di Armando Polito
In un post del 21/1/2014 (https://www.fondazioneterradotranto.it/2014/01/20/la-terra-dotranto-ieri-e-oggi-614-castro/) scrivevo: In attesa che le risultanze archeologiche emerse dagli scavi del 2007-2008 (vedi Castrum Minervae, a cura di Francesco D’Andria, Congedo, Galatina, 2009) confermino definitivamente, magari grazie ad ulteriori fortunati nuovi ritrovamenti (una bella statua di Minerva, per esempio, o anche una sua parte, purché l’una e l’altra siano in grandezza naturale o, meglio ancora, ultranaturale, sarebbe la prova quasi finale che Castro sia da identificarsi proprio come il luogo del primo sbarco di Enea immortalato da Virgilio …
Il recentissimo ritrovamento a Castro di una grande statua dà un carattere felicemente profetico alle mie parole e quasi quasi, con questa credenziale del non gufo, potrei comunicare al Presidente del Consiglio di essere disponibile al conferimento, su nomina diretta, di un incarico di prestigio anche secondario (tanto non sarebbe certamente secondario l’aspetto economico, quello, come dice Razzi/Crozza, della grana).
Le credenziali di tipo culturale non contano, nonostante la dominante sciamanico-divinatorprofetica delle mie? Lo sospettavo (a dire il vero ne ero più che certo per quelle culturali non inquinate…, con le quali, com’è noto, non si mangia) ma, da ingenuo quale sono, per un attimo ho ceduto, sia pure solo col pensiero, alla tentazione …
In attesa che gli esperti dicano la parola definitiva (almeno si spera) sull’identificazione della statua, il pensiero corre in prima battuta a Minerva (corrispondente alla greca Atena; non a caso la civetta, l’animale a lei sacro, reca il nome scientifico di Athene noctua) e la fantasia galoppa immaginando in qualche modo che la statuetta rinvenuta nei precedenti scavi sia quasi una miniatura di questa enormemente più grande.
Non è così, perché la postura è totalmente differente; ma, da appassionato dilettante allo sbaraglio, dopo aver indossato i panni dell’indovino, voglio abbandonarmi ad un gioco comparativo lasciando al lettore trarre le conclusioni.
Nella prima immagine (tratta da http://relicsquest.blogspot.it/search?q=castro) la statuetta rinvenuta a Castro nel corso della campagna 2007-2008, nella seconda (tratta ed adattata da http://www.lavocedimanduria.it/wp/rirtovato-il-busto-di-minerva-dove-approdo-enea.html) la statua rinvenuta recentissimamente, nella terza (tratta da https://it.wikipedia.org/wiki/Minerva_(statua)#/media/File:Scarico_votivo_1.jpg) la statuetta rinvenuta nel 1984 nello scarico votivo di Privati (Castellammare di Stabia, conservata (subito dopo il ritrovamento, ora non so dove, nell’antiquarium di Stabia e datata al III secolo a. C.
La posizione del braccio destro della grande statua (che a dire il vero vedo un po’ sovradimensionato) mi sembra compatibile con la postura della statuetta di Privati. E se si rinvenisse la testa in condizioni di chiara leggibilità e un frammento, solo un frammento, di scudo? …
Gli elementi iconografici per ora mancano. Solo il gigantismo depone per una divinità, ma anche la cura della deposizione nel terrapieno in cui è stata ritrovata. Oggi è venuto fuori un tronco di colonna dorica del diametro di 60 cm circa e sul tardi il palmo della mano (lo vedi nella mia bacheca facebook) e a mia impressione dalle dita aperte non mi pare impugnasse cosa chiara da capire. il braccio destro invece è molto simile alla statuetta campana ed mi pare anche un buon artificio per collegare una estremità al busto in modo che non sia troppo fragile e d esposta alle rotture. Secondo me l’iconografia è tutta nella testa.