L’antica fiera del Crocifisso di Casarano

Brevi note storiche

 

di Fabio Cavallo

Una regola non scritta ma valida fino a pochi decenni fa considerava rilevante, sotto il profilo economico-sociale, quella comunità che nel corso dell’anno godeva del privilegio di celebrare più fiere e mercati. Oggi, questo modello non regge più e, nell’era dell’e-commerce e dei grandi centri commerciali, le rassegne espositive di stampo tradizionale hanno subìto un forte ridimensionamento, tant’è che molte sono definitivamente scomparse. D’altro canto, il termine “fiera”, derivando dal latino fera che significa animale, bestia, indica quella rassegna mercatale in cui l’aspetto preponderante è il commercio di bestiame, impiegato in agricoltura o allevato per consumo alimentare. Le restrittive norme, attualmente in vigore, che includono motivazioni di carattere igienico-sanitario e istanze dei gruppi animalisti, ne limitano la vendita o addirittura lo vietano. Mancando dell’elemento della commercializzazione degli armenti, non si potrebbe parlare di fiera ma semplicemente di mercato.

 

Delle sei fiere che si tenevano a Casarano ne sono rimaste soltanto due, quella di San Giovanni Elemosiniere, a maggio, e del SS. Crocifisso, ad ottobre, entrambe collegate a due festività religiose molto sentite dalla comunità cittadina.

Il loro contributo allo sviluppo economico del paese è stato così incisivo che Cosimo De Giorgi (1842-1922) il grande ricercatore salentino, nei suoi “Bozzetti” (1) così ne parla:

…Casarano è uno dei più importanti e dei più civili paesi del Capo di Leuca. Ha il suo mercato settimanale ogni martedì e le sue fiere sono tra le più notevoli del circondario di Gallipoli…”.

Gli fa eco lo storico Giacomo Arditi (1815-1891), in “Corografia di Terra d’Otranto” (2) affermando che i mercati di Casarano sono i migliori del Salento.

Tale propensione commerciale aveva rappresentato, nel 1863, una valida motivazione per inoltrare, presso il Ministero di Grazia e Giustizia, una petizione a firma degli amministratori comunali al fine di scongiurare la soppressione del Mandamento di Casarano in quanto si celebrano:

“…5 fiere annuali di grandissima importanza per l’immenso concorso di negozianti di altre provincie…”.(3)

  Oltre a quelle già citate, le altre fiere erano quelle della Madonna della Campana ad aprile, di Sant’Antonio a luglio, Santa Filomena ad agosto e Santa Lucia a dicembre.

 

Quella del SS. Crocifisso è sicuramente la più sentita dalla popolazione locale. Istituita intorno alla seconda metà del Seicento per commemorare i numerosi miracoli operati da un affresco raffigurante la Crocifissione, (www.fondazioneterradotranto.it/2023/10/10/i-miracoli-operati-dal-crocifisso-di-casarano-in-un-libretto-del-1688/) (foto 2) la manifestazione fieristica, fino al 1812, veniva svolta il 14 settembre, in occasione della festa dell’Esaltazione della S. Croce. Da quell’anno in poi, un decreto del Re di Napoli Gioacchino Murat stabilì che la fiera fosse spostata alla seconda domenica di ottobre per farla coincidere con le volontà testamentarie di Don Daniele Calò (1626-1705), arciprete di Casarano e testimone oculare dei miracoli del Ss. Crocifisso, il quale aveva disposto un cospicuo lascito in denaro per la celebrazione di una serie di messe solenni in quella data.

 

Lo spostamento si rivelò più che azzeccato perché, ponendo la fiera all’inizio dell’autunno, essa rappresentava una vera opportunità per gli abitanti del Circondario di rifornirsi di provviste e viveri per il lungo inverno. Inoltre veniva considerata come atto di ringraziamento per i raccolti compiuti nei mesi primaverili ed estivi.

Uno dei primi accenni alla fiera del Crocifisso lo si deve al notaio casaranese Santo Riccio (1651-1726) che, tra l’altro, è l’autore di un dettagliato opuscoletto descrivente i miracoli compiuti dalla miracolosa immagine dal 27 gennaio all’8 febbraio 1688. In un passaggio della sua cronistoria, così parla citando la fiera:

Nella prima festività si fece con mostra del Santiss.mo Crocifisso che necessitava certa farina per fare colla per collare Carte che servevano per le muraglie della Città…mai detta farina Mancò…” (4) 

 

Il passaggio non è un capolavoro di lingua né di stile. D’altra parte il livello culturale di un notaio dell’epoca non era quello che si esige ai nostri giorni. A noi interessa sapere che, in occasione del primo anniversario della scoperta dell’affresco miracoloso, si tenne una “mostra” ossia una fiera(5).

La fiera, per moltissimo tempo, ha rappresentato una delle manifestazioni commerciali più popolari del mese di ottobre insieme a quelle di Miggiano (III domenica) e Ortelle (IV domenica).

Abbinato a questa ricorrenza, un tipico piatto della cucina salentina, le cicureddhre a minescia, che riscuote ancora oggi molta popolarità fra i casaranesi. Si tratta di cuocere in brodo le cicorie selvatiche, raccolte nei giorni precedenti la fiera, le quali, una volta cotte, si sposano armoniosamente con la carne di maiale, specialmente con “u camusceddhru”, la pancetta tagliata in spessi tocchi. (foto 5)

 

Probabilmente l’epiteto legato a questa festività, ossia “Curgifissu te lu citu”, oggi completamente rimosso dalla memoria collettiva, potrebbe trovare l’origine nel greco antico “Kytos” che significa pelle, cuoio, e nel tardo latino “cùtica” ossia pelle o cotica di maiale. Quindi Curgifissu te lu citu indicherebbe il “Crocifisso della cotica”, nel cui giorno si consuma la carne di maiale. L’accostamento potrebbe risultare poco rispettoso ma necessario per distinguere questo culto da altri come il Crocifisso “te le feu” di Gallipoli, quello “te la macchia” a Ruffano, e “te lu Panieri” di Galatone.

 

Note

1)            Cosimo De Giorgi, La Provincia di Lecce – Bozzetti di viaggio, Editore Giuseppe Spacciante, Lecce, 1882.

2)            Giacomo Arditi, Corografia fisica e storica della Provincia di Terra d’Otranto, Editore Leonardo Cisaria, 1879.

3)            Archivio comunale di Casarano, Memoria diretta ai Ministri di Grazia e Giustizia e delle Finanze del 15 luglio 1863.

4)            Cfr.: Antonio Chetry, Spigolature Casaranesi, II Quaderno, pag. 34.

5)            Non è nota la data esatta dei festeggiamenti per gli anni successivi. Si propende per il 14 settembre, festa dell’Esaltazione della S. Croce.

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Un commento a L’antica fiera del Crocifisso di Casarano

  1. Grazie Fabio, anche per questo breve articolo che desta ricordi antichi e ravviva emozioni

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