Anch’io ho indetto un referendum …

di Armando Polito

Il post, questa volta, si compone di una sola, semplicissima domanda, alla quale i lettori che vorranno potranno dare la loro risposta, motivandola, se riterranno opportuno. L’unica differenza rispetto a qualsiasi altro referendum, a parte la possibilità appena enunciata, sta nel fatto che la consultazione durerà una settimana (non ci sono seggi né scrutatori da retribuire e noi neretini diciamo: quand’è ggratis ùngime tuttu!1) per consentire anche ai lettori meno fedeli ed a quelli dell’ultima ora di esprimere il proprio voto scrivendo nello spazio riservato ai commenti la forma ritenuta corretta. A consultazione conclusa, con un altro, apposito post, sarà reso pubblico il risultato e mi auguro che segua un ampio dibattito.

In quella circostanza, comunque, darò risposta anche alla legittima domanda che qualcuno si sarà posto: – Ma che ci azzecca il brexit o la brexit con la cultura salentina? -.

Nell’attesa è pregato di rispondere alla mia …

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6 Commenti a Anch’io ho indetto un referendum …

  1. Buongiorno Armando, la mia preferenza è per la forma femminile che si accorderebbe con la componente “exit” del neologismo, che in italiano traduciamo con “uscita”: “l’uscita della (Gran) Bretagna o, in alternativa, dei Britanni da …”.

    Nel salutare, segnalo la versione salicese dell’espressione che hai riportato e che indica l’ampia e generosa disponibilità di molti soggetti a prender parte ad un evento, meglio se produttivo di un beneficio materiale, ancor più se alimentare, quando non è previsto alcun esborso in denaro: se ete francu, ungimene tuttu!

    Un cordiale saluto

  2. Entrambe, direi, ma con significati diversi: mentre “la brexit” indica “l’uscita della Gran Bretagna”, dunque l’insieme delle procedure che occorrerà mettere in atto per accompagnare i progressivi cambiamenti nei rapporti UE/Gran Bretagna, “il brexit” indica invece il referendum, l’atto ovverosia della scelta posta in essere dal Popolo Britannico. Questi i miei due centesimi sull’argomento, per dirla all’anglosassone.

  3. Son d’accordo con chi dice entrambe con le stesse motivazioni da lui (Valentino Trraversa) addotte. Anche nellla lingua piemontese il gratuito è gradito e viene sottolineato (“ma loli a l’é a gratis!”; lo stesso valeva, in forma pseudomoralista. “Cola lì a l’ha dà a gratis” (Quella LA dà, senza pretendere nulla in cambio).

  4. Nel momento in cui scrivo (sono le ore 9 del 5 luglio) il referendum è iniziato, ormai, da parecchie ore e sono pervenuti solo tre voti. Ringrazio vivamente chi li ha espressi , come faccio anticipatamente con tutti i lettori che vorranno aderire all’iniziativa. Tenendo presenti, però, gli antichi detti salentini “Bbatti lu fierru quand’è ccautu” (traduzione dell’italiano “Batti il ferro quand’è caldo”) e “Mar’allu muertu ci non è cchiantu allora” (non conosco, in questo caso, corrispondente italiano ma, tradotto, suonerebbe “Guai al morto che non è pianto al momento della sua morte”), dubito che fino alle ore 24 del 10 p. v., quando si chiuderà la consultazione virtuale, il numero dei votanti avrà subito una significativa impennata …

    • La tua ironia, graditissima per contrasto con altra sedicente tale, di cui parlerò estesamente al momento della comunicazione dell’esito (per il momento cerca di non dimenticarti di questa parola, poi capirai …) referendario, rischia, paradossalmente, di rendere l’iniziativa più seria di quanto fosse inizialmente nelle mie intenzioni.
      La rete consentirà ad ognuno di controllare il voto dell’altro, ma, sia chiaro, il giudizio sulla sua nullità o meno spetta solo a me. Debbo rimproverarti, anzi mi corre l’obbligo di rimproverarti (non cambia una mazza, ma fa più effetto …), perciò, di esserti arrogato con quel tuo lapidario “scheda nulla” competenze che non ti spettavano. Questo referendum l’ho deciso io, lo gestisco io, faccio tutto io.
      A questo punto qualcuno benevolo sospetterà che parte dello spirito di Pippo Baudo si sia incarnato ante mortem suam in me, mentre il malevolo, storcendo il muso. sentenzierà: – Questo è un 5 Stelle! -, lasciandomi col dubbio atroce di chi non sa se in quel momento gli è stata appioppata un’ onorevole (in senso letterale, almeno per ora …) etichetta politica o un’altra, senz’altro meno nobile, nonostante sul piano commerciale essa indichi un pregio notevole (vuoi mettere le cinque stelle con l’unica che può vantare il salame Negroni?). E più in là non mi spingo …

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