Lu Torinu

illuminazione

di Pier Paolo Tarsi

Il giorno di San Pietro e Paolo era l’unico giorno dell’anno in cui vedevo questo anziano cugino di mio padre, lu Torino. L’omaccione si presentava alla porta verso l’imbrunire, scambiava due parole con i miei con quel suo vocione profondo, grosso e ruvido, dopo di che mi prendeva in braccio o per mano e mi portava nella sua macchina, una vecchia topolino. Per strada non diceva una parola ma fumava una nazionale dopo l’altro, rigorosamente senza filtro, ogni tanto si girava verso me e aggiungeva soltanto: “appostu Pietrupauluuu?”. Io annuivo e si procedeva così per qualche altro chilometro. Giunti a Galatina parcheggiava verso la stazione, tirava via la leva del cambio in legno (un sistema antifurto ante-litteram) e se la portava in una mano. Con l’altra mano trascinava me tra le bancarelle e le luminarie, fino alla piazza del paese, il centro della festa, dove a un angolo c’era il venditore di scapece. Appena ci vedeva sbucare, quello interrompeva ogni trattativa o vendita in corso e tirava fuori una bottiglia di vino con un pezzo di sedano che fuorisciva dal collo di vetro e tre fette di pane, una per me e le altre due per loro. Mangiavano la scapece accompagnandola con quel pane e si passavano la bottiglia, che ogni tanto finiva anche tra le mie mani, mentre parlavano forse di affari e altre faccende per me incomprensibili. La mia unica occupazione era tenere in mano la mia razione che puntualmente non riuscivo a mandare giù, fino a quando non trovavo il coraggio di dirlo a Torino. Lui allora borbottava qualcosa amaraggiato dal mio rifiuto, non riusciva proprio a capacitarsi che a qualcuno la scapece potesse non piacere; alla fine, sbuffando e alzando le spalle, accettava. Finito lui l’ultimo pezzo di pane, tornavamo alla topolino, infilava la leva del cambio al suo posto e ripartivamo. Sulla via del ritorno, tra una sigaretta e l’altra, la frase diventava “t’ha piaciuta la festa Pietrupauluuu”, io annuivo, e si procedeva così fino a casa. Sono passati più di trent’anni da quelle sere, ma io, ogni 29 di giugno, aspetto ancora che sbuchi la topolino di Torino da un momento all’altro.

 

Condividi su...

3 Commenti a Lu Torinu

  1. Sublime sintesi (da filosofo non ci saresti riuscito …) dei rapporti tra il passato, il presente e, perché no?, il futuro della storia di ognuno di noi.

Lascia un commento

La Fondazione Terra d'Otranto, senza fini di lucro, si è costituita il 4 aprile 2011, ottenendo il riconoscimento ufficiale da parte della Regione Puglia - con relativa iscrizione al Registro delle Persone Giuridiche, al n° 330 - in data 15 marzo 2012 ai sensi dell'art. 4 del DPR 10 febbraio 2000, n° 361.

C.F. 91024610759
Conto corrente postale 1003008339
IBAN: IT30G0760116000001003008339

Webdesigner: Andrea Greco

www.fondazioneterradotranto.it è un sito web con aggiornamenti periodici, non a scopo di lucro, non rientrante nella categoria di Prodotto Editoriale secondo la Legge n.62 del 7 marzo 2001. Tutti i contenuti appartengono ai relativi proprietari. Qualora voleste richiedere la rimozione di un contenuto a voi appartenente siete pregati di contattarci: fondazionetdo@gmail.com.

Dati personali raccolti per le seguenti finalità ed utilizzando i seguenti servizi:
Gestione contatti e invio di messaggi
MailChimp
Dati Personali: cognome, email e nome
Interazione con social network e piattaforme esterne
Pulsante Mi Piace e widget sociali di Facebook
Dati Personali: Cookie e Dati di utilizzo
Servizi di piattaforma e hosting
WordPress.com
Dati Personali: varie tipologie di Dati secondo quanto specificato dalla privacy policy del servizio
Statistica
Wordpress Stat
Dati Personali: Cookie e Dati di utilizzo
Informazioni di contatto
Titolare del Trattamento dei Dati
Marcello Gaballo
Indirizzo email del Titolare: marcellogaballo@gmail.com

error: Contenuto protetto!