Tuglie e le meraviglie salentine nel libro di Gerardo Fedele
di Annachiara Gaballo
Attraversando il territorio tugliese, situato a 35 km dal capoluogo, non si può non rimanere affascinati dal paesaggio caratteristico per le sue tipiche Serre salentine che prospettano il suggestivo panorama gallipolino.
L’architetto e assessore all’urbanistica di Tuglie, Gerardo Fedele, amante e appassionato da sempre del proprio luogo natio, conduce i lettori nel libro “Tuglie i luoghi e le tradizioni” in un percorso peculiare delle vie che perlustrano il paese, esponendo gli aspetti fisici, politici ed economici della
L’ESPERIENZA DEGLI ALBERI DELLA LIBERTA’ IN UN LIBRO DEL TUGLIESE GERARDO FEDELE
di Paolo Vincenti
In questi giorni di grandi discussioni, anche sulle colonne dei giornali locali, sull’Unità d’Italia, su briganti e secessionismo, Borboni e Sabaudi, e via dicendo, risulta particolarmente significativo questo piccolo libro, dal lunghissimo titolo, pubblicato in Salento non molto tempo fa. Parliamo di Coppola rossa, bandiere a tre colori, ‘nnocche e ‘nzagarelle. Quando in Terra d’Otranto si piantarono gli Alberi della Libertà , di Gerardo Fedele (Tip. 5Emme, Tuglie, 2009), pubblicato con il patrocinio del Comune di Tuglie e della Società di Storia Patria per la Puglia, sez. di Maglie- Otranto-Tuglie.
Il libro fa luce su un periodo storico molto importante per il Regno di Napoli, vale a dire quello della Repubblica Partenopea del 1799, un’esperienza esaltante quanto effimera, che coinvolse molta parte del ceto intellettuale napoletano e meridionale dell’epoca. Ma, come una meteora, brillò per pochissimo tempo nel cielo per poi spegnersi inesorabilmente.
Come sappiamo, la Repubblica Partenopea fu instaurata nel gennaio del 1799 in seguito all’invasione delle truppe francesi, al comando del Generale Championnet , che rovesciarono la monarchia borbonica e cercarono di far trionfare la democrazia in un regno, quello di Napoli, ancora legato ad antichi retaggi feudali. Purtroppo questa esperienza fallì miseramente dopo pochi giorni ed i Borboni, ritornati in patria, iniziarono una durissima repressione nei confronti di quanti avevano parteggiato per i Francesi.
Fior di intellettuali furono condannati, dopo processi sommari, perfino alla forca ed altri furono costretti a scappare e prendere la via dell’esilio. C’è da
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