a cura di Giuseppe Massari
(Mentre la città di Gravina in Puglia si appresta a festeggiare san Michele Arcangelo, suo santo protettore, come sancito dalla Bolla papale di Clemente X del 10 marzo 1674, contestualmente siamo venuti a conoscenza di uno scritto del professore Ieva, che di seguito riportiamo nella sua versione integrale, tratto da “Il Campanile, periodico di informazione e cultura, anno XVII, n. 1, Gen- Feb. 2009, in cui si afferma, sia pure in forma dubitativa, interrogativa e deduttiva, che san Sabino potrebbe essere, oltreché patrono di Canosa, anche di Gravina. San Michele, quasi come un qualsiasi inquilino, potrebbe essere sfrattato? Questo, se fosse accertato, soprattutto dagli storici, significherebbe stravolgere l’intera storia di una comunità che ha basato la sua fede, la sua tradizione religiosa verso il principe della Milizia celeste sin dal suo apparire alle pendici del Gargano, e anche oltre, giungendo a convivere con la non distante Lucania. Noi, naturalmente, sic et simpliciter, non possiamo sposare la tesi del professore Ieva, se non altro perché è molto debole e non supportata da prove storiche e documentali attendibili. Riteniamo, però, che il suo contributo possa far nascere un serio e sereno dibattito finalizzato all’approfondimento e ad una ulteriore ricerca. Può essere considerata una buona e sana “provocazione”per poter confermare, smentire o riscrivere una nuova pagina di storia. Ai posteri, storici sinceri e non, l’ardua, l’ardita, la faticosa, la provvisoria, la confermativa, definitiva o innovativa sentenza (g.m).
“Liberata Gerusalemme da Goffredo di Buglione, i Latini costituirono Nazareth Metropoli. Ma in seguito la Palestina fu ripresa dai Saraceni e il 2 ottobre 1187 il sultano d’Egitto Saladino entrò trionfante nella città, dopo che il suo