La festa di Sant’Emidio, protettore di Leporano (Taranto)

Noli timere, Leporane; ego protector tuus sum

La festa di Sant’Emidio,  il protettore di Leporano  (Taranto)

di Daniela Lucaselli

Leporano, un piccolo centro pugliese a pochi chilometri da Taranto, sorge su un altopiano tra pianure che pavoneggiano il loro splendore affacciandosi  sullo Jonio.

Nell’ambito delle manifestazioni culturali e folkloristiche,  l’estate leporanese,  tra musica, danza, teatro, moda e tradizioni, nei giorni che vanno dal 3 al 5 agosto, vede protagonista la festa patronale in onore di  Sant’Emidio.

Un vivace intrecciarsi di suoni,  luci, colori, allegria e gioia fa corredo ai tre giorni in cui si celebra la ricorrenza.

Il 3 in piazza musica anni sessanta;  il 4  al tramonto si svolge la processione d’intronizzazione e il  concerto della banda; il 5, sempre al tramonto, la processione del Santo, salutata al rientro da sfavillanti  fuochi pirotecnici sul sagrato e concerto delle bande.  Intorno circa all’ 1,30 grande spettacolo seguito, fino all’alba, da musica di discoteca all’aperto sul piazzale antistante lo stadio.

La devozione al Santo nel piccolo paese tarantino nasce a seguito di una  violenta scossa di terremoto che avvenne il 20 febbraio 1743. Il sisma distrusse quasi tutti gli edifici, tra cui anche un’antica  chiesa del Quattrocento. Miracolosamente questa terribile calamità naturale non provocò vittime fra i suoi abitanti e questa fatalità fu interpretata come  un segno di protezione da parte del Santo che fu proclamato patrono e protettore di Leporano.  Intorno alla metà del XVIII secolo, la Chiesa  del paese fu subito ricostruita in tufo locale sulle macerie di quella distrutta, a ridosso del Castello Muscettola. La facciata  dell’edificio sacro è molto semplice e l’impianto longitudinale a croce latina al suo interno si snoda in tre navate e transetto con una cupola centrale ed altre laterali più piccole. Le pareti ai lati  presentano sei vetrate che raffigurano gli Evangelisti e gli stemmi araldici di Papa Giovanni Paolo II e dell’Arcivescovo di Taranto. Al Santo fu dedicato un altare con nicchia e una statua di legno collocata nel cappellone.

Nell’anno 1794, il vescovo diocesano Giuseppe Capocelatro  in visita pastorale a Leporano, su richiesta dei fedeli, emise un decreto che autorizzava la celebrazione della festa di sant’Emidio il giorno 5 agosto. La conferma di tale data da parte della Sacra Congregazione dei Riti arrivò molto più tardi e precisamente il 12 agosto 1925, durante il pontificato di Papa Pio XI. Nell’anno 1882 tutti gli abitanti del posto  dedicarono al Santo una statua in pietra, posta sulla strada che conduce verso Pulsano. Un’ epigrafe  espicita la devozione dei compaesani verso questo grande uomo: «Noli timere, Leporane; ego protector tuus sum. A.D. 1882» (Non temere Leporano, io sono il tuo protettore. A.D. 1882). Nel 1914 fu realizzato in onore del Santo protettore  un reliquiario in argento, nel 1924 l’anello episcopale in oro, le chiavi ed il pastorale in argento che adornano la statua nei giorni di festa. Nel 1927 fu dipinto un quadro a rilievo, nell’anno 1942 fu rinnovato l’altare di marmo dedicato al Santo ed infine nel 1949 fu dipinto un nuovo affresco.

S. Emidio, protettore dai terremoti (dal sito del Comune di Ascoli)

Ma chi è sant’Emidio?

Emidio nacque a Treviri nel 273 da una nobile famiglia pagana. Si convertì al  Cristianesimo intorno al 290, diventò catecumeno, fu battezzato e si dedicò allo studio dei Libri Sacri. Entrato in conflitto con la famiglia che voleva ricondurlo al paganesimo, partì per l’Italia e a Milano fu consacrato intorno al  296  sacerdote. In seguito alla persecuzione di Diocleziano dovette fuggire a Roma dove trovò rifugio presso un certo Graziano. Qui gli vennero attribuite molte guarigioni miracolose (tra cui la figlia paralitica dello stesso Graziano). Papa Marcellino ordinò Emidio vescovo di Ascoli e gli affidò la missione di divulgare in questo centro il cristianesimo. Giunse ad Ascoli intorno al 300. Qui era prefetto Polimio, autore di crudeli repressioni contro i cristiani, che intimò il giovane  vescovo a desistere dal suo intento. Ma Emidio irremovibile nella sua fede si prodigò instancabilmente nell’evangelizzazione e nella guarigione dei malati. Polimio  a questo punto credette di trovarsi di fronte alla  reincarnazione del dio Esculapio, e gli chiese di offrire sacrifici agli dei, promettendogli in matrimonio sua figlia, Polisia. Il Santo perseguì nella sua strada e convertì la stessa Polisia alla fede cristiana.   Ed è così che Polimio ordinò l’arresto di Emidio e lo condannò alla pena capitale. Il vescovo fu decapitato intorno al 303 o 309, mentre Polisia fuggì sul monte Ascensione e scomparve in un crepaccio.

La tradizione popolare e cattolica attribuisce a Sant’Emidio, oltre alla capacità di guarigione, una serie di miracoli, di cui sicuramente il più famoso è il miracolo del terremoto di cui esistono diverse versioni, di cui ne riportiamo qualcuna.

Nella città di Treviri, Emidio fu condotto con la forza, dalla sua famiglia, all’interno di un tempio pagano per rinnegare la sua fede cristiana, ma un improvviso terremoto distrusse l’edificio; secondo un’altra versione questo fatalità avvenne ad Ascoli, quando Polimio volle costringere Emidio a sacrificare agli dei; una terza tesi invece sostiene che Emidio arrivato ad Ascoli, toccasse le mura della città e subito tutti e soli i templi pagani crollassero in conseguenza di un violentissimo terremoto; ultima ipotesi è quella datata 1703 quando un violento terremoto sconvolse le Marche ma non colpì la città di Ascoli protetta dal suo patrono. In seguito a questo avvenimento la città di Ascoli eresse nel 1717 una chiesa dedicata al Santo e al cui interno trovasi la grotta dove Emidio morì e dove, secondo una leggenda, il sepolcro fu trovato ricoperto da un manto di basilico profumato.

Ogni anno i leporanesi ringraziano con devozione il  Santo che ha volto verso di loro il suo sguardo protettore salvaguardandoli da una catastrofe umana.

Bibliografia

  • Secondo Balena, Ascoli nel Piceno – storia di Ascoli e degli ascolani,   Ascoli Piceno (1999);
  • Bernardo Nardi,  Ascoli da S. Emidio alla Quintana / Bernardo Nardi, Ascoli Piceno, (1982);
  • Bernardo Nardi e Lucia Pellei. Ascoli dimenticata: San Salvatore di Sotto / Bernardo Nardi, Lucia Pellei, Fermo, La rapida, (1976);
  • Mario Polia, Tra Sant’Emidio e la Sibilla. Forme del sacro e del magico nella religiosità popolare ascolana, Bologna (2004);
  • Attilio Galli, Sant’Emidio, la sua vera immagine, Ascoli Piceno (2004).
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6 Commenti a La festa di Sant’Emidio, protettore di Leporano (Taranto)

  1. L’evento che si svolgerà a Leporano nei primi giorni di agosto , in onore di Sant’Emidio, mi incuriosisce, ci si può arrivare da Taranto in pochissimo tempo, per condividerlo .Ma ancora più sorprendente scoprire in questo articolo il perchè i fedeli sono tanto devoti a questo Santo! Non ho parole, sei una miniera di saggezza!
    Quando ero in campeggio, a Marina di Lizzano, ho conosciuto diverse famiglie che venivano a trascorrere, proprio in agosto, le loro ferie.Tra queste c’era un’anziana di origine di Leporano, trapiantata a Milano, che era ferrata in materia di miracoli e credenze popolari e tra i suoi vari racconti mi parlava di una storia su Sant’Emidio dopo la sua decapitazione Emidio che mi ha lasciato un po’ stupita. Raccontava che invece di stramazzare al suolo, raccolse il proprio capo e camminò, fino al monte ove aveva costruito un oratorio dove morì.
    Ciao Daniela, è sempre un piacere, ( non me ne vogliano gli altri autori di questo sito,leggo volentieri anche i loro articoli) leggerti!

  2. #
    #

    *
    Mordillo Mordilli
    L’evento che si svolgerà a Leporano nei primi giorni di agosto , in onore di Sant’Emidio, mi incuriosisce, ci si può arrivare da Taranto in pochissimo tempo, per condividerlo .Ma ancora più sorprendente scoprire in questo articolo il perchè… i fedeli sono tanto devoti a questo Santo! Non ho parole, sei una miniera di saggezza!
    Quando ero in campeggio, a Marina di Lizzano, ho conosciuto diverse famiglie che venivano a trascorrere, proprio in agosto, le loro ferie.Tra queste c’era un’anziana di origine di Leporano, trapiantata a Milano, che era ferrata in materia di miracoli e credenze popolari e tra i suoi vari racconti mi parlava di una storia su Sant’Emidio dopo la sua decapitazione Emidio che mi ha lasciato un po’ stupita. Raccontava che invece di stramazzare al suolo, raccolse il proprio capo e camminò, fino al monte ove aveva costruito un oratorio dove morì.
    Ciao Daniela, è sempre un piacere, ( non me ne vogliano gli altri autori di questo sito,leggo volentieri anche i loro articoli) leggerti!

  3. Come in ogni articolo, la riscoperta di storie di paesi diversi, raccontato in parole semplici ma molto espressive da spazio alla fantasia e alla voglia di visitare quei posti per riviverli con la conoscenza piena di quello che ci circonda! leggere i suoi articoli professoressa mi riempie di interesse tanto da aspettare quelli della settimana successiva con ansia e voglia di arricchirmi!

  4. sono rimasto a dir poco affascinato da questo Santo,non ero a conoscenza ne di questa festa e ne di questo Santo..l’articolo mi ha colpito molto e ho scoperto cose che non avrei mai immaginato che potessero esistere e che potessero esistere..ma per questo ringrazio la professoressa Daniela Lucaselli..sono ansioso di leggere altri articoli..

  5. Ciao Daniela, mi è stato detto che nelle vicinanze di Leporano, forse su di un colle. c’è una statua di S.Emidio, ne sai qualcosa? meglio ancora se hai qualche foto di questa statua.
    Ti ringrazio
    Alberto

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