di Giuseppe Massari
Io non so se i 150 anni dall’Unità d’Italia siano sufficienti per tracciare un sereno bilancio storico. Forse, è necessario ripercorrere le tappe della nostra storia italiana per capire i fermenti, le ansie che l’evento, non compiuto, per certi aspetti, portò con se.
Gli anni post unitari sono stati segnati da due guerre, da una dittatura, da una guerra civile, spaccato di rottura dell’unità che sembrava essere stata conseguita. Finalmente, le luci, gli albori di una democrazia nata sotto le insegne del riscatto, della rinascita con tutte le conseguenze che ne sono derivate; con tutte le anomalie e le ambiguità connesse e tipiche di una nuova e giovane creatura.
In tutto questo lasso di tempo, la Puglia, credo, abbia avuto la sua parte decisiva per le sorti dell’intera nazione. Cinque fra i suoi migliori uomini hanno segnato, con la loro presenza e la loro attività politico sindacale, gli anni cruciali, anche se fra ombre e luci, della storia italiana ponendo la Puglia ai primi posti sulla strada di quello che doveva essere l’inarrestabile sviluppo.
Da Antonio Salandra, foggiano di Troia, capo del governo nazionale dal 21 marzo 1914 al 18 giugno 1916, dopo essere stato ministro