Profumi di infanzia: giochi di strada a Taranto in un caldo pomeriggio di luglio


di Daniela Lucaselli

In un pomeriggio caldo di luglio la voglia di esser sola con me stessa mi inoltra nei vicoli del Borgo antico. Una silente solitudine mi avvolge, solo il rumore dei miei passi rimbomba sulle chianche lucide e corrose dal tempo.

Mi piace godere di questi momenti, osservo ciò che si offre al mio sguardo scrutatore che indaga e va cercando una risposta a questo mio stato d’animo.

Di subito schiamazzi di ragazzi mi riportano alla realtà e guidano i miei passi verso una piazzetta. Un’ilarità generale mi strappa alla mia malinconia. Un silenzio imbarazzante e gelido subentra impavido. Il gruppo si è accorto di una presenza estranea.

L’incantesimo è infranto.

Mi avvicino al capo, gli porgo la mano e viene suggellato un patto di sangue: ad uno ad uno si avvicendano e pronunciano il loro nome timidamente in segno di fratellanza, facendo svanire in una nube quella vena di scetticismo e di titubanza che avevo letto pochi istanti prima nei loro occhi.

Sono di loro.

Orgogliosi di ergersi a maestri di strada e di vita, di scatto Pietro, al grido di Marco, toglie di testa a Giacomo il berretto, che poi passa, come se si trattasse di una palla, da un ragazzo ad un altro. Giacomo corre disperatamente, come se fosse un ubriaco, nel vano tentativo di riprendersi quello che gli appartiene, mentre tutti gli altri in coro ridono e si divertono alle sue spalle. Stremati da un’affannosa corsa, ci sediamo, con le ginocchia incrociate, in cerchio a terra. Il più spavaldo inizia a raccontare barzellette mimandole con perspicacia e astuzia. Ma all’improvviso Sonia dà uno scappellotto a Luciana che, una volta ricevutolo, cerca al più presto di scontarlo verso il compagno che ha di fianco. L’allu scùonde continua tra grida e riso. Presi dal fiatone si condivide a canna un sorso d’acqua fresca. Ed è la volta de lu sckaffe. Anche qui il rituale si ripete: dopo il consueto tocco, uno del gruppo va sotto, dà le spalle ai compagni ed è pronto a ricevere lo schiaffo, mentre copre la guancia designata ad essere martoriata con una mano. Quando lo ha ricevuto, si gira per indovinare l’artefice e trova che tutti agitano l’indice, come se tutti fossero colpevoli. Solo quando il malcapitato indovina chi è stato, viene da questi sostituito a passare sotto. E il giro ricomincia per essere a breve sostituito da l’ a botta ‘ngule. Colui che va sotto, questa volta pone la testa in grembo alla “madre”, che è seduta. Riceve lo schiaffo nel “sedere”, si rivolge alla donna dicendo: “Signora maèstre, so stète abbattùte”. Quella risponde : “Pigghie pe rècchie a ci è stète”. Dunque il maldestro deve anche questa volta indovinare chi è stato per essere da lui sostituito.

E così fino a penombra inoltrata si alternano questi giochi di strada, che mi hanno fatto rivivere,  in quel caldo pomeriggio di luglio, l’emozione di un’infanzia non ancora perduta.

Bibliografia

F. Laterza. Giochi tradizionali della strada in territorio tarantino, Taranto
(1980).

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3 Commenti a Profumi di infanzia: giochi di strada a Taranto in un caldo pomeriggio di luglio

  1. Ringrazio Daniela Lucaselli per avermi fatto tornare alla mente ricordi della mia infanzia, quando trascorrevo interi pomeriggi, insieme ad altri piccoli compagni di gioco, in una assolata Villa Peripato a Taranto; mia madre intenta a sferruzzare a maglia e noi a rincorrere un pallone (mai lo stesso) o a giocare a mosca cieca; gli anni passano ma per fortuna i bei ricordi rimangono, alla prossima.

  2. E’ un tornare indietro nella memoria, un rivivere quei momenti allegri e spensierati che non tornano più, e proprio per questo hanno un sapore diverso, più dolce e intimo. Questo riduce la distanza tra un presente ormai diverso eppure uguale allo stesso tempo, ed un passato fatto di cose semplici, in cui bastava davvero poco per divertirsi. Il gioco del nascondino, le palline in buca, le cinque pietre, il gioco a cavalcioni uno sull’altro contro il muro, il tre ruote di legno, come pure il monopattino, la campana, le cartine degli eroi e dei calciatori ecc…, tanti sono i giochi e i ricordi che, apparentemente dimenticati e riposti in un angolo nascosto della nostra memoria, tornano alla mente ,quando qualcuno li fa riemergere dal passato con la forza dirompente della loro genuinità e semplicità. Grazie Daniela.

  3. Una breve brezza mi ha attraversato mentre leggevo questo testo, riportamdomi così a i miei anni d’infanzia, quando tutto era bello e spensierato, quando nei pomeriggi d’estate dicevo “mammaaaa vado a giocare fuori con gli altri” e uscivo correndo, felice e spensierata, in strada per incontrare gli altri bimbi e trascorrere tutto il tempo, con i giochi piu vari, fino a sera…Che bei tempi.. Grazie Daniela per avermi fatto tornare alla mente il dolce profumo di quegli anni, ormai trascorsi, felici e spensierati.

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