L’Immacolata Concezione giordanesca conservata nella chiesa dell’Immacolata a Latiano

Riportiamo gli abstract dei saggi pubblicati sul nuovo numero de Il delfino e la Mezzaluna

 immacolata latiano

Domenico Ble, L’Immacolata Concezione giordanesca conservata nella chiesa dell’Immacolata a Latiano

in Il delfino e la Mezzaluna, Periodico della Fondazione Terra d’Otranto, anno V, nn° 6-7, 2018, pp. 263-267.

 

ITALIANO

Il fenomeno della pittura giordanesca ha avuto una grande importanza e diffusione in Terra d’Otranto tra il XVII e l’inizio del XVIII secolo. La circolazione delle opere del maestro Luca Giordano o degli elaborati dei suoi allievi ha così influenzato la maniera di diversi pittori locali. La pittura giordanesca ha interessato anche Latiano con la tela dell’Immacolata Concezione conservata all’interno dell’omonima chiesa: per anni scarsamente valorizzata e non adeguatamente posta in risalto per il suo valore artistico, in questo articolo viene collocata all’interno di un panorama pittorico ben più ampio. In riferimento al suo artefice si può dunque passare dal generico «autore ignoto» ad un più opportuno «pittore giordanesco».

 

ENGLISH

The phenomenon of the Giordanesca painting has had a great importance and diffusion in Terra d’Otranto between the seventeenth century and the beginning of the eighteenth century. The circulation of Luca Giordano’s works or of his pupils’ papers has influenced the manner of many local painters. The Giordanesca painting has affected also Latiano with the canvas of the Immacolata Concezione (the Virgin) kept in the interior of church with the same name: under-appreciated for years and not enough highlighted for its artistic value, in this essay it is placed on the inside of a much wider pictorial panorama. Referring to its author we can pass from the generic «unknown author» to a more veritable «giordanesco painter».

 

Keyword

Domenico Ble, Luca Giordano, Latiano, Immacolata Concezione

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Un commento a L’Immacolata Concezione giordanesca conservata nella chiesa dell’Immacolata a Latiano

  1. Tipologia: Cappella Odegitria Madonna Immacolata
    Ubicazione: Vico Mazzotti Novoli(LE)

    E’ la più antica chiesa di Novoli nonché la prima chiesa parrocchiale, in quanto tale prima della costruzione della chiesa dedicata a Sant’Andrea Apostolo. Al suo interno si conserva in particolare un importantissimo affresco bizantineggiante, un icona della

    Vergine Odegitricia rinvenuta nella Cappella della Mater Dei (come veniva chiamata anticamente) nel 1865, immagine tra l’altro raffigurata per alcuni periodi di tempo sullo stemma cittadino. L’affresco, collocato cronologicamente nei primi decenni del XIV

    secolo, rappresenta la Madonna con il Bambino con ai lati i monogrammi in lingua greca MP e OY ai lati del volto di Maria, e IC e XC a destra della figura del Bambino (il sovrintendente, architetto Riccardo Mola, lo definì “di pregevole valore”).

    La cappella risulta importante anche per un altro frammento di affresco rinvenuto nel 1951, raffigurante come figura principale una donna e come secondaria una angelo, entrambi con l’aureola ed il segno della croce in testa. Questo frammento, posizionato

    sulla facciata esterna del muro sul quale è effigiata la Vergine, è considerato opera della stessa mano anche se meno importante se paragonato al primo. Venne intitolato “Ospitalità di Abramo” (così come documentato nella relazione di una perizia tecnica

    commissionata dal Mons. Francesco Pellegrino), ma ancora oggi non si conosce con certezza la veridicità del titolo, visto anche diversi studi ancora oggi in corso. Nel 1889 l’Immacolata divenne sede del Terz’Ordine Francescano, il quale nel 1921 contava

    765 consorelle, 19 confratelli, 35 novizi ed 8 sacerdoti; oggi appartiene alla Parrocchia Sant’Andrea Apostolo. fonte dell’articolo tratto dal sito http://www.comune.novoli.le.it

    Per la Pascareddhra si preparano li Panarieddhri da portare nella scampagnata sui prati usanza dei Salentini nel lunedì dopo Pasqua.

    Li panarieddhri o Puddicastri nel Leccese sono dolci tipici del periodo pasquale preparati a base di pasta da pane e cotti nel forno a legna. Contengono, immersi o affioranti, delle uova di gallina. Spesso si presentano molto colorati poiché decorati con

    diavulicchi di zucchero e chiodi di garofano.

    La vera particolarità dei panareddhri è nelle forme e negli arricchimenti degli ornamenti, realizzati a rilievo con lo stesso impasto (una treccia quale manico, grappoletti d’uva, foglioline, canestrini con le uova, pere, mele, fave) secondo la fantasia di ognuno.

    un cordialissimo saluto e Buona Pasqua
    Ersilio Teifreto

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