di Pino de Luca
Ogni promessa, si sa, è un debito. Certo si può esser marinai oppure ospiti di Vespa e, in un caso per imponderabilità dell’onda marina e nell’altro per missione ed emissione dell’onda elettromagnetica, far orecchio da mercante o negare l’impegno assunto.
Ma qui è carta stampata, ieratica, persistente e consistente. Quand’anche per incartare il pesce o pulire i vetri può cadervi l’occhio, e la promessa viene ricordata e richiamata lasciando all’incauto l’onere della risposta per difesa dell’onore.
Fu promesso di raccontar de la Puglia Colada. A ciò mi accingo senza tema e senza inganno. Anche il “beverage”, ovvero dell’arte di consumar alimenti liquidi per necessità, obbligo o puro piacere, è arte del mangiare. E come i solidi da masticazione anche i liquidi son di varia composta e variamente miscelati, fatti derivare dall’occidente per uso e abitudine anglosassone, nati per truffa, inclinazione a delinquere, voglia di nuovo o semplice buon gusto.
La base primaria fu, e spesso resta, l’alcool. Veleno, piacevolissimo ma sempre veleno, con la straordinaria dote di chiamarsi anche spirito e il suo pari stimolare. Ne esistono di alcoolici, a seconda dell’intenso, della estrazione e gradazione. Vini, Birre, Whisky, Rum, Whiskey, Metzcal, Tequila, Aguardiente, Gin, Vodka, Grappa, Ouzo, Saké, Sidro, Kirsh, Calvados, Cognac, Brandy, Sherry, ecc. di varie sensazioni gustolfattive.
Ma alla curiosità e fantasia umana non bastano, miscelando e mescolando si