Libri| Parabita dal biennio rosso alla Repubblica

Lo storico e giornalista parabitano Daniele Greco ha pubblicato un nuovo lavoro di ricerca, frutto di una ormai ultratrentennale passione per la scrittura.
 In “1920-1946 – Parabita dal biennio rosso alla Repubblica“, Greco ripercorre un viaggio lungo quasi un secolo nella storia parabitana, condensato in 232 pagine ed oltre 80 fotografie.
Scopriremo cosa è accaduto a Palazzo e nella vita sociale del paese dal 1920 al 1946, partendo dal governo rosso dei socialisti di Raffaele Pisanello per giungere a quello della Liberazione e della Repubblica di Alfredo Pisanello, dopo aver attraversato il ventennio in camicia nera dei podestà Giuseppe Vinci e Bartolomeo Ravenna.
Al corpo principale del libro si associano un interessante Preambolo (del quale qui pubblichiamo l’introduzione), per raccontare cronaca e vicende politiche parabitane dall’Unità d’Italia fino all’avvento dei “rossi”, ed una Appendice con l’elenco dei sindaci e dei consigli comunali che hanno governato il paese dal 1861 al 1946.
Un lavoro certosino e puntuale di ricerca che attraverso documenti inediti dell’archivio storico del Comune e le cronache dei giornali dell’epoca consegna uno spaccato di storia, di vita collettiva, politica e sociale di Parabita.
Preambolo
Prima di addentrarci nei capitoli e nei paragrafi che argomentano il titolo ed il presente lavoro, è opportuno tracciare, seppur brevemente, il percorso amministrativo e sociale che Parabita ha compiuto sin dalle origini della storia politica cittadina “moderna”, partendo dall’Unità d’Italia per giungere a ridosso del 1920.
A cavallo tra i due secoli, si inserisce un periodo di alti e bassi, caratterizzato dalle gesta di assidui inquilini e nuovi frequentatori del Palazzo. Più di mezzo secolo di vita collettiva, che è oltremodo importante riassumere negli eventi principali, per creare l’antefatto, il preambolo appunto.
Non sono mancate crisi amministrative sorte dal nulla e di colpo ricomposte e momenti di pura esaltazione sociale che soprattutto sul finire dell’Ottocento hanno segnato indelebilmente su più fronti lo sviluppo e la crescita di Parabita. Un paese capace di istituire ben due banche, la Popolare e la Agricola Commerciale; di dare alle stampe un rinomato giornale, l’Alba, che è anche strumento di lotta politica; di far nascere laboriose industrie; di fondare una Scuola di Disegno applicata alle Arti; di costruire una nuova chiesa da dedicare alla sua protettrice e monumenti di pregiato valore artistico ed architettonico; di garantire lo sviluppo urbanistico e territoriale dettato dai tempi e dalle esigenze che cambiano.
È grazie alla operosità, all’intelligenza ed alla lungimiranza di coloro che in questo arco di tempo hanno governato, che Parabita, dal tramonto dell’Ottocento all’alba del Novecento, è diventata una cittadina opulenta, socialmente e culturalmente attiva, tanto da essere unanimemente considerata tra le più importanti dell’intera Terra d’Otranto.

Daniele Greco vince la medaglia d’oro nel salto triplo

 

Daniele Greco (da fiammeoroatletica.it)
Daniele Greco (da fiammeoroatletica.it)

 

L’atleta salentino conquista il primo posto ai Campionati europei indoor. La sua Galatone in festa

 

di Stefano Manca

Di “straniero” ha solo il cognome, ma l’atleta 24enne Daniele Greco è italianissimo. Viene da Galatone, in piena terra salentina. Lo scorso due marzo Daniele, specializzato nel salto triplo, conquista a Goteborg la medaglia d’oro ai Campionati europei indoor. Greco diventa campione d’Europa nel salto triplo, “volando” per oltre diciassette metri: 17.70, per la precisione. Medaglia d’argento e di bronzo per due atleti russi, rispettivamente Samitov (17.30) e Fyodorov (17.12). In questi casi sono i centimetri a fare la differenza. Lo sa bene anche Raimondo Orsini, l’allenatore che segue Daniele dal 2003. E fu proprio Orsini ad indirizzare Greco all’atletica leggera. Seppur giovanissimo Daniele vanta già un glorioso curriculum: è stato infatti uno dei protagonisti dello sport italiano anche un anno fa, alle Olimpiadi di Londra. Per la prima volta un cittadino galatonese approda nella manifestazione sportiva più prestigiosa del mondo. È il 9 agosto 2012: sotto gli occhi di tutto il pianeta, il triplista salentino salta per 17.34 metri, ottenendo un lusinghiero quarto posto nella classifica finale. Anche senza medaglia, pochi giorni dopo la città di Galatone festeggia l’atleta che rientra da Londra.

E adesso arriva l’oro di Goteborg. Il Salento riesplode di gioia. Galatone è pronta ad accogliere nuovamente il “suo” campione. Uno di poche parole che dialoga con i ragazzi. Uno dei suoi ultimi incontri lo ha tenuto in un istituto superiore di Nardò qualche settimana fa, poco prima di gareggiare in Svezia. Daniele risponde alle domande dei suoi quasi coetanei. Poi, armato di semplicità, se ne va, conquista l’oro, sventola il tricolore, si commuove e ringrazia Gesù. Nel frattempo la grande stampa racconta la sua impresa.

E la sua Galatone? Cittadini, amministratori, amici e familiari lo aspettano con entusiasmo. Qui non ci sono calciatori miliardari o veline o scontri tra tifoserie. Qui c’è “solo” un oro da festeggiare, conquistato da un ragazzino con la faccia pulita che salta più di tutti.

 

 

Inno alla provincia

di Stefano Manca

Non importa se vivi a Correggio o ai Parioli, conta il tuo occhio sulle cose“.

Luciano Ligabue, intervistato nei giorni scorsi da Ernesto Assante per Repubblica, inneggia alla provincia italiana. Ne consiglio la lettura ai provinciali come me e ai metropolitani come voi. Ne consiglio la lettura a chi si lamenta dei vecchietti del paese, a chi crede che gli eventi siano sempre altrove. Ne consiglio la lettura a chi si illude che basti la residenza a cambiare le persone.

Leggere il Liga, che ha accompagnato alcuni anni della mia adolescenza, mi ha riportato alla mente un altro “provinciale”. Daniele Greco è un atleta 23enne di Galatone specializzato nel salto triplo. Il 2012 si è aperto per lui con la qualificazione alle prossime Olimpiadi, conquistata ad Ancona lo scorso 21 gennaio. Il giovane salentino rappresenterà quindi l’Italia nella competizione sportiva per eccellenza, che si terrà a Londra a partire dal prossimo 27 luglio.

Ricordo una vecchia intervista a Daniele e al suo preparatore: i due raccontavano di rocambolesche peripezie per raggiungere la pista d’allenamento, qualche anno fa. Una struttura abbandonata e fatiscente in cui Daniele e il suo staff, tra le erbacce, si andavano ad allenare. Per accedervi era necessario saltare un muretto, poiché il vecchio portone d’accesso era sprangato e arrugginito. Come facevamo da bambini, quando in assenza totale di parchi pubblici giocavamo per strada e scavalcavamo i cancelli delle proprietà private per riprenderci il pallone. Daniele si ritroverà a gareggiare con coetanei di tutto il mondo che forse non hanno mai vissuto queste esperienze. Anche per questo tiferemo per lui. Perché siamo italiani e perché siamo provinciali, e spesso abbiamo saltato più muretti degli altri.

http://www.londra2012.coni.it/i-qualificati.html?view=schedaatleta&id_atleta=1029

Libri/ Il grande sogno di Parabita

 

di Paolo Vincenti

Edito dal Laboratorio, è stato pubblicato Il grande sogno. Dalla vecchia cappella al nuovo tempio  di Daniele Greco (2007), nella Collana di studi e ricerche “La Meridiana”. Il libro, con Prefazione di Aldo D’Antico, fa luce su alcuni aspetti secondari, ma non per questo meno importanti, del culto della Madonna della Coltura di Parabita. Per l’esattezza, Daniele Greco, attraverso una analisi condotta nell’Archivio della Basilica Maria SS. della Coltura, nell’Archivio Storico del Comune e nell’Archivio Storico Parabitano, non trascurando le precedenti pubblicazioni che sono state fatte sull’argomento, come dimostra la “Bibliografia delle fonti consultate”, ricostruisce un periodo storico determinante per le sorti della devozione mariana a Parabita e forse per le sorti della stessa comunità parabitana che, ab antiquo, si stringe intorno alla propria venerata Patrona, in una osmosi raramente riscontrabile in altre micro-realtà municipali del nostro Salento.

“Il grande sogno” del titolo è quello del popolo parabitano dell’inizio del secolo scorso, che anelava dare alla propria amata protettrice un tempio  più degno

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