Salento, americani vogliono trivellare per trovare petrolio. Con Sblocca Italia si può

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di Tiziana Colluto

 

Agli americani fa gola il petrolio di Santa Maria di Leuca. Anche il mare del Salento, la bomboniera delle vacanze italiane degli ultimi anni, finisce nelle richieste di ricerca di idrocarburi. Sono tra le ultime in ordine di tempo ad essere state presentate, lo scorso 22 ottobre. Il ministero dello Sviluppo Economico ha avviato l’istruttoria già due settimane fa. Una doccia gelida per i diciannove Comuni rivieraschi interessati, da Otranto a Gallipoli…

 

Leggi l’articolo:

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/11/15/salento-gli-americani-vogliono-trivellare-per-trovare-petrolio-sblocca-italia-permette/1211924/

Trivellazioni nel mare del Salento

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di Ferdinando Boero

Il Comune di Andrano mi ha invitato a un incontro sulle trivellazioni. Speriamo che ci siano persone che hanno voglia di ragionare, e non dei fondamentalisti. Le trivellazioni in basso Adriatico sono molto pericolose. Vi spiego perché.

In Mediterraneo l’acqua si rinnova, attraverso Gibilterra, solo nei primi 500 m di profondità. Sotto i 500 m dopo un po’ l’ossigeno verrebbe a mancare, e la vita si ridurrebbe a pochi organismi a metabolismo anaerobico (senza ossigeno).

Ci sono due posti chiave, in Mediterraneo, si chiamano “motori freddi”. Lì l’acqua diventa fredda e densa, e scende in profondità, portando l’ossigeno dove altrimenti verrebbe a mancare. Il Nord Adriatico è il motore freddo del Mediterraneo Orientale. L’acqua densa e ricca di ossigeno scorre lungo le coste italiane e si approfonda a livello del Canale D’Otranto, per andare a vivificare tutto il Mediterraneo Orientale. Davanti a Leuca ci sono formazioni coralline a centinaia di metri di profondità, sostenute proprio da questa corrente.

Un incidente durante l’estrazione di petrolio non avrebbe conseguenze localizzate, perché il posto dove si vuole trivellare è un distributore di acqua ricca di ossigeno per tutto il bacino orientale. I rischi di catastrofe sono grandi. E abbiamo visto che le catastrofi avvengono. E poi dobbiamo abbandonare la combustione, non cercare altro combustibile. Ci sono tutti gli argomenti per dibattere in modo pacato e deciso. E se mai dovessero venire i rappresentanti delle compagnie petrolifere, devono essere lasciati parlare. Interromperli con urla, come ho visto fare in altri casi, non serve a gran che.

Non parliamo poi dei sindaci che sono ambientalisti a corrente alternata. Tollerano la speculazione edilizia, lo spargimento di rifiuti tossici, e poi all’improvviso diventano crociati contro una sola azione. Gente che ha devastato il proprio territorio, poi diventa fervente ambientalista. Non mi piace accompagnarmi a queste persone. Non mi piace questo ambientalismo. Speriamo di trovare persone serie. Qualche sindaco lo conosco e so che ci sono persone serie. Ma bastano cinque scalmanati per mandare tutto all’aria. E sappiamo che i provocatori spesso sono mandati da chi vuole intorbidire le acque.

Un corposo dossier sulle emergenze ambientali nel Salento. A partire dalla foca monaca…

Riceviamo e volentieri pubblichiamo il corposo dossier inviatoci come comunicato stampa dal Coordinamento Civico apartitico per la Tutela del Territorio e  della Salute del Cittadino. Tantissime le richieste avanzate, evidente conclusione di un lavoro a monte che ha visto impegnati numerosi e attenti custodi del paesaggio salentino, sempre più minacciato da tutti i fronti

 

Il Parco Otranto-Santa Maria di Leuca sia un baluardo per la rinascita e la difesa di tutto il Salento, da trivellazioni, energie rinnovabili industriali eolico-fotovoltaiche e dal cemento!

 

E il ritorno della Foca Monaca lungo le sue coste suggelli a lungo termine il successo delle politiche e degli investimenti di denaro pubblico del Parco naturale!

Sono queste alcune delle prioritarie richieste, che sono state avanzate all’ Ente del Parco naturale costiero Otranto-Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase, dal Coordinamento Civico per la Tutela del Territorio e della Salute del Cittadino, rete d’azione apartitica coordinativa di associazioni, comitati e movimenti locali e non, ambientalisti, culturali e socio-assistenziali, avente una delle sue sedi principali a Maglie, in occasione dell’incontro programmatico-consultivo, dell’altra sera, nel Castello di Andrano, della consulta di enti pubblici e associazioni che hanno a cuore le sorti e le politiche del neo-istituito Ente Parco!

foca monaca

In questa prima fase importantissima di definizione costruttiva, e solidale tra tutti, degli indirizzi e della filosofia che devono ispirare il nuovo Parco, i rappresentanti del Coordinamento hanno esordito con un’immagine ed un obiettivo al contempo ambizioso quanto doveroso: tra gli obiettivi principali, tra i sogni concreti e realizzabili, cui il Parco deve mirare e perseguire, dal punto di vista naturalistico, vi è il ritorno della Foca monaca, scomparsa da alcuni anni pare ormai quasi del tutto, eccezion fatta per occasionali avvistamenti, da quelle coste ora protette, che con i loro arenili, le loro calette, i loro scogli, e con le loro grotte marine sono l’habitat ideale per la foca del Mediterraneo (Monachus monachus), ancora presente con alcune colonie

Trivellazioni. L'audizione al Senato di Maria Rita D'Orsogna

stefano crety
ph Stefano Crety

di Maria Rita D’Orsogna

Sono tornata a casa, e non ho fatto a tempo a partire e ad arrivare che già’ si parlava di liberalizzazioni delle trivelle, di ritiro annunciato – ma forse che c’e’ il barbatrucco – oltre che della manifestazione di Sabato 21 Gennaio a Monopoli, di altri scoppi di petrolio ENI, del petrolio al largo della Costa Concordia, dell’oleodotto Keystone per ora bocciato da Obama, e del diniego del pozzo della Audax al largo di Pantelleria.

Avrei tante cose da raccontare, tante impressioni, incontri: dibattere con un nuovo ENI-man a Muro Leccese – sweet revenge – incontrare le mamme di Viggiano, ricevere i premi a Pescara e a Palermo, ma non c’e’ tempo per tutto. Occorrerebbe un post per ciascuna di queste cose.

 

L’audizione al Senato: e’ andata bene.

Inizia tutto puntuale alle 2 del pomeriggio – ero un po’ preoccupata ed avevo speso moltissimo tempo prima per condensare tutto nei pochi minuti che avevo, perche’ volevo essere rispettosa del tempo altrui. Ma poi, una volta iniziato, la paura e’ passata ed e’ andata come sempre.

Con me c’era il mio amico Hermes Pittelli, giornalista e scrittore di Roma, che sono sicura sapra’ fare un resoconto piu’ obiettivo e distaccato.

Ai senatori in aula gli ho fatto vedere le mappe di tutte le regioni in dettaglio – Venezia, l’Abruzzo, la Sicilia, le isole Tremiti, il Salento, la Basilicata – ed ho evitato di parlare di royalties per non passare il messaggio che aumentando un po gli spiccioli che ci danno, si puo’ fare tutto.

Il mio discorso e’ durato circa 25 minuti ed e’ stato piu’ o meno una versione ridotta di quello che dico sempre. Alla fine ho detto loro che secondo me – ma anche secondo il buonsenso! – sarebbe opportuno sveltire l’istituzione dell’area marina protetta a Pantelleria e del Parco della Costa Teatina per l’Abruzzo, per dare cuscinetti in piu’, ma che meglio sarebbe interdire tutti i mari nazionali alle trivelle.

E poi gli ho detto che siccome l’Italia è il paese più ricco e più avanzato di quelli che si affacciano sull’Adriatico sarebbe opportuno che fosse il nostro paese a farsi promotore di una azione congiunta per chiudere Adriatico, e per

Il Comitato per la tutela del mare del Gargano ribadisce il "no" alle ispezioni sismiche nel mare di Puglia

Il mare Adriatico deve essere difeso e tutelato dall’attività estrattiva del petrolio ed il progetto delle ispezioni sismiche è da ritenersi in forte e totale contrasto con l’ambiente, l’economia, la storia, le tradizioni che si svolgono lungo la costa adriatica da Rimini sino a Santa Maria di Leuca, peraltro un territorio ampiamente antropizzato che promuove e valorizza in ogni occasione il turismo di qualità, i prodotti ittici, i sempre più numerosi prodotti agricoli “slow food”, la consolidata immagine di territorio sano che si avvia verso uno sviluppo sempre più sostenibile.

Di seguito la lettera inviata alle Autorità dal Comitato per la tutela del mare del Gargano.

Eccoli che arrivano! Rilevazioni geologiche nella marina di Patù (Lecce)

baia di San Gregorio (foto di Marco Cavalera)
 
Una continua emergenza nella nostra Regione. Non facciamo in tempo a lanciare un allarme ed ecco spuntarne, anzi, tornarne, un’altro, la trivellazione nei mari del Salento, preceduta da rilevazioni geologiche che stanno per essere effettuate nell’incantevole tratto di mare prospiciente Patù, in provincia di Lecce. Raccogliamo ancora un appello, questa volta lanciato dall’Assessore all’Ambiente del Comune di Patù, del quale pubblichiamo il testo inviatoci. Anche gli amici di quei posti hanno avviato una petizione online (sembra che ormai sia questo l’unico modo per far sentire la disapprovazione per quanto sta accadendo nel nostro territorio), che si affianca a quella già lanciata da noi qualche mese fa e ormai prossima alle tremila firma, delle quali 2700 inviate alle Autorità competenti. Siamo consapevoli che è troppa la carne a cuocere, ma, a costo di risultare antipatici e di annoiare i fedeli lettori di Spigolature Salentine, non ce la sentiamo di restare indifferenti ai pericoli reali che, oramai giorno per giorno, tentano di distruggere questa meravigliosa terra. Siamo convinti che troveremo consenso e sostegno da parte di Voi tutti.
 
  
 
 
Carissimi,
rivolgo anche a voi l’appello contro il massacro autorizzato dell’ecosistema marino che si sta perpetrando nel mare Adriatico tra le isole Tremiti e Santa Maria di Leuca e tra le acque del mare siciliano.
 
Al largo della costa del nostro comune si trova un banco di Posidonia di tre km. di lunghezza e di circa 270 kmq. di superficie, tutelato dalla CE, come Sito di interesse comunitario che i cittadini di Patù vorrebbero ulteriormente tutelare e valorizzare istituendo un parco Marino Protetto.
 
Naturalmente tutta la costa dell’Italia meridionale conserva delle bellezze uniche che rappresentano insieme alla pesca le uniche vere  fonti di sviluppo dell’economia. Purtroppo nessuno ne sta parlando, e vorremmo lanciare un grido d’allarme per le disastrose conseguenze alle quali stiamo andando incontro. Ancor prima delle trivellazioni c’è lo scempio in atto che si sta registrando a causa delle rilevazioni geologiche effettuate con la tecnica dell’Air-Gun.
 
In allegato troverete  il testo della delibera che il consiglio comunale di Patù ha

Il Comune di Patù dice NO a qualsiasi operazione di ricerca e di estrazione di idrocarburi nel mare Adriatico e lungo le coste salentine e pugliesi

 

baia di San Gregorio (foto Marco Cavalera)

 

Comune di Patù (Lecce)

Ordine del Giorno – SALVAGUARDIA DELL’ADRIATICO E DELLE COSTE SALENTINE E PUGLIESI DALL’ESTRAZIONE IN MARE DI IDROCARBURI

 

IL CONSIGLIO COMUNALE

PREMESSO

–          CHE è di pubblico dominio la proposta avanzata dalla ditta petrolifera ”Northern Petroleum Plc” per l’esplorazione della costa salentina pugliese fra Brindisi e Lecce, alla ricerca di idrocarburi, in particolare secondo i progetti d71 FR-NP e d72 FR-NP;

–          CHE la sede legale della Northern Petroleum Plc e’ nel Regno Unito, in Martin House, 5 Martin Lane, London EC4R 0DP. In Italia la sua sede operativa è a Roma, in Viale di Trastevere 249 e sul suo sito ufficiale www.northpet.com afferma di avere come missione quella di acquisire siti esplorativi e produttivi a basso costo d’ingresso, allo scopo di aumentarne il valore per i propri azionisti, non per favorire la bilancia energetica italiana;

–          CHE la Northern Petroleum Plc stessa menziona chiaramente nel suo Studio di Impatto Ambientale che gli studi condotti danno una visione solo parziale delle loro intenzioni e che le due istanze fanno in realtà parte di un ”ampio progetto unitario” che investe una ”vasta area dell’Adriatico Meridionale”, senza però mai discutere le conseguenze dei suoi nove progetti in maniera globale;

–          CHE le zone in cui la Northern Petroleum Plc intende cercare idrocarburi secondo i progetti d71 FR-NP e d72 FR-NP – e gli altri sette su menzionati – sono nelle strette vicinanze di diverse aree protette dedite alla pesca o al ripopolamento ittico, di grotte carsiche marine, di parchi costieri e di ben nove siti di interesse comunitario (SIC), una riserva naturale statale (RNS), una zona di protezione speciale (ZPS), e una area marina protetta (AMP),

La Regione Puglia si oppone alle trivellazioni in Adriatico

baia di San Gregorio (foto di Marco Cavalera)

 a cura di Antonio De Marco

La giunta regionale della Puglia ha recepito con una propria delibera il parere negativo del Comitato di Valutazione di impatto ambientale regionale per diverse campagne di rilevamento sismico finalizzate alla verifica della presenza di idrocarburi che investe una vasta area dell’Adriatico Meridionale al largo delle coste pugliesi. Le proposte sono state presentate da un’unica societá, la Northern Petroleum, nell’ambito di distinti procedimenti di Via nazionale, di competenza del Ministero dell’Ambiente, «rispetto al quale – precisa l’assessore regionale all’Ambiente Lorenzo Nicastro – la Regione esprime un parere endoprocedimentale».

Tre richieste sono riferite ai permessi di ricerca giá autorizzati dal Ministero dell’Ambiente nel 2010 e dichiarati illegittimi dai Tribunali amministrativi regionali di Bari e Lecce, a seguito dei contenziosi attivati dalla Regione in

2699 NO alle trivellazioni nei mari del Salento

ph Stefano Crety

di Marcello Gaballo

 

Come preannunciato, ieri ho inviato con Raccomandata RR (13126652015-0 e 12264844380-7) ai due Ministeri le sottoscrizioni raccolte online su Petizione Pubblica in questi mesi. Le adesioni continuano ancora e, fino a ieri,  il numero era salito a 2766.  

Per l’ennesima volta ringrazio di cuore quanti hanno aderito e con tutti i 2699 firmatari confido che il nostro appello venga tenuto nella debita considerazione.

Di seguito il testo inviato e i domicili dei firmatari, il cui lunghissimo elenco può leggersi in

 http://petizionepubblica.it/PeticaoVer.aspx?pi=P2011N13045

 

Trivellazioni in mare. Gianni Ferraris intervista Maria Rita d'Orsogna

Trivellazioni in mare, ne abbiamo parlato con Maria Rita D’Orsogna, abruzzese, che lavora come Associate Professor Mathematics Department California State University at Northrigde Los Angeles, CA. Che ci ha risposto da Los Angeles nonostante il fuso orario di 9 ore diverso dal nostro.

ph Stefano Crety


Il governo italiano ha dato concessioni per le trivellazioni in mare per ricerche petrolifere, ha senso spingere in questa direzione anzichè nella ricerca di energie alternative?

E’ ovvio che no, ma non soltanto perchè  il futuro dell’energia è nelle fonti alternative – solare in primis – ma soprattutto perchè il petrolio che abbiamo in Italia è di qualita’ scadente, posto in profondità e non presente in grandi quantità. Il petrolio italiano non cambierà di una iota lo scenario energetico nazionale ma servirà solo per arricchire chi lo estrae. Basti pensare che il più grande giacimento europeo si trova in Basilcata e produce solo il 6% del fabbisogno nazionale italiano. Questo vuol dire che se vogliamo restare ancorati al petrolio, volenti o nolenti, continueremo a importarlo dall’estero a lungo. La Northern Petroleum stima che il petrolio presente nei mari di Puglia e’ pari a circa 50 milioni di barili – quanto basta all’Italia per un mese. Il gioco vale la candela? 

In più il petrolio italiano in genere è “amaro e pesante” cioè carico di impurità sulfuree e le cui molecole non sono della lunghezza giusta per farci la benzina. Il petrolio migliore del mondo è dolce e leggero – tutto il contrario del nostro, che risulta particolarmente inquinante e che necessita di speciali trattamenti per eliminare lo zolfo. La maggior parte delle concessioni di cui si parla oggi arrivano dopo sondaggi gia’ eseguiti 40 o 50 anni fa. A suo tempo si decise che, a parte speciali situazioni come Cortomaggiore (Piacenza), poiche’ il petrolio italiano era di qualita’ pessima non era conveniente estrarlo, e si preferi’ importarlo dall’estero. Oggi c’e’ questo revival di petrolio italiano perche’ la materia prima inizia a scarseggiare, c’e’ molta piu’ competizione da parte di cinesi e indiani, anche per quello che l’ENI ha definito in mia presenza “il fondo del barile”. E siccome siamo nel mondo globale e ipervelocizzato, c’è molto da speculare anche da petrolio cosi scadente come quello italiano.

Quale impatto ambientale provocheranno le trivellazioni?

Quello a cui non sempre si pensa è che per trivellare e poi estrarre petrolio occorre iniettare grandi quantita’ di “fluidi e fanghi” perforanti nel sottosuolo, saturi di inquinanti, a volte di materiale radioattivo e cancerogeni. Si stima che nell’arco della sua vita – di 30 o 40 anni – una piattaforma marina produca circa 90 mila tonnellate di questi rifiuti classificati come speciali e tossici. In teoria queste sostanze dovrebbero essere smaltite in maniera ottimale, nella realta’ spesso finiscono in acqua: lontano dagli occhi della gente. E questo non solo in Italia, ma in tutto il mondo, lo fanno anche in

Il silenzio che la cultura del Salento non può permettersi

ph Roberto Filograna

di Michele Eugenio Di Carlo

LETTERA AL DIRETTORE CLAUDIO SCAMARDELLA
Il silenzio che la cultura del Salento non può permettere

 

Vieste, 7 settembre 2011

Gentilissimo Direttore,
ho talmente apprezzato sul Nuovo Giornale di Puglia il Suo
editoriale, “Il Salento e i silenzi della cultura”(http://www.quotidianodipuglia.it/articolo.php?id=161067), da esserLe grato.
Il Suo editoriale mi fornisce l’occasione gradita di perseverare nel
non tacere e di ribadire ancora una volta i motivi per cui la cultura
del Salento non può più permettere, e permettersi, il silenzio.
    Nel mese di luglio la Prof.ssa Maria Rita D’Orsogna, professore
associato di Matematica Applicata presso l’Università di Los Angeles,
fornendoci il suo prezioso supporto tecnico-scientifico, ci comunicava
che la società Northern Petroleum intendeva avviare l’iter burocratico
per trivellare le coste del medio e basso Adriatico con le seguenti
località interessate: Bari, Monopoli, Polignano a mare, Brindisi,
Fasano, Cisternino, Ostuni, Carovigno, Meledugno, Otranto, Giurdignano,
Uggiano La Chiesa, Torre Guaceto, Macchia San Giovanni, Punta della
Contessa, Foce Canale Giancola, Rauccio, Aquatina Frigole, Torre
Veneri, Le Cesine, Torre dell’Orso, Palude dei Tamari, Laghi Alimini,
Santa Maria di Leuca, Posidonieto, Capo San Gregorio, Punta Ristola.
    Era necessario che cittadini e associazioni producessero
osservazioni al Ministero dell’Ambiente contro le concessioni d149 DR-

Sono arrivati i nuovi turchi?

 

Le foto sono di Stefano Crety

Le segnalazioni di Beniamino Piemontese, della professoressa D’Orsogna e dei pochi amici sensibili al pericolo delle trivellazioni nei mari del Salento erano assolutamente vere!

Mentre tutti noi eravamo impegnati a consultare il carnet degli appuntamenti salentini per trascorrere in spensieratezza le serate agostane, le autorizzazioni giungevano puntuali. Stefano ha immortalato, per gli scettici e i noncuranti, il pericolo che incombe. Nei vari commenti al link potete farvi una cultura su ciò che ci

La società inglese Northern Petroleum ha iniziato il suo iter per trivellare i mari del Salento

ph Roberto Filograna

di Maria R. D’Orsogna

La societa’ inglese Northern Petroleum ha iniziato il suo iter autorizzativo per trivellare i mari del Salento e del Barese.

Ben nove concessioni sono in giacenza presso il Ministero dell’Ambiente e dei Beni Culturali per l’approvazione di ispezioni sismiche e successiva perforazione di pozzi esplorativi, allo scopo di estrarre petrolio
per decenni. L’area interessata si estende per circa 6,600 chilometri quadrati a circa venticinque chilometri da riva, da Bari fino a Santa Maria di Leuca.

Secondo comunicati agli investitori del 28 Luglio 2011, la Northern Petroleum ha ottenuto di recente il permesso di eseguire ispezioni sismiche con la tecnica dell’air-gun nell’area di Monopoli-Ostuni-Brindisi in due proposti campi di petrolio chiamati Rovesti e Giove. Si afferma di volere iniziare i lavori a partire da Ottobre 2011.

Il direttore resposabile della Northern Petroleum, Derek Musgrove, aggiunge che “l’esplorazione dell’Adriatico Merdionale è una priorità per la Northern Petroleum” e che la ditta intende procedere velocemente con l’air-gun
in modo da identificare i siti da trivellare gia’ all’inizio del 2012. Simili permessi sono in giacenza, ma ad uno stadio meno avanzato, per la provincia di Lecce.

Le ispezioni sismiche sono violente esplosioni di aria compressa in mare che

Una raccolta di firme per dire NO alle trivellazioni petrolifere nel Salento

Ecco il testo della petizione che potrai firmare:

Ministero dell’Ambiente
Direzione per la Salvaguardia Ambientale del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare – Divisione III
Attenzione: Concessione d71 FR-NP e d149 DR-NP Northern Petroleum
Via Cristoforo Colombo, 44
00147 – Roma

e p.c. : Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Direzione Generale per la Qualità e la Tutela del Paesaggio e l’Arte Contemporanea
Via San Michele, 22
00153 – Roma

Oggetto : Osservazioni contro le Concessioni D71 BR-EL e D149 BR-EL Northern Petroleum

Con la presente comunicazione i sottoscritti cittadini intendono esprimere un deciso NO all’attività di ricerca e sfruttamento di idrocarburi lungo le coste del basso Adriatico da parte della ditta britannica Northern Petroleum, secondo le concessioni d71 FR-NP e d149 DR-NP, rese note sul sito del Ministero dell’Ambiente.
I progetti in esame riguardano le ispezioni sismiche con l’invasiva tecnica air gun a soli 25 chilometri da riva e la possibile installazione di pozzi per la ricerca e l’estrazione di idrocarburi.

La presente lettera è da intendersi ai sensi dell’articolo 6, comma 9 della legge 8 luglio 1986 n.349, che consente a ogni cittadino italiano di presentare in forma scritta le proprie osservazioni sui progetti sottoposti a Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA) e ai sensi del trattato di Aarhus. Quest’ultimo, recepito anche dall’Italia, afferma che le popolazioni hanno il diritto di esprimere la propria opinione su proposte ad alto impatto ambientale e che l’opinione dei cittadini deve essere vincolante.

Esortiamo dunque i Ministeri a bocciare i progetti Northern Petroleum e tutti gli altri a venire, in rispetto dell’Adriatico, della volontà popolare e della legislazione vigente.

Tutte le adesioni e la documentazione possono leggersi su:
https://spigolaturesalentine.wordpress.com/
http://dorsogna.blogspot.com/2011/07/affondiamo-la-northern-petroleum.html
http://www.torredibelloluogo.com/
I firmatari

http://www.petizionepubblica.it/PeticaoVer.aspx?pi=P2011N13045

ADESIONE MORALE ALLA BATTAGLIA CIVILE DI BENIAMINO PIEMONTESE

ph Mino Presicce (ripr. vietata)

 

Vieste, 1° agosto 2011

     Il Signor Beniamino Piemontese, socio fondatore dell’Associazione
Ideale “Osservatorio Torre di Belloluogo”, nonché autore del sito
Messapi.info, ha comunicato al Presidente della Provincia di Lecce, Dott. Antonio Maria Gabellone e al Sindaco di Lecce, Dott. Paolo
Perrone, che nella mattinata del 2 agosto effettuerà un sit-in davanti
al Municipio di Lecce e davanti la sede della Provincia di Lecce per
sollecitare un intervento istituzionale del Comune e della Provincia di
Lecce contro le concessioni d149 e d71 del Ministero dell’Ambiente alla società inglese Northern Petroleum

     Con le concessioni d149 e d71 la società Northern Petroleum
avvierebbe l’iter burocratico per trivellare le coste del medio e basso Adriatico pugliese mediante indagini esplorative con la tecnica dell’airgun e l’installazione di pozzi estrattivi a una ventina di chilometri dalla riva, in aree dall’alta valenza turistica con ben nove aree naturalistiche protette e rilascio di sostanze inquinanti

Lettera aperta riguardo le trivellazioni nei mari del Salento

ph Maria Aurora Trentadue

IN DIFESA DEL MARE DELLA PUGLIA E DELLE COSTE DEL SALENTO

Alla c. a. del Dott. Marcello Gaballo
“Spigolature Salentine”
https://spigolaturesalentine.wordpress.com/

Gentilissimo Dott. Marcello Gaballo,

mi è giunta una preoccupante comunicazione scritta (riportata di seguito
integralmente) da parte della Prof.ssa Maria Rita D’Orsogna,
professore associato di Matematica Applicata a Los Angeles, che mi
scrive in merito a nuovi pozzi di petrolio che dovrebbero sorgere lungo
le coste del Salento.

Da diversi anni la Prof.ssa Maria Rita D’Orsogna cerca di sensibilizzare
le comunità e i cittadini sui pericoli delle trivellazioni selvagge nei
mari italiani.

Come cittadini italiano, pugliese e salentino, mi sento in
dovere di trasmettere anche a Lei ed a tutti gli “Spigolatori Salentini
le comunicazioni pervenutemi da parte dell’insigne ricercatrice italiana
che sollecita attenzione ed interventi immediati da parte delle
istituzioni, dei cittadini e degli organi d’informazione del Salento.

Aderisco civilmente e moralmente al fianco degli abitanti delle Isole
Tremiti e del Gargano contro le trivellazioni in mare per l’estrazione
del petrolio, ed oggi ritengo che la tutela dell’ambiente del nostro
Salento contro i gravi rischi dell’estrazione petrolifera sia una
priorità irrinunciabile per tutti noi.

Confido che Lei e gli “Spigolatori Salentini” saprete offrire la giusta
attenzione alle allarmate e allarmanti comunicazioni della Prof.ssa
Maria Rita D’Orsogna, perché la sua non resti una “vox clamans in
deserto”.

La Fondazione Terra d'Otranto, senza fini di lucro, si è costituita il 4 aprile 2011, ottenendo il riconoscimento ufficiale da parte della Regione Puglia - con relativa iscrizione al Registro delle Persone Giuridiche, al n° 330 - in data 15 marzo 2012 ai sensi dell'art. 4 del DPR 10 febbraio 2000, n° 361.

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