La comunicazione nel linguaggio e la “Grammatica Simpatica” di Mirella Corvaglia
di Giuseppe Corvaglia
Il linguaggio è una modalità per esprimersi, fatta di suoni, gesti, movimenti, posture, sovrastrutture e quant’altro, capaci di comunicare agli altri messaggi o informazioni, esprimere i propri pensieri e i propri sentimenti e stabilire un rapporto di interazione fra individui.
Simone (1985) dice che il linguaggio è la capacità astratta di codificare il pensiero e di trasformarlo in una forma fisica percepibile allo scopo di manifestarlo.
Certo, con il linguaggio si emettono segnali fisici (suoni, gesti, sguardi …), ma si comunicano significati. Proprio perché la comunicazione sia efficace, il segnale che inviamo deve essere adeguato all’interlocutore e al contesto.
La gran parte degli esseri viventi ha un linguaggio: gli animali comunicano con suoni, movimenti, danze, voli, posture; i fiori comunicano con colori sgargianti, strutture vegetali o profumi, atti ad attirare o respingere, ma ogni messaggio è sempre necessario per raggiungere uno scopo che sia la procreazione, la mimesi, la difesa…
Solo l’uomo ha, però un linguaggio strutturato, capace di comunicare e trasmettere agli altri suoi simili, con suoni articolati o segni scritti, concetti, informazioni e sentimenti, nella maniera più efficace ed efficiente.
In particolare, la parola, è il modo più funzionale ed economico per comunicare: non necessita di strumenti particolari (come la scrittura), è meno faticosa e più efficace della mimica o della gestualità, consente di comunicare anche al buio e anche a distanza.
Secondo le teorie neuro scientifiche, e in particolare quelle di Noam Chomsky, esistono i presupposti nel cervello umano, perché si formi una grammatica universale, fatta di regole che consentono di collegare fonemi in combinazioni variegate, capaci di esprimere: concetti, esigenze, pulsioni e sentimenti con una varietà pressoché infinita.
Gli altri animali comunicano pure, ma con un numero di espressioni vocali molto limitate e stereotipate.
Il linguaggio si sviluppa con l’individuo e, pur avendo un substrato genetico, è condizionato nella sua maturazione dal contesto sociale, non solo per lo sviluppo del lessico, ma proprio per lo sviluppo della sua funzione.

Ci sono diversi tipi di linguaggio.
Il principale è il linguaggio verbale, composto da linguaggio orale e linguaggio scritto, ma poi c’è anche il linguaggio non verbale, dato da gesti, atteggiamenti paralinguistici (smorfie, intonazione dell’eloquio, sospiri, pause…), mimica facciale (espressioni del viso volontarie o involontarie significanti) e sguardo, prossemica o uso dello spazio (tenere a distanza o avvicinarsi e cercare il contatto), artefatti (abiti, cosmetici, accessori dell’abbigliamento)
Quindi noi uomini abbiamo uno strumento unico per esprimere i nostri bisogni, per affermare la nostra personalità, per difenderci dalle accuse, per corteggiare la persona amata, per consigliare la persona alla quale vogliamo bene…
Tuttavia, come tutti gli strumenti, perché faccia il suo lavoro a regola d’arte, il linguaggio deve essere efficace, cioè deve consentirci di fare un buon lavoro.
Tagliereste un alimento con un coltello che non sia tagliente?
Lo stesso vale per il linguaggio, che deve essere uno strumento adeguato e il mezzo per renderlo adeguato è la Grammatica con le sue regole.
Infatti se noi usiamo le regole grammaticali in modo adeguato, non solo facciamo una bella figura, ma soprattutto esprimiamo quello che vogliamo dire senza equivoci e il messaggio arriverà all’interlocutore preciso e la nostra comunicazione sarà efficace.
Le parole, in fin dei conti sono solo aria che esce dai polmoni e, passando attraverso le corde vocali, diventa suono, parola, concetto…
Ma perché diventi comunicazione la parola deve essere chiara e significante.
La Grammatica ci dà questa possibilità ed è triste il fatto che questa grande risorsa oggi venga trascurata, proprio quando i mezzi per esprimere i nostri messaggi si sono vieppiù espansi. Il linguaggio, soprattutto quello parlato e quello di buona parte dei social, è povero, scorretto e per questo non più bello e nemmeno efficace. È l’effetto che gli studiosi chiamano analfabetismo di ritorno.
È per questo che il libro di Mirella Corvaglia, “La Grammatica Simpatica… e oltre” è importante, perché rende gradevole un argomento che può sembrare ostico e complesso, ma che è davvero necessario.
Per parlare di grammatica, sintassi e ortografia, Mirella, che una creativa lo è sempre stata, sceglie la strada delle filastrocche di modo che regole un poco noiose, ma necessarie, possano essere meglio digerite dai piccoli alunni.
Ne parliamo con l’autrice.

Come ti è venuto in mente di scrivere un libro di filastrocche per descrivere le regole grammaticali?
Mirella Corvaglia. L’idea nacque dalla necessità di far imparare le coniugazioni e le forme verbali ai piccoli alunni che facevano fatica a ricordare le regole apprese, esprimendosi poi in maniera sgrammaticata.
Le coniugazioni in particolare erano per loro una vera e propria bestia nera. Così nacque “La filastrocca del verbo coniugato” che sortì un effetto prodigioso e fu pubblicata anche sul giornalino di classe.
Il risultato mi stimolò a provarci anche con altre regole e ne venne fuori, con il tempo, un libro vero e proprio.
Ma era un effetto sporadico? Occasionale?
Mirella Corvaglia. No. Per me la filastrocca per descrivere un evento o parlare di qualcosa di utile alla didattica, è stata sempre uno strumento importante, direi essenziale e spesso, le filastrocche che usavo per le lezioni, non erano solo farina del mio sacco, ma composizioni condivise e create con gli alunni.
Col tempo mi sono resa conto che il metodo era efficace e che i bambini, se stimolati a creare, apprendevano meglio.
Non ho mai visto i miei alunni come contenitori statici, ma come soggetti che, grazie alla risoluzione dei problemi, si sforzavano per trovare una soluzione che rinforzava la loro capacità di apprendere.
Questo libro è una riedizione: perché una nuova edizione?
Mirella Corvaglia. Il libro era andato in esaurimento e le richieste erano tante, ma col tempo avevo scritto altre filastrocche in cui regole, lettere, accenti e parole parlavano e agivano fra loro, dando vita a vere e proprie piccole drammatizzazioni.
Questa nuova esperienza si è poi concretizzata in maniera eccellente con l’aiuto di una brava illustratrice, Gianna Cezza, la quale ha saputo figurare lettere, regole e situazioni con disegni davvero belli.
Devo dire che i disegni e le illustrazioni ravvivano molto il libro e credo che i miei piccoli lettori, potranno apprezzarlo meglio rispetto alla precedente edizione.
Ma è solo una lettura per piccoli?
Mirella Corvaglia. No. Anche i lettori adulti potrebbero trarre beneficio da questa lettura amena, gradevole, ma molto importante. Oggi qualcuno potrebbe aver dimenticato qualche regola e un ripasso in questa forma leggera potrebbe essere utile e dilettevole.
Ma dove si può acquistare?
Mirella Corvaglia. Intanto sarà possibile acquistarlo giovedì 8 maggio 2025 alle ore 19:30, quando lo presenteremo al pubblico a Spongano, presso il Centro di Aggregazione Giovanile in via Pio XII, poi sarà possibile acquistarlo presso lo store di Youcanprint, Amazon e altri store in rete.
Brava Mirella
Mirella, sempre brava e attenta a tutto. Complimenti anche a Giuseppe