Ancora sul “fantomatico Manfredi Letizia”

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di Stefano Tanisi

 

Da assiduo lettore del sito della Fondazione Terra d’Otranto, ho avuto modo di leggere un recente articolo di Luciano Antonazzo dal titolo “Il fantomatico pittore Manfredi Letizia” [cfr. https://www.fondazioneterradotranto.it/2014/06/21/il-fantomatico-pittore-manfredi-letizia/].

Nella chiesa matrice di Muro Leccese vi è un dipinto dell’Assunta, inserito nell’altare dell’Annunziata, che la storiografia locale lo ritiene realizzato dal pittore Manfredi Letizia.

Lo studioso Antonazzo, nel riferito studio, afferma che il nome del pittore Manfredi Letizia sia frutto di un equivoco che «si deve ad un refuso di stampa che ha fatto saltare la virgola posta dal Maggiulli [L. Maggiulli, Monografia di Muro, 1857, p. 131] tra i cognomi Manfredi e Letizia», ipotesi questa che potrebbe essere condivisibile.

Che l’autore del dipinto dell’Assunta non fosse il “fantomatico pittore Manfredi Letizia” era già noto in un mio saggio “Nota sui dipinti di Aniello Letizia (1669 ca.-1762) nel convento e nella chiesa della Grazia di Galatone”, pubblicato nel 2009 sulla rivista “Miscellanea Franciscana Salentina”, anno 23, quando nella pagina 118 – nota 14 scrivevo: «vanno assegnati ad Aniello anche i piccoli dipinti dell’Assunta (i volti degli Apostoli trovano conferma nelle altre opere galatee) e dell’Immacolata (gli stessi angeli si possono ritrovare nella tela omonima di Montesano Salentino [cfr. https://www.fondazioneterradotranto.it/2012/09/01/aniello-letizia-e-il-dipinto-dellimmacolata-di-montesano/]) che sono altrove segnalati come opere di Manfredi Letizia (il “Manfredi”, pittore forse inesistente, è confuso presumibilmente con il sacerdote-pittore Giuseppe Andrea Manfredi da Scorrano, poiché nella chiesa [matrice di Muro Leccese] si conservano dipinti di questo artista)».

Nel 2012, pubblicavo sulla rivista “Leucadia. Miscellanea storica salentina”  – anno IV, uno studio, dal titolo “I dipinti di Aniello Letizia (1669 ca.-1762) nella Diocesi di Ugento-Santa Maria di Leuca”, dove, a pagina 31, ribadisco «Nella Chiesa Matrice di Muro Leccese, la storiografia locale ha assegnato a Manfredi Letizia i dipinti dell’Assunta e dell’Immacolata: da un confronto stilistico i dipinti in questione vanno invece attribuiti ad Aniello Letizia. Per il momento non abbiamo rinvenuto nessun documento riguardo ad un pittore di nome Manfredi Letizia di Alessano, pertanto è lecito dubitare se tale pittore sia realmente esistito». Nella nota 19 sempre di pagina 31 evidenziavo che «I volti degli Apostoli dell’Assunta trovano confronto con gli anziani raffigurati nelle tele della Chiesa del Crocifisso di Galatone, mentre gli angeli nell’Immacolata sono simili a quelli dei dipinti del Santuario di Leuca».

Ma la presenza del pittore Aniello Letizia nella maggior chiesa murese è confermata dal fatto che gli si possono attribuire anche i dipinti della Sacra Famiglia con i santi Anna e Gioacchino e di Sant’Oronzo (cfr. i miei saggi).

Di questi miei studi, presumibilmente, Antonazzo ne era a conoscenza, poiché nel 2012 la menzionata rivista di Storia Patria “Leucadia” pubblicava sia il mio saggio che quello dello studioso ugentino (L. Antonazzo, Il castello di Ugento e i d’Amore).

Anche nell’affermare che “Oronzo e Aniello Letizia sono cugini” ha dato per scontato che questa notizia sia da sempre conosciuta, non riferendo che questa indicazione è il frutto di mie lunghe ricerche d’archivio che finalmente hanno ridisegnato con maggiore chiarezza il quadro familiare dei pittori alessanesi Letizia, visto dagli studiosi, fino al 2012,  articolato e confuso.

Un altro nodo secondo me è da sciogliere nell’articolo dell’Antonazzo è l’attribuzione del dipinto dell’Assunta: il dipinto nel momento in cui lo attribuisco ad Aniello Letizia cerco di fornire dei possibili confronti stilistici con opere certe o documentate del pittore. Lo studioso attribuisce il dipinto «forse più ad Oronzo che ad Aniello Letizia», aspettandoci il confronto del dipinto murese con opere certe del pittore Oronzo Letizia, cosa che non si evince.

Il citare fonti d’archivio e bibliografiche ci sembra spesso dovuto a una gentilezza che si fa all’amico che ha pubblicato per primo la notizia che per un senso di scientificità del lavoro.

C’è da dire inoltre che, purtroppo, negli ultimi anni si sta verificando una sorta di “svago” nell’attribuire opere di pittura e scultura senza un metodo scientifico. È come i tanti quiz televisivi che ci si avventura a “lanciare” la risposta, senza aver minima cognizione dell’argomento. È questo sta nuocendo molto per la nostra Storia dell’Arte, perché sembra che le inesattezze vadano avanti e diventino difficili da estirpare, mentre gli studi più attenti vanno nel dimenticatoio o ignorati…

 

 

 

In Allegato foto: A. Letizia (attr.), Sacra Famiglia con i santi Anna e Gioacchino. Muro Leccese, chiesa matrice (foto S. Tanisi)

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2 Commenti a Ancora sul “fantomatico Manfredi Letizia”

  1. Le notizie forniteci sia da Maggiulli che da De Giorgi sono poco attendibili e la tela dell’Orazione nell’Orto degli Ulivi potrebbe ancora riservare delle sorprese (legate alla famiglia che l’ha commissionata). Per quanto riguarda altre tele presenti nella Parrocchiale murese, con riferimento a quelle firmate da Serafino Elmo, prometto di pubblicare presto un piccolo articolo. Ringrazio gli autori Antonazzo e Tanisi per aver ribadito, con il loro interessamento, quanto il patrimonio pittorico della chiesa dell’Annunziata di Muro Leccese sia degno di particolari attenzioni. Una menzione speciale al dott. Tanisi per il metodo accorto e scrupoloso con cui ha condotto le ricerche da lui citate.

  2. Ritengo che il dott. Tanisi avrebbe fatto meglio a chiedermi personalemente conto (dato che capita d’incontrarsi) di quanto ho scritto anziché lamentarsi pubblicamente di un presunto reato di lesa maestà nei suoi confronti: non ne aveva motivo.
    Egli ritiene forse di essere l’unico ad aver avanzato l’ipotesi della corrispondenza del pittore Manfredi Letizia con Giuseppe Andrea Mafredi, e conseguetemente dell’inesistenza del primo. Già nel 1974 Antonio Antonaci ( a pag. 226 del suo volume “L’arte a Muro Leccese: saggio di filosofia e storia dell’arte”), scriveva: “Per quanto riguarda invece il Gesù nell’orto, è probabile che il Manfredi di cui parla L. Maggiulli non sia Manfredi Letizia, bensì Giuseppe Manfredi, un prete-pittore di Scorrano… “.
    Diversi altri lo hanno seguito: dovevo citarli tutti in un brevissimo articolo col quale davo (o provavo a dare) soluzione a un problema irrisolto dal 1857?
    Per quel che concerne l’attribuzione dell’Assunta sono suoi colleghi, ai quali ho sottoposto il quesito, ad ipotizzare che l’autore potesse essere Oronzo e non Aniello Letizia; io mi sono semplicemente rimesso alla loro valutazione.
    E veniamo alla parentela tra Oronzo ed Aniello Letizia. Spetta certo al dott. Tanisi la primazìa della pubblicazione della notizia, ma la circostanza era a me, ed all’amico Antonio Faita, nota da oltre un decennio, da quando cioè abbiamo cominciato ad interessarci di Aniello Letizia per l’importanza che rivestiva la sua figura nelle ricerche che stavamo conducendo. Mi sarei dovuto autocitare?
    Ed è proprio nel corso di dette ricerche ( delle quali, fin dall’inizio, sono a conoscenza studiosi ed amici in comune), che mi sono imbattuto nel fantomatico pittore Manfredi Letizia; ho cercato di sciogliere il dilemma, cosa che il dott. Tanisi, studioso del Letizia, non ha fatto limitandosi a a replicare quanto da altri era stato ipotizzato.
    Si tranquillizzi il dott. Tanisi. Il suo saggio apparso su Leucadia viene citato ripetutatamente nel lavoro che sto portando avanti con l’amico Faita, ma non per fargli le pulci sulla data di morte del Letizia (14 giugno del 1761 e non del 1762), o sull’età che aveva al momento del decesso (circa 95 anni e non 93), bensì per complimentarmi per l’impegno che profonde nella ricerca tesa ad individuare, attraverso la comparazione di elementi figurativi e tratti fisiognomici, i dipinti di Aniello Letizia.
    Chiudo qui, non intendendo replicare alle sue ultime, e gratuitamente offensive, parole.
    Cordialmente Luciano Antonazzo

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