cinquanta del secolo scorso bastava poco per far contento un bambino. Una caramella era già un dono prezioso e, se la ricevevi da un estraneo, dovevi prima cercare l’assenso del genitore che ti faceva cenno col capo. A Collemeto, paese prossimo in linea d’aria al campo d’aviazione militare di Galatina,… continua

Cosenza – Lecce andata e ritorno. La Tav della passione

La mia terra mi entra nelle vene come morfina e sento finalmente il sereno, la memoria della mia vera ragion d’essere. (Raffaella Verdesca) di Raffaella Verdesca L’aria umida di fango e temporale appesantisce il mio umore. Lancio uno sguardo al calendario e tiro le somme di quasi un mese di pioggia ininterrotta. Non sono fatta… continua

Al mio paese nessun morto è mai morto…

  di Alfredo Romano Non ho avuto libri da bambino, non c’erano i libri. La carta era quella paglierina del pizzicagnolo che ti incartava un’aringa o cento grammi di ricotta forte detta schianta. La pagina era quella di un vecchio giornale che trovavi dal barbiere, tagliata fino a ricavarne un mazzo di quadratini da inchiodare… continua

Parabita. Si presenta Volti di carta, storie di donne del Salento che fu

Il Presidio del libro di Parabita  Cantieri culturali aperti – Emergenze Sud è lieto di invitare la S. V. alla presentazione del libro VOLTI DI CARTA, STORIE DI DONNE DEL SALENTO CHE FU       (Ed. Albatros-Il Filo) DI RAFFAELLA VERDESCA MARTEDI’ 16 OTTOBRE ORE 18,30 PALAZZO FERRARI – PARABITA Venti ritratti di donne salentine tra le… continua

Piccoli seminaristi crescono

Presidi del Libro di Nardò e Caffè Letterario di Via Roma presentano Piccoli seminaristi crescono (Negroamaro) di Alfredo Romano … Domenica 14 ottobre 2012 ore 19.00 Sala Roma Piazza Pio XI – Nardò Introduce – Norberto Pellegrino Presidente Caffè Letterario di Via Roma a Nardò Relatore Pier Paolo Tarsi   Piccoli seminaristi crescono (Negroamaro) di… continua

Culàcchi te papa Cajàzzu

La contramizione di Alfredo Romano   Se cunta a Galàtune ca ‘na fiata papa Cajàzzu spicciàu na matìna cu ddica na messa te suffràgiu e sse buscàu le mille lire ca ne spettàvanu. Cu lli sordi mpóscia, essìu te la chiesa cu ttorna ccasa, quandu, pe’ la strata, ne vinne cu schiatta te pišciàre. Ṭruàndusi… continua

Racconti salentini/ Don Tuninu

di Alfredo Romano Nc’era nu prete ca se chiamava don Tuninu. Tenìa na bbeddha cantina china te vinu, te oju e de sardizze. Ogni giurnu ca passava però, vitìa ca tuttu ‘stu beneteddìu chianu chianu se ssuttijàva. A dire la verità, don Tuninu nu suspettu su cci lu rrubava lu tenìa: lu Tore, lu sacristanu… continua

Lu fattu te li ṭṭre ppreti / Racconti salentini

di Alfredo Romano (In basso la traduzione in italiano del racconto) A ‘nnu paese, ‘na fiata, ia ‘na beddha fèmmana mmaritata ca se chiamava Maria. Vista era mutu tevota e šcia sempre ‘lla chè­sia. Addhai ca lu prete ne zziccàu mmenare l’occhiu a lla Maria, tantu ca ‘nu bellu giurnu, spicciàtu ca ia te messa, la chiamàu… continua

Li maccarruni pišciati / Racconti salentini

di Alfredo Romano C’era ‘na fiata ‘nu frate ca scia ‘lla limòsina, e šciu ba ttuzza a ‘nna casa addhune ne aprìu na vagnone nu’ ttantu giustata te capu. Ca tisse a llu frate: «Spetta, ca vau pìju ‘na cosa.» E šciu ba nne pìja lu tiestu cu ‘nnu picca te maccarruni ca èranu rimasti… continua

Il fatto di san Giorgio / Racconti salentini

di Alfredo Romano Il fatto di san Giorgio [In basso la versione in dialetto salentino] Racconto tratto dal libro “Lu Nanni Orcu, papa Cajazzu e altri cunti salentini” di Alfredo Romano. Nardò, Besa, 2008.  C’era una volta una che, essendo donna molto pia, non mancava di recarsi in chiesa per assistere a tutte le funzioni.… continua

Racconti salentini/ Quiddhu te la crapa

di Alfredo Romano Quello della capra [versione in lingua italiana; in basso la versione in dialetto salentino] Racconto tratto dal libro “Lu Nanni Orcu, papa Cajazzu e altri cunti salentini” di Alfredo Romano. Nardò, Besa, 2008. Era una che si chiamava Maria ed era in attesa di un bambino. Allora il marito le disse:«Non sarà… continua

Lu fattu te san Giorgi / Racconti salentini

di Alfredo Romano Lu fattu te san Giorgi  Nota. Il narratore popolare, dovendo far parlare i santi e il prete, si sforza inutilmente di farli parlare in italiano. In basso la traduzione in italiano del racconto Nc’era ‘na fiata ‘na piarella ca era mutu beddha e abitava a cca­sa soa paru cu fràtusa. Scia sempre ‘lla… continua

Il solito dubbio di trascrizione per un fonema salentino

La d cacuminale retroflessa di Armando Polito La d cacuminale retroflessa: quattro chiacchiere tra il serio e il faceto. La riproduzione grafica di un fonema presente in una parola dialettale è un problema antico ed ancora attuale e di soluzione difficilissima. Se infatti si usassero i simboli dell’alfabeto fonetico internazionale i fonemi recherebbero dei simboli… continua

Lu furese susu ‘lla ciùccia / Racconti salentini

di Alfredo Romano Lu furese susu ‘lla ciùccia (Tit. originale: “Ca te cquai passava iu”. In basso la traduzione in italiano) ‘Na fiata ‘nu furese scìu fore ‘n cavaddhu lla ciùccia cu ffazza la munda te le ulìe. Topu ca ttaccàu la ciùccia sotta ‘nn àrburu, salìu susu ‘nna ulìa e sse mise ssettatu propriu susu… continua

Lu cane te Lecce e llu cane te Bari / Racconti salentini

di Alfredo Romano Lu cane te Lecce e llu cane te Bari (In basso la versione in lingua italiana) Na fiata ‘nu cane te Lecce se ffruntàu cu ‘nnu cane te Bari. Quistu stringìa ‘n’ossu am bucca. Lu cane te Lecce ‘llora tisse a quiddhu te Bari: «Si’ bonu cu ddici Bari?» «Bàaari, » e… continua

I salentini a Civita Castellana / Ritorno alla Tenuta Terrano: le foto di ieri e di oggi.

di Alfredo Romano Nel 1965 la mia famiglia emigrò da Collemeto nel Salento a Civita Castellana per la coltivazione del tabacco. Si calcola che almeno cinque mila salentini a quel tempo siano emigrati nell’arco di 15 anni nel Viterbese. I primi due anni furono durissimi, l’alloggio cui ci aveva destinato il primo proprietario terriero era… continua

Le more mi fanno impazzire…

di Armando Polito Detto così sarebbe, se non fosse per la prima immagine certamente meno accattivante, forse, di quella di Manuela Arcuri, una di quelle esternazioni che, anche se fatte da un personaggio famoso, mi lasciano totalmente indifferente; e io famoso non sono, per cui debbo rinunziare a questa forma di autocompiacimento. E lo faccio… continua

Mia madre Lucia che amava le bambole

 di Alfredo Romano Mia madre aveva una passione smodata per le bambole, anche in tarda età non smetteva di circondarsi di bambole: vedevi bambole sul divano, sulla macchina da cucire, sul letto grande e sui lettini, sul piano della specchiera e della cucina e, quelle che erano di troppo, le teneva chiuse nell’armadio. A parte… continua

Il lamento del latinista e scrittore Luca Canali sulla rivista L’Immaginazione

/ di Alfredo Romano Quando si dice che la vecchiaia è una carogna. E già, mi ha colpito lo sfogo di Luca Canali sull’ultimo numero della rivista L’Immaginazione (San Cesareo di Lecce: Piero Manni, n. 268, 2012, p. 30). Canali, scrittore di romanzi e racconti, saggista e traduttore dei classici latini, alla bella età di 87 anni si… continua

Dal canto gregoriano agli echi ancestrali degli stornelli di lavoro e d’amore della campagna salentina

ALFREDO ROMANO CANTANTE  Voce formata allo studio severo del canto gregoriano nei cinque anni di permanenza presso il Seminario diocesano di Nardò e contemporaneamente plagiata dagli echi ancestrali degli stornelli di lavoro e d’amore della struggente campagna salentina   di Nino Pensabene      A primo acchito sembra si riagganci molto alla Scuola dei Cantautori Genovesi,… continua

Leccesi, c’era una volta / Pasqualino torna dalla Svizzera. 7a ed ultima parte.

  di Alfredo Romano PREMESSA    Dalla stazione di Lecce partivano a frotte gli emigranti negli anni ‘50 e ‘60, tutte le sere: Francia, Germania, Svizzera, Belgio. Il mio paese si spopolava, di giovani soprattutto. Le ragazze da marito restavano ad aspettare. A volte invano. Ne ho viste di donne bionde portate al paese.  … continua

“Il principio dei lavori virtuali” e altre tecniche di innamoramento scientifico

di Raffaella Verdesca Una buona parte degli studenti italiani, sia moderni che di generazioni passate, sembra non nutrire particolare simpatia per le materie scientifiche. Di questa irriducibile schiera ho fatto parte anch’io fino a qualche giorno fa, momento in cui ho dovuto ufficialmente rettificare la mia posizione dichiarandomi riappacificata, se pur non intima, col mondo… continua

Leccesi, c’era una volta / Quando esce la taranta. 6a parte.

/  di Alfredo Romano / IL VIDEO: Alfredo parla del tarantismo. Segue monologo e l’esecuzione di 2 pizziche con la partecipazione di Mina Fabiani e di Giuseppe Maniglio alla chitarra. / PREMESSA AL TARANTISMO CON QUALCHE DIVAGAZIONE C’è stato nel Salento, fino a qualche anno fa, un fenomeno detto del tarantolismo, fenomeno che è sopravvissuto… continua

Leccesi, c’era una volta / Mio padre Giovannino. 5a parte.

di Alfredo Romano PREMESSA D’estate ci si levava presto per la raccolta del tabacco. Si andava sul campo che era ancora buio. Mio padre Giovannino si alzava per primo e, mentre mia madre Lucia preparava il caffè, lui, sigaretta già in bocca, cominciava la perlustrazione del campo che stava nei pressi della casa colonica: andava… continua

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