Libri| La Sho’ah. Il giorno della memoria

AA.VV., “LA SHO’AH. IL GIORNO DELLA MEMORIA”, A CURA DI MAURIZIO NOCERA, S.L. 2019, PP.52.

 

di Paolo Vincenti

Un agile libriccino dal titolo impegnativo: La Sho’ah. Il giorno della memoria, a cura di Maurizio Nocera (gennaio 2019), ci riporta ad una tematica sempre attuale e intimamente avvertita.

La celebrazione del 27 gennaio, in Italia più che altrove, ha costantemente ricevuto grande risonanza, attraverso scuole, enti, associazioni, che si sono fatti promotori di attivazione delle pratiche del ricordo. In Puglia, principale sponsor della Giornata della memoria è stata la rete laterziana dei Presìdi del libro che attraverso le scuole di ogni ordine e grado sparse sul territorio regionale, spesso in collaborazione con le più sensibili associazioni locali, attiva ogni anno svariate celebrazioni, che non si esauriscono in quel solo importante giorno ma abbracciano interamente il mese di gennaio e sconfinano in quello di febbraio, a volte con significative estensioni per tutto l’anno scolastico. Il libro in parola, realizzato con il sostegno del Comitato promotore dell’Unesco di Lecce, si apre con una significativa citazione di Jean Paul Sartre, tratta dall’opera L’antisemitismo.

Maurizio Nocera, noto e prolifico studioso salentino, scrittore, poeta ed alacre operatore culturale, ha voluto pubblicare questo libro, dalla copertina patinata e dalla elegante veste grafica, senza scopo commerciale, con la meritoria intenzione di distribuirlo gratuitamente agli studenti degli Istituti Superiori di secondo grado, destinatari privilegiati, come si diceva sopra, delle iniziative legate alla Sho’ah, un termine ebraico, tratto dalla Bibbia (Isaia 47, 11) che significa “distruzione”, passato ad indicare per estensione l’eccidio degli Ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale (abitualmente ma non del tutto propriamente definito “Olocausto”).

Nel libro viene ospitato un intervento del 1997 di Avram Goldstein Goren (1905-2005), magnate della finanza ebreo romeno e filantropo, vissuto fra la Palestina e l’Italia, testimone della Shoah, che usa parole semplici eppure emblematiche, togliendole dalle sue memorie di deportato pubblicate in due libri di grande successo. Segue poi un poemetto in versi liberi di Maurizio Nocera, dal titolo “Il demonio della morte ad Auschwitz”, di recente composizione.

Nel suo intervento Maurizio Nocera, anche segretario della sezione leccese dell’Anpi (Associazione nazionale partigiani italiani), ricorda come nella campagna di odio antisemita, la Shoah fu la punta più estrema della programmatica opera di sterminio del popolo ebreo voluta dalla mente criminale di Adolf Hitler. Cionondimeno, grandi furono le responsabilità del regime fascista italiano che seguì il dittatore tedesco nella sua dissennata politica, che sfociò nel progetto di pulizia etnica con l’Olocausto.

La più grande vergogna della politica fascista viene individuata da Nocera nelle leggi razziali promulgate nel 1938 e successivamente nella creazione anche in Italia dei campi di concentramento sul modello dei lager tedeschi. Di questi, il più tristemente noto è quello di Auschwitz-Birkenau, a nord di Cracovia, Polonia, dove vennero uccisi milioni di Ebrei, insieme a Rom e Sinti, e liberato dall’Armata Rossa il 27 gennaio del 1945. Questo giorno successivamente è diventato la Giornata della Memoria, istituito in Italia con una legge del 2000, recepita poi anche dall’Onu, che ha dichiarato il 27 gennaio Giornata mondiale della Memoria.

Questo impegno è stato promosso principalmente dall’Unesco, ovvero l’Organizzazione delle Nazioni Unite per la Scienza, l’Educazione e la Cultura, nata nel 1946 dalla volontà dei Ministri della Cultura dei Paesi alleati. Su questa organizzazione mondiale e sul suo impegno per la cooperazione e la pace nel mondo, si sofferma Pompeo Maritati nel suo intervento all’interno del libro. Lo stesso Maritati, presidente del club Unesco di Lecce, individua le cause di una immane tragedia come l’Olocausto, non solo nella precisa volontà del regime nazista, ma anche nella acquiescenza dei popoli europei, nella loro indifferenza di fronte ad una simile aberrazione. Ciò perché il regime totalitario aveva in qualche modo svuotato la coscienza della gente, fino ad annullare ogni capacità critica, non solo nel popolo minuto, nella massa degli illetterati, ma addirittura negli intellettuali, molti dei quali avallarono incredibilmente le deportazioni di massa e poi il genocidio. L’indifferenza, sostiene Maritati, seguendo le parole di Liliana Segre, fu mortale almeno quanto i lager e le camere a gas. Maritati sottolinea poi come, dopo la fine della guerra, nonostante il famoso processo di Norimberga, molti criminali nazisti la abbiano fatto franca, con la complicità dei governi nazionali, primo fra tutti il governo tedesco, che imbastì dei processi farsa, garantendo la sostanziale immunità dei colpevoli. Ciò che grida vendetta agli occhi del mondo, secondo Maritati, è proprio questa assenza della giustizia di fronte al genocidio degli ebrei e a chi lo operò. Ecco che il giorno della memoria serve allora non solo per ricordare quanto accadde e per commemorare le vittime del nazifascismo, ma anche per stimolare la riflessione e il pensiero critico delle nuove generazioni di fronte agli emergenti totalitarismi e alle persecuzioni che in forme diverse si perpetuano in svariate parti del mondo, a danno di indifese minoranze.

La seconda sezione del libro, “Voci nel vento”, è dedicata ai dipinti di Massimo Marangio, artista salentino che dipinge con la tecnica del bitume su tela. L’autore rappresenta l’inferno del lager nazista attraverso l’esposizione espressionista dei protagonisti di quell’orrore, le vittime della persecuzione, o più che altro, si potrebbe dire, dei loro corpi. Corpi nudi, emaciati, volti scarniti e magri, esili figure pallide che si muovono come fantasmi sul teatro di una tragedia infinita. Persone ed animali, esponenti di un’umanità dolente, deprivata, protagonisti anonimi popolano questi quadri, dalle rese cromatiche forti, e le immagini ci arrivano inquietanti, stranianti. I contorni sono sfumati, ci lasciano percepire solo una massa indistinta di condannati, morti viventi, a volte sotto lo sguardo vitreo dell’ufficiale nazista la cui macabra figura si staglia sulla turba dei senza volto. Massimo Marangio, che insegna presso il Liceo Artistico Ciardo- Pellegrino di Lecce, ha esposto nelle maggiori fiere nazionali ed è originario di San Pietro Vernotico, il paese di Domenico Modugno, al quale ha anche dedicato una mostra nel 2018, “Dipinti pensati su Domenico Modugno e Pierpaolo Pasolini”, curata proprio da Maurizio Nocera. La ricerca storica è alla base delle sue pitture, come si può evincere dai titoli delle varie personali (basti citare, fra le altre: “Balconi a Oriente”, “Testimoni del tempo” “I luoghi della Taranta”, “Arie crepuscolari”). Marangio è un pittore impegnato che non esita a scegliere tematiche di carattere sociale nelle sue opere. Emblematica è questa, presente nel libro, sebbene priva di didascalie e di qualsiasi commento; forse, nell’intenzione dei proponenti, per lasciare che siano le immagini a parlare da sé. Il messaggio arriva forte e chiaro. Ed assolutamente consigliabile è la lettura del libro.

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Un commento a Libri| La Sho’ah. Il giorno della memoria

  1. Non solo è “consigliabile … la lettura del libro”, ma, soprattutto, ne è la relativa meditazione, amlla luce dei recenti avvenimenti in altre terre che per ironia della storia stanno subendo qualcosa di simile fra i loro simili da quella che fu definita “AR” di liberazione.
    Molto è ancora da scrivere quando altri “archivi” non emozionali saranno disponibili.

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