Antichi libri corali del Museo d’Arte Sacra delle Benedettine in Lecce

Quando il canto è preghiera

Quattro lacerti di antichi libri corali del Museo d’Arte Sacra delle Benedettine in Lecce

 

di Elsa Martinelli

 

Ut in omnibus glorificetur Deus

San Benedetto, Regola, cap. 57,9

 

Nel centro storico di Lecce, nel suggestivo Monastero Benedettino Femminile di S. Giovanni Evangelista, il Museo di Arte Sacra “Ora et Labora” traccia in 12 sale un percorso di fede, storia e arte che dura da circa mille anni.

Oltre a preziosi oggetti liturgici, dipinti, manufatti d’arte e strumenti del lavoro quotidiano delle monache di clausura, il museo custodisce 4 pergamene sciolte (ciascuna incorniciata e protetta da vetri), parti staccate da libri corali manoscritti, la cui datazione è riconducibile ai secc. XIV-XV. Tali lacerti recano testo e intonazione monodica di alcuni canti gregoriani redatti in scrittura gotica e notazione quadrata in nero su tetragramma in rosso: in particolare 3 antifone, 1 responsorio e 1 introito, di seguito illustrati in dettaglio.

I libri corali sono una delle tipologie librarie più affascinanti del Medioevo e, soprattutto, del Rinascimento. Erano in uso del clero e dei cantori nei cori delle chiese, delle cattedrali o dei monasteri per accompagnare la liturgia con il canto. Scritti quasi esclusivamente a lettere gotiche (gotico corale), su grandi fogli di pergamena, riportano i testi dei divini uffici da cantare e la relativa notazione musicale. Possono avere legature solidissime, non di rado ornate con metalli preziosi e smalti.

Secondo il loro speciale uso liturgico i libri corali prendono nomi diversi: Antifonario, Graduale, Pontificale, Salterio. Si tratta di libri di musica manoscritti di grande formato, posizionati su monumentali leggii (badaloni) posti al centro del coro da dove, proprio in virtù delle loro notevoli dimensioni, potevano essere letti contemporaneamente da ciascuno dei cantori.

Le ampie carte su pergamena alternano righe di testo a righe di musica e prevedono iniziali decorate o figurate a tempere colorate, spesso su lamine d’oro. La scelta di aprire i canti con miniature figurate aiutava a comprendere il significato della festa cui il canto si riferiva, costituiva un valido ausilio mnemonico per ricordare le prime parole del canto e conferiva al libro un valore suntuario conforme alla destinazione sacra.

La realizzazione di questi codici poteva protrarsi per anni ad opera di esperti calligrafi e miniatori, all’interno delle medesime comunità religiose o commissionata all’esterno. Un libro corale comportava un notevole investimento di denaro. Molti di essi erano rozzi ed economici e mostravano i segni di un uso pesante e continuato, ma i libri corali delle cattedrali erano per solito riccamente decorati e miniati.

Anche se il loro impiego raggiunse la massima diffusione tra il XV ed il XVI secolo, la loro produzione continuò anche dopo l’invenzione della stampa. Si hanno corali manoscritti fino al sec. XVIII, poi la loro arte decadde. Oggi sono in uso libri liturgici di piccolo formato.

  

  1. Antifona “Te candidatus Martyrum”, da Antiphonale (secc. XIV-XV)

Tipologia documento: musica ms. di canto gregoriano, parte di codice liturgico.

Titolo: “Te candidatus Martyrum”, antifona al Benedictus, tratta da Antiphonale.

Datazione: secc. XIV-XV.

Formato: 1 carta 53×36,5 cm.

Lingua: latino.

Localizzazione: Monastero delle Benedettine in Lecce.

Descrizione: pagina pergamenacea (carta 94rv), parte di libro corale, numerazione in cifre arabe in rosso al margine superiore dx dello specchio scrittorio, 6 tetragrammi per pagina, scrittura del testo gotica, notazione quadrata nera su tetragramma rosso, capolettera T (Te candidatus) ornato in rosso.

Testo carta 94r: «intercedite/ pro nob[is] Alleluia. Mag[nificat] ad Be[nedictus]// TE candidatus/ Martyrum exercitus Te/ gloriosus Pontificum cho:/rus: beatus Con:».

Testo carta 94v: «fessorum cetus: Te/ laudabilis Minorum/ numerus: Te omnes San:/cti et electi voce confiten:/tur unanimes beata Trini:/tas unus De[us] Bene[dictus] ad Missa[m]».

Stato di conservazione: buono.

 

  1. Antifone “Crucis magnum” e “Celorum candor”, da Antiphonale (secc. XIV-XV)

Tipologia documento: musica ms. di canto gregoriano, parte di codice liturgico.

Titolo: “Crucis magnum”, antifona ad Magnificat per la Festa delle Stigmate di S. Francesco del 17 settembre, e “Celorum candor”, antifona ad Vesperas del 4 ottobre, tratte da Antiphonale.

Datazione: secc. XIV-XV.

Formato: 1 carta 54×36 cm.

Lingua: latino.

Localizzazione: Monastero delle Benedettine in Lecce.

Descrizione: pagina pergamenacea (carta 58rv), parte di libro corale, numerazione in cifre arabe in rosso al margine superiore dx dello specchio scrittorio, 6 tetragrammi per pagina, scrittura del testo gotica, notazione quadrata nera su tetragramma rosso, capolettera C (Crucis magnum) ornato in rosso, capolettera C (Celorum candor) ornato in blu.

Testo carta 58r: «[presumibilmente preceduto da: Crucis signum Tau littera fronti Francisci scribitur: quae varie distinguitur mi:/]randa lucis opera. Evovae.// CRucis magnum/ mysteriu[m] super Francisco/ claruit dum signatus/ apparuit cruce duorum en:/sium. Evovae. Ad Magn[ificat]».

Testo carta 58v: «CElorum candor/ splenduit novum/ sidus emicuit sacer Fran:/ciscus claruit cui Seraph/ apparuit/ signa[n]s eum [cancellato carachtere e sovrascritto vulnere, per mano scrittoria differente] vul:/nere in volis plantis la:/[presumibilmente seguito da: tere, dum formam Crucis gerere vult corde, ore, opere.]».

Stato di conservazione: buono.

 

  1. Responsorio “Cantantibus organis”, da Antiphonale (secc. XIV-XV)

 

Tipologia documento: musica ms. di canto gregoriano, parte di codice liturgico.

Titolo: “Cantantibus organis”, responsorio per la festa di Santa Cecilia, tratto da Antiphonale.

Datazione: secc. XIV-XV.

Formato: 1 carta 54×36 cm.

Lingua: latino.

Localizzazione: Monastero delle Benedettine in Lecce.

Descrizione: pagina pergamenacea (carta 214rv), parte di libro corale, numerazione in cifre romane al centro del margine superiore, 7 tetragrammi per pagina, scrittura del testo gotica, notazione quadrata nera su tetragramma rosso, capolettera B (Biduanis ac triduanis) ornato in rosso e nero, capolettera O (O Beata cecilia) ornato in rosso e blu, capolettera C (Cecilia me misit) ornato in rosso e nero, capolettera V (Virgo gloriosa) ornato in rosso e blu.

Testo carta 214r: «[presumibilmente preceduto da Cantantibus organis Caecilia virgo in corde suo Domino decantabat dicens: fiat Domine cor meum et corpus meum immacula/]tum ut no[n] confun/dar. V. Biduanis ac tridu/anis ieiuniis orans c[om]me[n]dabat/ domino q[u]o[d] timebat. Fiat. R./ O Beata cecilia que/ duos fratres convertisti al/machiu[m] iudicem supera:».

Testo carta 214v: «sti. Urbanu[m] episcopum in/ vultu angelico demonstrasti. V./ Cecilia me misit ad vos ut/ ostendatis michi. Urbanu[m] R./ Virgo gloriosa semper evange/liu[m] christi gerebat in pecto/re et non diebus ne/[presumibilmente seguito da que noctibus a colloquiis divinis et oratione cessabat. Magnificat.]».

Stato di conservazione: buono.

 

  1. Introito “In Excelso throno”, da Graduale (secc. XIV-XV)



Tipologia documento: musica ms. di canto gregoriano, parte di codice liturgico.

Titolo: “In Excelso throno”, introito per la Domenica I dopo l’Epifania, tratto da Graduale.

Datazione: secc. XIV-XV.

Formato: 1 carta 55,5×38 cm.

Lingua: latino.

Localizzazione: Monastero delle Benedettine in Lecce.

Descrizione: pagina pergamenacea (carta 30rv), parte di libro corale, numerazione in cifre romane in rosso e blu al lato del margine sx, in corrispondenza dello spazio tra 2° e 3° tetragramma, 6 tetragrammi per pagina, scrittura del testo gotica, notazione quadrata nera su tetragramma rosso, capolettera I (In Excelso throno) ornato in arancio, blu e rosa, capolettera I (Iubilate domino) ornato in rosso e nero, capolettera B (Benedice nobis) ornato in blu e rosso.

Testo carta 30r: «D[omi]nica p[ri]ma post e/piphaniam. Introit[us]/ In Excelso throno vidi sedere virum que[m] adorant/ multitudo Angelorum [psallentes] in unum».

Testo carta 30v: «ecce cuius imperii no/men est in aeternum. P./ Iubilate d[omi]no omnis [ter/]ra servite domino in laeti/tia. V. Gl: evovae GR./ Benedice nob[is]».

Stato di conservazione: discreto.

 

“Coro monastico”, dettaglio da un Graduale (f. 9v) in uso dei Benedettini Olivetani, manoscritto miniato su pergamena dal Maestro Girolamo da Milano e dal Maestro dei Libri del Coro di Lodi, Italia, Lombardia, Santa Maria di Baggio, ca. 1439-1447.

 

 

Bibliografia minima: le 4 pergamene delle Benedettine di Lecce sono sommariamente segnalate nella breve guida del Museo di Arte Sacra “Ora et Labora”. Un percorso di fede e storia lungo 1000 anni, Lecce, Monastero delle Benedettine S. Giovanni Evangelista, 2017, p. 37.

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