Aldo de Bernart. In memoria

di Paolo Vincenti

Pronuncia sempre con riverenza questo nome – maestro – che dopo quello di padre, è il più nobile, il più dolce nome che possa dare un uomo a un altro uomo.

(Edmondo De AmicisCuore, 1886)

 

Ancora qualcuno, degli amici più giovani o a lui più  lontani, mi chiede incredulo: “ma è vero, il professore de Bernart è scomparso?”.  E’ passato un decennio dalla dipartita di Aldo de Bernart ma il vuoto che ha lasciato in chi, come me, lo ha conosciuto, frequentato, amato, è incolmabile.

Il 1 marzo 2013 il maestro de Bernart è passato nel mondo dei più, seguendo di circa un anno, la sua compagna di vita, donna Maria Pia Castriota Scanderbeg. Gli amici e tutti collaboratori si sono stretti attorno alla sua famiglia, la figlia Aida ed il figlio Mario, e la comunità salentina di studi umanistici è rimasta orfana  di così alto nobile esempio. Noblesse oblige, mi veniva da dire spesso, pensando al caro Aldo, ma nel suo caso questa non era una formula vuota o di circostanza, ma manifesto di vita di chi aveva fatto dell’eleganza e dell’aristocrazia dei modi il proprio tratto distintivo.

Quando se ne va un personaggio del calibro di de Bernart, capita spesso di fare solenni encomi pubblici,  caricando di retorica i propri interventi, facendosi prendere, pure in buona fede, dall’enfasi che trasporta anche chi, in genere, mantiene uno stile severo e sorvegliato. L’aggettivo più usato negli interventi fatti nelle immediatezze della scomparsa è stato: maestro.  E quale miglior aggettivo può riassumere la missione di una vita, l’alto magistero che de Bernart ha portato in tutti i consessi, negli studi, nei convegni, ed anche negli incontri informali nei quali si trovava?

Egli si è guadagnato sul campo la stima e finanche la riverenza  perché, oltre a sapere molto per avere tanto studiato, fino all’ultimo continuava ad imparare. E credo che sia proprio questo a trasformare un  insegnante elementare in guida spirituale ed esempio da seguire, ovvero  un “maestro” in un “Maestro” .

A pochi mesi dalla sua comparsa già diverse iniziative si sono svolte nel nome di Aldo de Bernart. Nel numero di marzo 2013 della rivista “Presenza Taurisanese”, il direttore Gigi Montonato dalle pagine del Brogliaccio Salentino ha dedicato a de Bernart un breve ricordo, scrivendo di lui: “un autentico signore, nel senso più tradizionale ed ampio del termine”.  Non poteva mancare un omaggio dalla rivista “NuovAlba” con la quale de Bernart ha avuto un lunghissimo e proficuo rapporto di collaborazione. Nel numero del marzo 2013 della rivista parabitana, un bell’editoriale, a firma di Serena Laterza, ricorda “Il nobiluomo dal cuore grande”,  e un articolo di Ortensio Seclì,  “Non è più con noi”, traccia anche un excursus bibliografico con tutti gli scritti di de Bernart apparsi su NuovAlba, dal primo numero del 2001 fino all’ultimo del dicembre 2012. Sul numero  del 4-7 aprile 2013 della rivista a diffusione locale “Piazza Salento”, compare un ricordo di de Bernart a firma di Aldo D’antico, il quale scrive: “ Se ne è andato un altro. Un altro di quelli che non solo hanno dedicato la propria vita alla produzione culturale, ma hanno avuto ruoli definitivi nello sviluppo delle conoscenze storiche di questa terra. Aldo de Bernart, scomparso lo scorso marzo a 88 anni, ha attraversato tutto lo scorso secolo con uno spettro ampio di impegno, approfondimento, produzione..” Sulla rivista “Il Galatino” di Galatina, del 26 aprile 2013, è riportato uno scritto di Paolo Vincenti dal titolo “Aldo de Bernart, storico e poeta raffinato”.

Sabato 18 maggio 2013, nell’Aula Magna del Liceo Classico “Francesca Capece” di Maglie, è stato ufficialmente presentato  il numero  XXIII della miscellanea della Società di Storia Patria per la Puglia, sezione Basso Salento, “Note di Storia e Cultura Salentina” (Edizioni Grifo 2013). Nel libro, dedicato alla memoria del socio de Bernart, centrale è il saggio di Paolo Vincenti “La figura e le opere di Aldo de Bernart (con Bibliografia)”, già pubblicato da Vincenti  in “Di Parabita e di Parabitani” (Il Laboratorio Editore 2008).

A Ruffano, la sua città adottiva, non si poteva mancare di ricordare il maestro. E infatti, in occasione dei festeggiamenti civili e religiosi in onore  del patrono Sant’Antonio da Padova, sabato 8 giugno, nella Chiesa Parrocchiale “B.M.Vergine”, su impulso del parroco Don Nino Santoro, si è tenuto un convegno su “La Chiesa Natività di B.M.V. – a 300 anni dalla sua riedificazione”, con una “Memoria del prof. Aldo de Bernart”, da parte di Alessandro Laporta e Giovanni Giangreco. Inoltre, martedi 11 giugno 2013, organizzata dalla Biblioteca Comunale di Ruffano, si è tenuta una serata dedicata a “Pietro Marti. La figura di un intellettuale poliedrico”, per celebrare un personaggio di spicco del passato ruffanese, ovvero il testé citato Marti, storico, giornalista e operatore culturale, in occasione del 150° della nascita e dell’80° della morte. Dopo gli interventi del Sindaco Carlo Russo e del prof. Orlando D’urso, in rappresentanza della Società di Storia Patria sezione Basso Salento , gli interventi di Alessandro Laporta, direttore della Biblioteca Provinciale di Lecce e di Ermanno Inguscio, principale conoscitore della figura del Marti (al quale ha dedicato un libro monografico).

Paolo Vincenti ha letto un intervento di Aldo de Bernart tratto dalla sua recente plaquette “Cenni sulla figura di Pietro Marti da Ruffano”, perché del Marti  de Bernart è stato il primo biografo. E il ricordo di de Bernart ha fatto da leit motiv fra i vari interventi della serata.  Infine, sul numero 63 della rivista gallipolina “Anxa News” ( maggio-giugno 2013) è riportato un bellissimo scritto di Alessandro Laporta, “Ritratto di Aldo de Bernart”.  Queste le prime intraprese,  ma credo siano ancora tante le iniziative  in cantiere nei prossimi mesi per ricordare il maestro gentiluomo.

 

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