Ancora un santo armeno nella città di Nardò. Dopo il culto e il protettorato di san Gregorio l’Illuminatore, che si festeggerà il 20 febbraio, i neritini festeggiano il santo medico e vescovo vissuto tra il III e il IV secolo a Sebaste in Armenia (Asia Minore).
Il martirio di san Biagio, avvenuto intorno al 316, è da ricollegare al suo rifiuto di abiurare la fede cristiana. La leggenda riporta che fu decapitato, dopo essere stato a lungo torturato con pettini di ferro che gli straziarono le carni. Lo strumento del martirio fu preso a simbolo del santo e poiché simile a quelli utilizzati dai cardatori di lana e dai tessitori, ecco che queste categorie lo vollero designare quale loro protettore.
Come di consueto torna dunque a praticarsi l’antichissimo rito della benedizione della gola, atteso dai fedeli, dalla popolazione di Nardò e dei paesi vicini domenica 3 febbraio, giorno in cui si festeggia il santo martire Biagio, venerato nella chiesa di Santa Teresa in Nardò.
Tra i quattordici santi ausiliatori, patrono anche degli otorinolaringoiatri, i fedeli si rivolgono a san Biagio, che in vita fu medico, per la cura dei mali fisici e particolarmente per la guarigione dalle malattie della gola.
Il motivo dell’antico patrocinio a Nardò potrebbe ricollegarsi ad una epidemia di difterite che colpì la popolazione neritina nel XVII secolo in città, che procurò non pochi lutti, specie tra i più piccoli, che morirono per l’asfissia determinata dalle croste in gola causate dal germe. Ma un altro motivo potrebbe rimandare all’antichissima e nobile famiglia dei Sambiasi, il cui nome, fino al XVII secolo, era Sancto Blasio, per l’appunto San Biagio, dei quali un ramo viveva accanto alla chiesa in cui tuttora si festeggia.
Anche quest’anno si rinnova l’atto di culto che, ormai da secoli, la Confraternita del SS. Sacramento, di cui il santo è protettore, tributa a San Biagio nell’occasione della festa del 3 febbraio.
Il triduo avrà inizio giovedì 31 gennaio, per proseguire con la messa solenne celebrata alle 8.30 di domenica 3 febbraio dal Vescovo di Nardò-Gallipoli Mons. Fernando Filograna, e con la benedizione della gola impartita ad ogni credente da sacerdoti e diaconi, dalle 15 del pomeriggio e fino a tarda serata dello stesso giorno.
In occasione delle celebrazioni, nella chiesa di S. Teresa vengono venerate la reliquia e la statua del santo protettore ed intercessore, solennemente esposta al pubblico.