La Madonna della Coltura di Parabita: storia di un culto nel cuore del XIX secolo

di Marcello Gaballo

 

Tra i santuari più identitari e suggestivi dell’intera diocesi di Nardò-Gallipoli, quello della Madonna della Coltura a Parabita occupa un posto di primo piano, tanto per la forza del legame devozionale che unisce la Vergine al popolo parabitano quanto per la storia stratificata che nel tempo ha modellato il culto. La denominazione “della Coltura”, da intendersi nel significato antico di “cultura agricola”, rimanda immediatamente alle origini rurali e popolari della devozione, le cui radici affondano con ogni probabilità nel tardo Medioevo.

Secondo una consolidata tradizione, un contadino avrebbe rinvenuto l’immagine della Madonna durante la lavorazione dei campi nei pressi dell’attuale santuario, generando un culto che si consolidò nei secoli, fino a diventare il centro spirituale e simbolico della comunità. Questo culto, inizialmente legato a un’immagine votiva e a un piccolo luogo di preghiera, ha conosciuto nel tempo fasi di ampliamento architettonico, definizione liturgica e soprattutto riconoscimento canonico. L’attuale santuario, chiesa giubilare, ricostruito nel corso del Novecento in forme neoromaniche e oggi meta di pellegrinaggi, custodisce ancora l’effigie originaria, oggetto di profonda venerazione, soprattutto nella grande festa del mese di maggio.

Tuttavia, in questa sede si intende soffermare l’attenzione su un segmento specifico della lunga vicenda del santuario: gli anni compresi tra il 1847 e il 1897, in cui il culto mariano della Madonna della Coltura fu oggetto di importanti sviluppi canonici, giuridici e pastorali, come attestano numerosi documenti conservati presso l’Archivio Storico Diocesano di Nardò.

 

Il riconoscimento canonico del patrocinio (1847–1848)

La fase più significativa di questo periodo si apre con il riconoscimento ufficiale della Madonna della Coltura come patrona principale del paese di Parabita. Il 17 settembre 1847, infatti, la Santa Sede rispose positivamente alla supplica elevata dagli abitanti di Parabita nel 1836, accogliendo l’istanza di affidare alla Madonna il patrocinio civico. Il decreto, rogato in latino dalla Congregazione dei Riti, fu sostenuto dal cardinale Costantino Patrizi, proposto dal cardinale Gabriele Ferretti, e infine controfirmato dal cardinale Luigi Lambruschini e da I.S. Fatati, segretario della medesima Congregazione. Di rilievo è il fatto che il rescritto andò oltre la richiesta di un compatronato, riconoscendo alla Madonna il titolo esclusivo di patrona principale di Parabita, in sostituzione di san Francesco da Paola.

Il processo di ridefinizione liturgica e simbolica del calendario patronale fu completato l’anno seguente: il 24 novembre 1848 la Congregazione dei Riti decretò lo spostamento della festa di san Francesco da Paola alla quarta domenica dopo Pasqua, per fare spazio alla nuova centralità mariana nel ciclo festivo della comunità.

 

Le vertenze postunitarie e la difesa dei beni parrocchiali (1869–1874)

L’Unità d’Italia e l’introduzione delle leggi eversive degli enti ecclesiastici misero a dura prova la stabilità patrimoniale della parrocchia di Parabita, compresa quella del santuario mariano. Nel 1869, una causa legale opponeva la Chiesa locale al Demanio dello Stato, che rivendicava la titolarità di alcuni beni ecclesiastici. A tutela della parrocchia intervenne l’avvocato Florestano De Simone, che difese le ragioni del clero parabitano con una memoria giuridica stampata e diffusa a livello regionale (Per la Chiesa e Clero Parrocchiale di Parabita contro il Demanio dello Stato, Trani 1869), accompagnata da un’appendice argomentativa.

L’esito della causa fu favorevole alla Chiesa. Il 24 gennaio 1874, il Sub Economo dei Beni Vacanti della diocesi di Nardò, Giuseppe De Pascalis, rilasciò una dichiarazione ufficiale di dissequestro delle rendite della parrocchia a favore del nuovo arciprete Gaetano Ferrari, regolarmente nominato con Regio Exequatur il 14 ottobre 1873. Nella dichiarazione erano elencati dieci suoli e terreni ubicati nel territorio di Parabita e nove capitali censi, a dimostrazione dell’importanza economica e funzionale della parrocchia, in grado di mantenere un culto solido e ben radicato anche grazie a tali risorse.

 

Progetti di rinnovamento spirituale: gli Alcantarini a Parabita (1897)

La figura dell’arciprete Gaetano Ferrari, protagonista di questa fase di ricostruzione materiale e spirituale, emerge ancora una volta in una lettera dell’11 luglio 1897, indirizzata alla Curia Diocesana di Nardò. In essa, Ferrari esprimeva il desiderio di vedere insediata a Parabita una comunità di Alcantarini, i Francescani riformati, piuttosto che nella vicina Casarano, dove – notava con realismo – “non sono stati mai Alcantarini, e dovrebbero occupare un Convento ch’era un dì dei Cappuccini e che un giorno potrebbero reclamarlo”.

La proposta si inseriva nel più ampio quadro di riorganizzazione pastorale promosso a fine secolo, e puntava a rafforzare la vita spirituale del santuario mariano attraverso la presenza di un ordine particolarmente legato alla predicazione, alla povertà evangelica e alla devozione popolare, in sintonia con la spiritualità che da sempre contraddistingueva il culto della Madonna della Coltura.

Il periodo compreso tra il 1847 e il 1897 rappresenta per il santuario della Madonna della Coltura una stagione decisiva di consolidamento istituzionale e rinnovamento pastorale. In un arco di cinquant’anni, il culto della Vergine passò da devozione popolare a patrocinio ufficialmente riconosciuto, mentre la parrocchia si confrontava con le trasformazioni dello Stato unitario, difendendo con successo il proprio patrimonio.

Condividi su...

Lascia un commento

La Fondazione Terra d'Otranto, senza fini di lucro, si è costituita il 4 aprile 2011, ottenendo il riconoscimento ufficiale da parte della Regione Puglia - con relativa iscrizione al Registro delle Persone Giuridiche, al n° 330 - in data 15 marzo 2012 ai sensi dell'art. 4 del DPR 10 febbraio 2000, n° 361.

C.F. 91024610759
Conto corrente postale 1003008339
IBAN: IT30G0760116000001003008339

Webdesigner: Andrea Greco

www.fondazioneterradotranto.it è un sito web con aggiornamenti periodici, non a scopo di lucro, non rientrante nella categoria di Prodotto Editoriale secondo la Legge n.62 del 7 marzo 2001. Tutti i contenuti appartengono ai relativi proprietari. Qualora voleste richiedere la rimozione di un contenuto a voi appartenente siete pregati di contattarci: fondazionetdo@gmail.com.

Dati personali raccolti per le seguenti finalità ed utilizzando i seguenti servizi:
Gestione contatti e invio di messaggi
MailChimp
Dati Personali: cognome, email e nome
Interazione con social network e piattaforme esterne
Pulsante Mi Piace e widget sociali di Facebook
Dati Personali: Cookie e Dati di utilizzo
Servizi di piattaforma e hosting
WordPress.com
Dati Personali: varie tipologie di Dati secondo quanto specificato dalla privacy policy del servizio
Statistica
Wordpress Stat
Dati Personali: Cookie e Dati di utilizzo
Informazioni di contatto
Titolare del Trattamento dei Dati
Marcello Gaballo
Indirizzo email del Titolare: marcellogaballo@gmail.com

error: Contenuto protetto!