La fòcara sta per illuminare la notte di Novoli

fòcara

di Giancarlo Leuzzi

 

La tradizione novolese è inserita nella Rete Italiana di Cultura Popolare e sostiene la “Dieta Mediterranea”, patrimonio dell’Unesco.

Il fuoco buono, il falò più grande del mediterraneo, alto 25 metri e largo 20 sta per illuminare la notte di Novoli nel cuore della Valle della Cupa.

La Fòcara è costruita con circa 80mila fascine di tralci di vite secchi provenienti dai feudi del Parco del Negroamaro, sapientemente posate con tecniche tramandate di padre in figlio da almeno quattro secoli. Col tempo sempre più imponente e maestosa, è un rito che si perde nella notte dei tempi.

Negli anni, questo rituale millenario e propiziatorio, ha saputo superare i confini del Salento per conquistare un pubblico sempre più vasto, crescendo fino a superare i centomila visitatori. L’evento, conosciuto in tutta la Puglia, attrae migliaia di spettatori da tutto il sud d’Italia ed è stato oggetto anche di un documentario del National Geographic.

L’edizione del 2015 è legata al nome di Jannis Kounellis, pittore e scultore di fama internazionale. Con l’aiuto degli uomini del Comitato Festa, l’artista di origine greca ha arricchito la montagna di fascine con un’opera densa di significati simbolici.

“I Giorni del Fuoco” profumano poi di enogastronomia con la mostra mercato dei prodotti tipici del Salone Cupagri del Gal valle della Cupa e la Rassegna delle Cantine con i vini doc del Parco del Negramaro e delle Città del vino di Puglia.

All’interno della rassegna infatti e nell’ambito del Festival della Dieta Mediterranea CUPAGRI, il giorno 15 siete invitati a partecipare alla tavola rotonda “Dieta Mediterranea e sviluppo territoriale: identità, stile di vita, cultura e sostenibilità tra tradizione e innovazione”. Vi aspetto per parlare di agrobiodiversità e delle eccellenze agroalimentari alla base del nostro modello nutrizionale e della tradizione enogastronomica salentina.

 

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4 Commenti a La fòcara sta per illuminare la notte di Novoli

  1. Ma è possibile, dico io, che non ci sia stato uno straccio di pittore o scultore locale o salentino, magari pure giovane …, in grado di evocare questi “significati simbolici”? Prima a Lecce Airan Berg, ora a Novoli Jannis Kounellis …

  2. Già, strano il Salento da questo punto di vista, molto “esotico”. Da un lato vanta la salentinità di ogni straniero che è passato anche per caso da qui (ultima l’astronauta in orbita che è “stata a Galatina”) dall’altro snobba le eccellenze locali. Quasi ci fosse un forzata “sudditanza” e quel che arriva da fuori sia meglio a prescindere…. Sull’operato strapagato di Airan Berg calo un pietoso velo, ho assistito a due interventi suoi rigorosamente in inglese con interprete a lato che ci erudiva sulle parole del boss. L’esito lo conosciamo, Lecce non ha avuto neppure un voto (anche se qualcuno la piazzava come seconda).

  3. Jannis Kounellis il 16/2/2017 ci ha lasciato.
    KOUNELLIS e l’edizione della Fòcara 2015 prima di morire non potevano non incontrarsi un giorno. Fatti l’uno per l’altra.
    Elevazione esponenziale dell’arte, quindi. Lui, tutore dell’arte povera, della materia bruta, della scultura viva, invitato dalla Fondazione della Fòcara di Novoli a interagire con una delle più grandi opere artistiche mai concepite, la Fòcara, metafora di una comunità che costruisce un monumento per costruire la Polis tutta. Entrambe, la Fòcara e l’opera di Kounellis, si pongono l’obiettivo di toccare il trascendentale attraverso le cose infinitesimamente piccole della terra, come la legna che brucia. E che arderà da stasera, quando sarà acceso il falò della Fòcara.
    autore Ersilio Teifreto
    Per Kounellis rappresentano “la vittoria di una comunità Salentina che costruisce con il proprio sangue (tagliando al suolo e poi bruciando i tralci delle vigne dalle quali viene fatto il vino) un grandissimo falò a cui dà fuoco per proclamare la vittoria. La vigna simbolicamente è la vita, il vino è la linfa vitale, il sangue. È un rituale quasi teatrale. Questo taglio fino al fondo della terra, e questo fuoco non riguarda la morte ma riguarda la rinascita. È una vittoria perché tutto rinasce, compresa la linfa vitale che si rigenera!”.
    La Fòcara di Novoli per Kounellis possiede un valore spirituale unito a una strepitosa potenzialità artistica: “Il fuoco è diventato un elemento fortemente artistico a Novoli dato che non viene più fatto per creare il carbone. Il fuoco è verticale e va dritto al cielo, quasi un elemento spirituale. Tuttavia è opera dell’uomo, fa sentire l’uomo forte e sano. E questo fuoco ha ancora più significato perché è rivolto a  Sant’Antonio. Fare il fuoco nel nome di un Santo rende tutto più straordinario e potente. A nome di Sant’Antonio la gente di Novoli esprime un ‘atto di potere’ mediante un rito propiziatorio, un rito che possiede una forza e una spettacolarità unica. L’uomo ‘nel nome di’ onora e glorifica tanto un “credo” quanto la grandezza di un popolo”.
    rilevatore Ersilio Teifreto

  4. “Fòcara 2020 Simbolo Dell’Inverno di Puglia”

    Novoli con la Fòcara sta cercando da qualche anno di entrare a far parte della lista dei beni immateriali e intangibili dell’UNESCO e dello stesso Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo è quello di valorizzare fenomeni culturali meglio rappresentati non tanto dal singolo bene, ma da una serie di monumenti in grado di esprimere in forma compiuta un determinato eccezionale valore universale Fòcara, Fracchie e Fanòve insieme.
    PUGLIA – Saranno i fuochi d’artificio a coronare la Fòcara 2020. L’esplosione colorata con effetti luminosi e sonori illumineranno l’opera di architettura contadina, la più grande nel bacino del Mediterraneo, che prenderà fuoco il 16 gennaio per la festa di Sant’Antonio Abate a Novoli.
    Dalla fusione dell’arte pirotecnica con la maestrìa contadina nasce un nuovo linguaggio di condivisione: il fuoco buono di Puglia. Per la prima volta, a Novoli, arriveranno infatti le delegazioni dei comuni di San Marco in Lamis con le fracchie e di Castellana Grotte con le fanòve. L’obiettivo è entrare a far parte dell’immenso circuito europeo insieme al riconoscimento da parte dell’UNESCO dei tre poli del fuoco pugliesi.
    Durante i festeggiamenti del Santo patrono Antonio Abate per le vie di Novoli arderanno le fracchie, i fuochi che indicano la strada sul Gargano nella notte del venerdì santo e bruciano senza fumo per illuminare il cammino dell’Addolorata alla ricerca del Figlio, e le fanòve che da 329 anni accendono il cielo di Puglia nella notte di festeggiamenti in onore della Madonna dell’Avetrana, l’11 gennaio, che secondo le credenze popolari salvò i contadini dalla peste. Rito e magia, tradizione e modernità si rinnovano per celebrare la Rete dei Fuochi di Puglia come attrattore turistico della stagione invernale.
    “Alla Focàra la Regione c’è!”, dichiara l’assessore all’Industria Turistica e Culturale della Regione Puglia Loredana Capone. “Ci siamo come soci fondatori di un progetto che vuole e ha diritto a mantenere la propria credibilità.
    Rispetto al passato, e a una cattiva gestione che ci ha consegnato purtroppo importanti lacune, stiamo lavorando perché chi lavora possa sentirsi soddisfatto ed essere retribuito.
    Per questo non ci sarà un nuovo “anno zero”, continueremo un lavoro che ha già seminato tantissimo e lo faremo insieme alla comunità, insieme a tutti quei volontari che non si sono mai tirati indietro, che non hanno mai mancato un’edizione, che si sono rimboccati le maniche anche quando tutto sembrava perduto. Perché è sulle persone che maturano le reti. Perché anche il miglior progetto senza le persone è destinato a fallire”.
    In campo per la città di Novoli anche il progetto nato dalla collaborazione con l’Accademia Belle Arti di Lecce per aprire il cantiere Museo d’arte contemporanea che ospiterà le importanti opere d’arte realizzate per la Fòcara dagli artisti di fama internazionale Jannis Kounellis, Hidetoshi Nagasawa, Daniel Buren, Sislej Xhafa, H.H.Lim, Mimmo Paladino, Ugo Nespolo e Gianfranco Baruchello.
    Insediamenti Antoniani in Puglia
    La Fòcara è stata selezionata a rappresentare il fenomeno oggetto della candidatura Unesco insieme ai complessi di San Marco in Lamis e Castellana Grotte
    Il processo di candidatura, ideato e avviato dalla Fondazione Fòcara e dal Comitato festa coordinato dal Sig. Sindaco Marco De Luca il coordinamento generale e l’assistenza tecnico-scientifica dell’Università del Salento e l’Accademia Belle Arti di Lecce ha già superato il primo stadio: l’inserimento del sito nella “tentative list”, la lista propositiva italiana dei beni da candidare.
    In considerazione della candidatura del fenomeno culturale il culto del fuoco Antoniano e della selezione della Fòcara tra i componenti della serie di insediamenti rappresentativi dell’esperienza monastica Antoniana in Italia, si è deciso di prendere parte a questo processo in essere, condividendone la validità e gli obiettivi. Infatti in questi ultimi anni l’orientamento dell‘UNESCO e dello stesso Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo è quello di valorizzare fenomeni culturali meglio rappresentati non tanto dal singolo bene, ma da una serie di monumenti in grado di esprimere in forma compiuta un determinato eccezionale valore universale.
    L’esperienza monastica dettata dalla Regola di Sant’Antonio Abate , ancora leggibile ai nostri giorni nelle radici culturali contadine più profonde del paesaggio antropico circostante, costituisce eredità imprescindibile dell’identità nazionale ed Europea.
    Inserito nella candidatura seriale del fenomeno monastico Antoniano, l’auspicato riconoscimento UNESCO della Fòcara potrà dare risonanza mondiale all’intero territorio pugliese e in particolare alla Valle della Cupa.
    Per il Comune di Novoli sarà certamente una grande opportunità di rilancio e sviluppo in termini culturali, turistici ed economici di rilievo: infatti la così detta zona dell’inverno Salentino intorno alla Fòcara sarà oggetto di studio nell’ambito di un piano di gestione per la tutela e la valorizzazione che riguarderà non solo il territorio di Novoli, ma anche una parte significativa del territorio circostante. Tutto questo comporterà investimenti importanti, ma grazie al processo di candidatura saranno maggiori le possibilità di attirare e reperire i fondi necessari.
    D’ora in avanti occorrerà dunque affrontare il lungo lavoro di preparazione del vero e proprio Dossier di candidatura e del relativo Piano di Gestione, che interesserà i tre siti prescelti, e che dovrà essere presentato alla Commissione Internazionale UNESCO.
    Autore Ersilio Teifreto

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