Nardò nella poesia di un neretino contemporaneo

di Armando Polito

Se avessi riportato fin dall’inizio il titolo della poesia ed il nome dell’autore sicuramente avrei avuto più lettori di quanti non ne garantiscano Nardò e neretino (sulle chances di poesia in tal senso non mi pronunzio …); avrei, però, tradito la sua umiltà e riservatezza, due sole delle tante doti su cui è fondata la stima che da molti decenni ho di lui.

Su questo blog ho avuto spesso occasione di ricordare neretini del passato più o meno illustri, con particolare riferimento, più di una volta, alla loro produzione poetica. Spesso, però, per trovare autentiche perle non è necessario l’oculare di un cannocchiale per guardare lontano nel passato, basta inforcare gli occhiali (parlo di me, chi non ne ha bisogno può farlo ad occhio nudo) e leggere il presente. Può capitare, così, che su un social network, accanto a banalità sconcertanti spacciate per spunti geniali e subissate da una caterva di altrettanti idioti mi piace, compaia ogni tanto qualcosa che illumina il buio pesto dei valori che il nostro tempo sta vivendo. Proprio per questo, per la valenza educativa che essa, sia pure per pochi, può assumere, non la considero come la classica perla data in pasto ai porci. Mi è parso, perciò, opportuno, anzi, doveroso, recuperarla da quella sorta di calderone e riproporla in un contesto che consentisse di non condensare la propria ammirazione in un breve commento fatto di parole, tutto sommato, inflazionate e perciò banali o, peggio, in un lapidario e sbrigativo mi piace.

Debbo confessare che su quel social network, appena letta la poesia, pur sostenendo, e lo faccio da sempre, all’inizio del sintetico messaggio inviato che qualsiasi commento a qualcosa di bello può fare solo danni, subito dopo ho aggiunto che di questa mia stessa posizione teorica me ne fottevo e ho incarnato tutto questo in un contraddittorio quanto banale Bellissima!

Oggi mi piace spingere al massimo questa contraddittorietà largamente vissuta nella mia pratica professionale (anche perché se in classe mi fossi limitato solo all’aspetto fisiologico della lettura, pur coadiuvato da un paio d’occhiali all’ultima moda …, tutti avrebbero potuto accusarmi a buon diritto di essere un ignorante o, forse peggio, un opportunista e lavativo) ed ovviare, sia pur in minima parte, alla banalità di quel Bellissima!, pur nella consapevolezza del rischio di fraintendere il messaggio dell’autore (ma credo che qui non ci sia nulla che propizi l’equivoco) o, peggio, di incrostarlo con il mio modo di sentire (ma questo, forse, è l’inconveniente-destino più bello al quale ogni poesia possa andare incontro …).

Le righe fin qui scritte hanno abbondantemente coperto lo spazio iniziale (non a caso al festival di Sanremo e simili i posti di uscita più ricercati dai cantanti sono il primo e l’ultimo …) ed è giunto il momento di dire che il titolo della poesia è Nardò dentro e l’ha scritta il nostro concittadino , non nuovo, per chi non lo sapesse,  a prove del genere1 ma anche fine traduttore2, nonché autore del testo Inno a Nardò musicato da un altro neretino doc e di peso, il maestro Francesco Libetta.

Luigi mi perdonerà se ho scelto il modo forse più pedante e scolastico (le note, a fronte per renderne più comoda ed immediata la lettura) per sottolineare i momenti salienti del suo canto; un espediente, forse, per evitare un commento di ampio respiro (ammesso che fossi stato capace di articolarlo) ad un canto che di suo ne ha uno amplissimo.

_____________

1 Alla mia terra: poesie, s. n., Nardò, 1960

Il velo del tempio, Cultura Duemila, Ragusa, 1991.

Fili e labirinti, s. n., s. l., 1994

Prechere nosce, s. n., s. l., 1994.

Nove salmi, Barbieri, Manduria, 1994.

Canto e lamento al secolo che muore, Tipografia Ruggeri, Nardò, 1996.

Il Guercio di Puglia,  s. n., Nardò, 1985; ristampa Besa, Nardò, 2006.

Nardò, mia cantilena, Besa, Nardò, 2003.

Vita e dintorni, Besa, Nardò, 2003.

2 Pierre de Calan, Dittature o libertà, Edizioni Paoline, Modena, 1975

Louys Bouyer, Il Padre invisibile: approcci al mistero della divinità, Edizioni Paoline, Roma, 1979.

Jean Guitton, La medaglia miracolosa: al di là della superstizione, la Vergine à Rue de Bac, San Paolo, Milano, 1997

Reynal Sorel, Orfeo e l’orfismo: morte e rinascita nel mondo greco antico, Besa, Nardò, 2003.

Georges Lapassade, Gente dell’ombra, transe e possessioni, Besa, Nardò, 2007.

Luisa Agrifani, Nardò: tutti i colori del Salento, Carrino, Nardò, 2008.

Nikolaj Stoyanov, Visto di transito, Besa, Nardò, 2008.

Gilles  Del Passas, Il bacio del grongo, Besa, Nardò, 2013.

Condividi su...

8 Commenti a Nardò nella poesia di un neretino contemporaneo

  1. Poesia molto bella evoca immagini e emozioni nella mia mente. Mi piacerebbe sapere il nome dell’autore.

    • Nessuno ci crederà, ma forse questo è, tra tutti i miei magnanimamente ospitati da questo blog, il pezzo che ho riletto più volte. Probabilmente la voglia di presentare in modo discreto, quasi in penombra, l’autore mi ha giocato un brutto scherzo, a tal punto da farmene omettere il cognome, quasi il nostro, con effetto opposto, fosse (non è, però, che non lo meriti …) il Luigi neretino per antonomasia. L’inconveniente non è grave a livello locale. Chi, infatti, tra i neretini non conosce Luigi Ruggeri? Ecco, gentile lettore, ho risposto a mia volta con una domanda alla sua iperlegittima e ora non corro più il rischio di perseverare in un’omissione ancora una volta fluttuante nel mare delle mie divagazioni.

      Nel chiederle scusa per quanto successo mi permetto, però, di muovere un piccolo appunto alla sua pigrizia, sia o non sia lei di origini neretine. Come si fa a non tentare di sfruttare le risorse che la rete offre (mi riferisco a quelle con uno spessore ben più ampio di quello mostrato da questo o quel network, da questo o quel blog …) per scoprire l’identità del provvisoriamente anonimo che ha evocato nella nostra mente immagini e emozioni?

      – Ancora – dirà – una domanda! -. Non vorrei, però, che essa, insieme con la prima, fosse ascritta ad una smania professorale; mi piacerebbe solo che anche gli altri fruitori della rete sapessero, come so fare io, digitare la parola chiave più appropriata non solo per tenersi aggiornati sull’ultimo amorazzo di questo o di quel personaggio ma anche per soddisfare curiosità più nobili. Nella fattispecie un aiuto sufficiente e determinante poteva venire dall’elenco dei titoli delle opere citate nella nota 1.

      Concludo ringraziandola non solo per l’attenzione dedicata alla poesia e, sia pure in modo indiretto com’è normale che sia, al mio commento, ma soprattutto per avermi consentito di conservare il taglio discreto originale del pezzo e, senza minimamente toccarlo, di ovviare all’omissione rispondendo al suo commento.

      • Chiedo scusa per la mia”pigrizia,”non mi ero reso conto che l’autore si nascondeva in quella lista di autori.
        Grazie di nuovo.
        M. Nocita

  2. È bello, di mattino, risvegliarsi, con una così splendida lettura e un così azzeccato commento. La poesia è…una poesia, cosa che al giorno d’oggi non è facile riscontrare. Una poesia che ti lascia nel suo ampio respiro, tutta l’armonia della parola, quella parola che, solo così, può diventare evocativa di un passato che radddolora il presente, come purtroppo fa, ogni raffronto. Non c’è una sbavaturaTutto è scritto nel suo minimo che ti da il massimo e che ti lascia il cuore acceso di mille luci. BELLISSIMA!

  3. …certo certo Illustre Professore …-accanto a banalità…-:fuori luogo e tempo .Le Vostre sono ottime essenziali asserzioni culturali ;specialmente ,quando cardiocamente spronano a battere più forte – aldilà -dei tecnicismi che pure chiarificano il rapporto sull’esplicitato compositivo -sonoro – musicale -da pentagramma ,comprensibile , perchè colto nella regola dove evidenzia il giusto operato .Diverso poi dal personale criticismo, che è sempre una forma estetica del proprio giudizio . ringrazio sempre e che domineiddio La conservi sempre lucido e forte -cordialità e saluti peppino.

Lascia un commento

La Fondazione Terra d'Otranto, senza fini di lucro, si è costituita il 4 aprile 2011, ottenendo il riconoscimento ufficiale da parte della Regione Puglia - con relativa iscrizione al Registro delle Persone Giuridiche, al n° 330 - in data 15 marzo 2012 ai sensi dell'art. 4 del DPR 10 febbraio 2000, n° 361.

C.F. 91024610759
Conto corrente postale 1003008339
IBAN: IT30G0760116000001003008339

Webdesigner: Andrea Greco

www.fondazioneterradotranto.it è un sito web con aggiornamenti periodici, non a scopo di lucro, non rientrante nella categoria di Prodotto Editoriale secondo la Legge n.62 del 7 marzo 2001. Tutti i contenuti appartengono ai relativi proprietari. Qualora voleste richiedere la rimozione di un contenuto a voi appartenente siete pregati di contattarci: fondazionetdo@gmail.com.

Dati personali raccolti per le seguenti finalità ed utilizzando i seguenti servizi:
Gestione contatti e invio di messaggi
MailChimp
Dati Personali: cognome, email e nome
Interazione con social network e piattaforme esterne
Pulsante Mi Piace e widget sociali di Facebook
Dati Personali: Cookie e Dati di utilizzo
Servizi di piattaforma e hosting
WordPress.com
Dati Personali: varie tipologie di Dati secondo quanto specificato dalla privacy policy del servizio
Statistica
Wordpress Stat
Dati Personali: Cookie e Dati di utilizzo
Informazioni di contatto
Titolare del Trattamento dei Dati
Marcello Gaballo
Indirizzo email del Titolare: marcellogaballo@gmail.com

error: Contenuto protetto!