Parco dell’Alta Murgia da intitolarsi ad un figlio illustre di Gravina?

PARCO NAZIONALE DELL’ALTA MURGIA “GIUSEPPE LOPRIORE”?  E’ UN’IDEA, UNA PROPOSTA

 

di Giuseppe Massari

Il 14 gennaio 2011, a Ruvo di Puglia, uno dei 13 comuni compresi nel territorio del Parco dell’Alta Murgia, presso l’ex convento dei domenicani, fu inaugurata ed aperta ufficialmente la sede dell’Officina del Piano per il Parco. Nel corso dell’evento, quella che potrebbe essere definita la sede tecnica del parco è stata intitolata a Don Francesco Cassol, il parroco di Longarone (Bl) ucciso da un bracconiere nel territorio del Parco, nell’agosto dello  scorso anno. Questa decisione è stata una scelta mirata, un segnale e un messaggio di solidarietà nei confronti di questo sfortunato sacerdote bellunese, ucciso mentre era in vacanza in Puglia, in quella zona di murgia che egli conosceva molto bene per esserci stato molte altre volte in passato. E’ stato un messaggio forte contro il presunto colpevole e contro tutti coloro che praticano, non sappiamo se per arte o per sport, il bracconaggio in questo territorio arido e brullo.

Comunque sia, dopo quello che poteva essere e sembrare un atto dovuto nei confronti di don Cassol, approfittando di questa intitolazione, ci piace poterne suggerire una che riguarda la sede del parco che si trova a Gravina. La ragione è semplice ed elementare. Facilitata, anche, da una felice circostanza.

Questa città annovera fra i suoi figli più illustri, Giuseppe Lopriore, a cui, pure, è dedicata una via. Ma chi era costui?  Conosciamolo insieme.

Lopriore nasce a Gravina il 12 settembre 1865 da umile e modesto casato. Tale appartenenza non poteva garantirgli il proseguimento degli studi per il quale si sentiva vocato, per cui alcuni mecenati gravinesi: Luigi e Giovanni Pellicciari lo avviarono agli studi. Compiuti, così, i primi studi a Gravina prima e poi a Bari, con lodevolissimi risultati, fu, a spese del nostro Comune, inviato nella Regia Scuola Agraria di Portici. A Portici, nel novembre del 1887 ne uscì laureato con il massimo dei voti, all’età di 22 anni. Sempre a Portici, nel 1888, segue la Scuola Superioredi Agricoltura, il corso di Magistero per le discipline di Agronomia e di Clinica Agraria fino a raggiungere il traguardo ambito di assistente alla cattedra di Botanica presso la Scuola Superioredi Agricoltura di Milano.

Il suo genio, i suoi studi, le sue pubblicazioni si espandono oltr’Alpe fino a raggiungere i confini della Germania dove si ferma per circa un triennio, per poi fare ritorno in Italia e, successivamente tornare nuovamente in Germania. La nazione tedesca gli è prodiga di successi e affermazioni continue che sfociano in pubblicazioni di alto spessore scientifico: “Sulla rigenerazione della radice della pianta” e “sull’influenza dell’acido carbonico sul protoplasma vivente delle cellule delle piante.

Tornato in Italia, fu, prima reggente e poi professore di Fitopatologia e Scienze Naturali presso la Cattedradi Viticultura ed Enologia di Catania, Nel 1900, resasi vacante la cattedra di Botanica in quella stessa Università, il Lopriore fu prescelto per l’insegnamento e la direzione dell’orto botanico.

Di tutta la sua opera, di tutta la sua vita accademica e di acuto studioso, fino all’esaurimento dei suoi giorni terreni (26 dicembre 1928), ci piace riportare il giudizio espresso su di lui, dal professor Trotter, docente di Botanica nella Regia Università di Napoli: “I lavori del Lopriore si possono distribuire in due gruppi: lavori prettamente scientifici nel campo della Botanica generale, lavori e indagini riferibili alle complesse questioni dell’agricoltura. Nel campo della Botanica, egli ha dimostrato attitudini tecniche, notevole cultura e versatilità, dedicandosi cioè, sia a minute ricerche di morfologia e di tetralogia sperimentale, sia ricerche floristiche e sistematiche, sia ad osservazioni ed esperienze di fisiologia vegetale. Altri lavori sono dedicati a ricerche di anatomia e morfologia normale, nonché teratologica e tra esse ha procurato rinomanza al Lopriore la scoperta da lui fatta della multinuclearità del polline e del tubo pollinico di Araucaria, fatto di notevole importanza dal punto di vista della morfologia e fisiologia generale. E’ da ascrivere alla sua attività strettamente scientifica, anche un’altra pubblicazione, interessante per i suoi rapporti con la tecnica agraria e perché forma uno dei volumi della ben nota Nuova Enciclopedia Agraria Italiana (P.I.V. Torino, 1923), cioè “La Moltiplicazione delle Piante” (in collaborazione con il professor G. Cugini) per la quale il Lopriore scrisse vari paragrafi sotto il titolo di genetica sperimentale (pagg. 193 – 389)”.

Con questo curriculum e giudizio di tutto rispetto, crediamo di poter candidare questo figlio illustre di Gravina ad avere la titolarità di una intitolazione della sede istituzionale del Parco dell’Alta Murgia. Crediamo che nessun altro potrà avanzare simili pretese, se non per ostacolarne il percorso e il definitivo provvedimento di una intitolazione, dando prestigio e lustro a tutto il territorio, perché Giuseppe Lopriore, con il suo ricco patrimonio bibliografico, educativo, sperimentale, di ricercatore è un bene prezioso che deve essere, come nel passato, condiviso da tutti.

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