di Maurizio Miglietta
Si può notare una certa relazione tra l’origine del nome Maremma e l’origine del nome Salento. Entrambi i nomi derivano dalle caratteristiche morfologiche del territorio. I territori della Maremma e del Salento sono caratterizzati dalla massiccia presenza di paludi e di acquitrini. I due luoghi hanno poi avuto nel corso dei secoli lo stesso destino, la storia è stata matrigna con le popolazioni autoctone residenti nelle due aree in questione. Comunque è sempre il mare, che ha caratterizzato profondamente le due realtà storico-geografiche. Un’altra cosa, che lega insieme le origini dei due luoghi geografici, è la provenienza delle etnie che popolarono per la prima volta le due zone d’Italia, entrambe le etnie provenivano dal mare. Il Vocabolario Etimologico della Lingua Italiana di Ottorino Pianigiani fa risalire il nome maremma all’antico francese maremme, l’origine del nome sarebbe però latina, marit’ma, sincope di marìtima, ad indicare una terra sulla riva del mare. Infatti, salta subito all’occhio una certa somiglianza, che può essere colta più dettagliatamente nel brano seguente tratto dal sito http://it.wikipedia.org/wiki/Salento: ” Il toponimo Salento ha origini incerte. Secondo un leggenda deriva dal nome del Re Sale, un mitico re dei Messapi. Il nipote del Re Sale poi, il re messapico Malennio – figlio di Dasumno, avrebbe fondato Syrbar (primo nome della località costiera Roca, che significa Città del Sole), nonché Lyppiae (l’attuale Lecce) e Rudiae.
Uno studio di Mario Cosmai lo farebbe derivare da “salum”, inteso come “terra circondata dal mare”: i Romani, infatti, indicavano con Sallentini gli abitanti delle paludi acquitrinose che si addensavano intorno al Golfo di Taranto[1]. Esattamente dal libro citato: <<Salento in messapico significa “mare” : ce lo conferma Plinio che dice “Salentinos a salo dicto” (cfr. il greco hals,halòs e il latino salum, mare)>>Secondo Strabone, il toponimo deriverebbe dal nome dei coloni cretesi che qui si stabilirono, chiamati Salenti in quanto originari dalla città di Salenzia[2]. L’ipotesi di Marco Terenzio Varrone, invece, è quella di un’alleanza stipulata “in salo”, ovvero in mare, fra i tre gruppi etnici che popolarono il territorio: Cretesi, Illiri e Locresi[3].”
Si può notare una certa relazione tra l’origine del nome Maremma e l’origine del nome Salento. Entrambi i nomi derivano dalle caratteristiche morfologiche del territorio. I territori della Maremma e del Salento sono caratterizzati dalla massiccia presenza di paludi e di acquitrini. I due luoghi hanno poi avuto nel corso dei secoli lo stesso destino, la storia è stata matrigna con le popolazioni autoctone residenti nelle due aree in questione. Comunque è sempre il mare, che ha caratterizzato profondamente le due realtà storico-geografiche. Un’altra cosa, che lega insieme le origini dei due luoghi geografici, è la provenienza delle etnie che popolarono per la prima volta le due zone d’Italia, entrambe le etnie provenivano dal mare.
Si potrebbe pensare a un origine comune dei popoli etrusco e messapico, tanto per incominciare si potrebbe facilmente notare una certa comunanza delle origini, data dalla loro provenienza. Questi due popoli provenivano dal mare, il punto di partenza dal quale si erano imbarcati non si è mai conosciuto con certezza. Questo può essere considerato un punto in comune che mette in relazione i due popoli, e che potrebbe far pensare che magari avrebbero potuto avere le stesse origini. Un altro punto in comune è la mitologia che presenta quasi la stessa origine di alcune divinità dei due popoli. La religione e riti cultuali sono sicuramente un altro punto di contatto, e si può aggiungere a questa serie di analogie anche il culto dei morti, uguale in entrambe le etnie. Ma c’è di più una altra cosa in comune è l’alfabeto, che risulta essere quasi del tutto uguale per i due popoli del mare. Riportiamo qui di seguito un brano tratto dal sito web: http://www.belpaeseweb.it/articolo.asp?di=I+Messapi%2C+Etruschi+di+Terra+d+Otranto%3F&rubrica=Cultura&sezione=Rubriche&id_sezione=5&id_rub=58&id=3892“Le similitudini tra questi due popoli appaiono fin troppo evidenti, non solo nel pantheon, che vede nella coppia sacra messapica una corrispondenza nell’etrusca Aite-Persipnai (sebbene vi fossero anche Mantus e Mania), ma anche nella concezione della morte, della necropoli come vera e propria “città dei morti” distinta da quella dei viventi alla quale era però contigua e nel Mundus etrusco che ripropone la grotta messapica come luogo di passaggio soprannaturale. Anche gli Etruschi veneravano un dio del fulmine, Apulu (l’assonanza con “Apulia” è purtroppo solo suggestiva) ed due dei della superstizione, Tagete e Vetis che avevano caratteristiche simili a quelle di Bes. Anche gli etruschi veneravano infine Artume con le stesse caratteristiche della Thana messapica. Vi è perfino una leggenda che unisce questi due popoli, quella della ninfa Themis, patrona dell’aruspicina, la quale, provenendo dalla Città arcade Pallanzio, ritrovò nella terra dei Messapi il proprio alfabeto, iscritto sulla tavoletta bronzea conservata presso il Tempio di Minerva, e da qui le portò nel Lazio dove formò l’alfabeto latino. Senza addentrasi tuttavia nel campo proprio della linguistica si può notare, suffragati dalla sola mitografia, la sorprendente somiglianza tra l’alfabeto messapico e quello etrusco, dal quale il latino trasse origine e che sarebbe un ulteriore tassello nella conferma della comune origine del celebre popolo che colonizzò la toscana e di quello messapico, accomunati da queste veteres graecas litteras.
Un altro punto di contatto fra le due etnie era l’organizzazione politico-sociale delle loro comunità, riportiamo un’altra citazione tratta sempre dal sio web più sopra riportato: “La più sorprendente similitudine tra questi Messapi ed Etruschi si trova nella loro organizzazione sociale e politica. Come gli Etruschi i Messapi erano infatti organizzati secondo un criterio gerarchico al vertice del quale si situava un’aristocrazia sacra presieduta da un Re, traccia evidente della comune radice indoeuropea. L’unità politica di entrambi i popoli era la città, organizzata urbanisticamente secondo criteri ben precisi, con templi e città di pianta circolare, in perfetta continuità con quelle pre-italiche. Ogni città costituiva un istituzione a sé, indipendente in tutto e con una propria divinità tutelare, alla quale era dedicato un fuoco sacro pubblico, che tutta la popolazione era chiamata ad alimentare, come il fuoco era simbolo dell’unione domestica, il nucleo originario e fondante della società indoeuropea, ossia il clan familiare, fondato sulla natura.
Nel V secolo a.C. i Messapi si unirono in una lega sacra, modellata secondo una struttura tipicamente etrusca, ossia la dodecapoli, nella quale il numero sacro 12 era la cifra della compiutezza (la riduzione di 12 è infatti 1+2=3, numero della perfezione e 3 *4 – numero della terra – è uguale nuovamente a 12) della ricomposizione della totalità originaria, la discesa in terra di un modello cosmico di pienezza e di armonia. La Lega, fondata su un solenne giuramento di fedeltà, fratellanza e reciproco aiuto, non solo mise fine ai dissidi che vi erano stati tra le varie comunità, ma costituì il germe dell’unità politica ed ideale del Salento come entità politica, insomma, il cuore stesso della nostra Identità.”.
A questo punto sarebbe opportuno ipotizzare un’origine comune per le due etnie.
Azzardatissimo e terribilmente forzato. Che possano trovarsi similitudini fra civiltà diverse e distanti non è una novità. Che questa venga addotta come prova… beh, ce ne vuole! I Messapi non hanno costruito un regno coeso, longevo e potente come quella etrusco. Punto.
I Messapi (io chiamo Galabrioi tribu Dardana,quei Dardani che erano nella Troade ) vengono dalla bassa Illiria mentre gli Etruschi (Rasenna) dall’Anatolia (non mi dilungo ma erano in alcune zone di essa). I primi hanno una lingua indoeuropea gli altri parlavano una lingua agglutinante ( della stessa famiglia di quella degli Hurriti, Sumeri, Hatti, Minoici)..Stando ad alcuni studi su Eupedia l’y-dna degli Etruschi è molto simile a quello di Hurriti e Sumeri quindi…
I Messapi si organizzarono in una dodecapoli analoga a quella etrusca, e di fronte ai nemici esterni tale agglomerato di dodici città rimaste sempre coeso, compatto e forte. L’unità dei Messapi diede loro abbastanza forza da sconfiggere più volte gli spartani di Taranto, al punto tale che Archita (filosofo e stratega tarantino) decise proprio di indebolirli andando a minare la loro compattezza etnica e territoriale (conquistando città come Gallipoli, Otranto e Carovigno). I nostri avi salentini non hanno niente da invidiare agli Etruschi, dunque basta con questi “complessi di inferiorità” nei confronti dell’identità egemone italo-toscana (complesso che sembrerebbe anche emergere dall’appellativo di “Firenze del Sud” assegnato alla città di Lecce, come se l’accostamento a una città toscana sia l’unico modo possibile per elevare il prestigio di una città salentina).