Portoselvaggio: alcuni scorci nell’interpretazione di alcuni pittori contemporanei

di Armando Polito

Questo post ha la sola pretesa di costituire lo stimolo iniziale per una sorta di catalogo tematico che potrà via via, almeno mi auguro, prendere corpo grazie alla collaborazione dei lettori che vorranno inviare le loro informazioni e degli artisti che questo dettaglio del nostro paesaggio hanno interpretato con le tecniche più disparate e che del loro lavoro vorranno inviare una testimonianza fotografica e, se lo riterranno opportuno, un’immagine di loro stessi.

Comincio con due salentini, l’uno defunto, l’altra giovanissima (è nata a  Sava, in provincia di Taranto, nel 1989)

Enzo Sozzo (1917-1993), Marina di Porto Selvaggio, 1975 (olio su tela; immagine tratta da http://www.kijiji.it/annunci/per-la-casa/lecce-annunci-lecce/marina-di-porto-selvaggio-lecce-olio-su-tela-enzo-sozzo/7623951; l’immagine dell’autore è tratta da http://www.imovepuglia.tv/old/storie/enzo-sozzo-ovvero-storia-di-un-pittore-partigiano/1764/).

Simona De Leo, Portoselvaggio, 2010  (immagine tratta da http://simonadeleo.blogspot.it/2010_08_01_archive.html; l’immagine dell’autrice è tratta da http://iodisegnoamodomio.blogspot.it/p/le-mani.html).

Dopo i due salentini è la volta di altri autori, viventi, che hanno dovuto fare più strada, in senso geografico non essendo salentini, per dare vita alle loro creazioni.

Jacqueline Cope, Porto Selvaggio, 2010 (olio su tela; immagine tratta da  http://www.premioceleste.it/jacqueline.cope). Così l’artista commenta il suo dipinto:  Nella pittura plein air il tonfo delle onde era piccola in lontananza, ma la sua forza ed energia ha fatto una grande impressione. In questo dipinto ho voluto catturare la forza e l’energia dell’acqua che colpisce il masso, ma per dare la vista il senso di aspettativa, in attesa del prossimo colpo dell’onda.

 

Sebastian Lettner, Porto selvaggio, 2012,(polaroid dipinta, 9 x 7 cm.; immagine tratta da http://julietartmagazine.com/it/sebastian-lettner/;l’immagine dell’autore è tratta da https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10151649047512081&set=a.436704897080.209999.656852080&type=1&theater).

Dal primo dei due indirizzi appena citati: Le polaroid dipinte da Sebastian Lettner mantengono il fascino dell’azione disinvolta, apparentemente non meditata, attraverso la quale l’artista crea cromie brillanti, che oscillano fra tramonti e fluidità acquatiche di Porto selvaggio: un’effusione di colore con strisce, macchie, grumi, nella gamma del seppia, un nero magmatico interrotto da una vibrante nota color acquamarina. Istantanea fotografica, nitido ricordo, poi, magari, dissolvenza. La fotografia in polaroid subisce un processo di trasformazione attraverso il linguaggio del gesto pittorico. Il fondamento di quest’azione  è da ricercare  nell’inconscio  che a tratti riemerge come un inchiostro dall’oscurità conturbante.

Maurizio Ciccani, Porto Selvaggio, 2013 (dipinto ad olio su legno; immagine tratta da http://mauriziociccani.com/2013/09/25/porto-selvaggio/dsc00879/; l’immagine dell’autore è tratta da http://www.joyaa.net/joyaa/uploads/author_images/big/dsc00266-2-871403.jpg).

 

L’immagine di Sebastian Lettner che abbiamo visto prima si colloca a metà strada tra la pittura tradizionale e quella elettronica. Mi riesce difficile, invece, dare una collocazione ben precisa alla tecnica della foto stampata su canvas1 (di seguito Portoselvaggio dello Studio Hemingway s.r.l. di Martano; l’immagine è tratta da http://www.salentoimmagini.it/prodotto.asp?id=116) perché, pur comportando, comunque, l’intervento selettivo dell’uomo (scelta della foto, sua eventuale elaborazione, calibratura cromatica della stampante, etc. etc.), essa è clonabile all’infinito, a meno che una volontà precisa o una memoria di massa trasformatasi all’improvviso in una memoria di merda … non ne abbia cancellato il corpo digitale. Forse il raffronto più consono è con la vecchia stampa artistica da rame (con il ruolo di protagonisti alla pari del disegnatore e dell’incisore), per cui la foto sta al rame come la tela pittorica sta alla carta, come la stampante al torchio.

Francesco Carrino. Mi piace chiudere la carrellata con un artista autodidatta, neretino doc, nonché mio carissimo amico.  Oltre che pittore è anche musicista e a tal proposito segnalo su questo stesso blog  il link https://www.fondazioneterradotranto.it/2014/04/01/omaggio-a-portoselvaggio-2/.

 

Francesco Carrino

Portoselvaggio Francesco Carrino

Forse è lo scorcio meno spettacolare di Portoselvaggio, ma certamente il più suggestivo e stimolante per la fantasia, perché rappresenta il tratto iniziale di un percorso verso la bellezza, quasi il progressivo aprirsi di un sipario su uno scenario da sogno che non si vede l’ora di scoprire. Credo sia la sensazione che tutti i visitatori  ben conoscono, dato che si tratta di un passaggio piuttosto obbligato.

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1 Alias tela pittorica. Spesso ci si sciacqua la bocca con le parole inglesi rimediando la figura di chi si crede moderno e disprezza tutto del passato semplicemente perché lo ignora. Costui  lo farebbe certamente con meno supponenza anche con canvas, se sapesse che il termine è fratello del francese canevas e  del nostro canovaccio e che tutte le voci appena ricordate sono figlie del latino cannabis=canapa; e, in rapporto a quest’ultima voce, il “costui” di cui sopra forse resisterebbe anche all’idea di drogarsi …

 

 

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