Da Soleto, un accorato “no” ai bioputrefattori

SOLETO: UN ACCESISSIMO CONVEGNO DOVE IN MASSA I CITTADINI HANNO DETTO NO AL “BIOPUTREFATTORE”

E DOVE SI SON POSTE LE BASI PER LA NASCITA DI UN COMITATO CIVICO PER LA TUTELA DEL TERRITORIO

 

“NO AI NUOVI BIOPUTREFATTORI NE’ QUI, NE’ ALTROVE !”

 

SI AI BUONI PRINCIPI DEL MICRO-COMPOSTAGGIO DIFFUSO E QUINDI DILUITO SUL TERRITORIO E ALLA RICONVERSIONE E UTILIZZO DEI BIOSTABILIZZATORI GIA’ ESISTENTI PER PRODURRE COMPOST E NON DANNOSO BIOSTABILIZZATO COME OGGI!

a cura del Forum Ambiente e Salute

 

Impianto biogas da rifiuti di Salerno, le medesime cementificazioni e impatti che a Soleto-Galatina si devono impedire
Impianto biogas da rifiuti di Salerno, le medesime cementificazioni e impatti che a Soleto-Galatina si devono impedire

A seguito del partecipatissimo convegno tenutosi a Soleto nei giorni scorsi, sul preoccupante tema di un progetto per un megaimpianto di compostaggio-biogas, i cittadini qui scriventi informano che da quella grande mobilitazione si stanno ponendo le basi per la nascita di un comitato aperto e trasversale mirato a fermare la costruzione di quelli che oramai sono stati ribattezzati eloquentemente “bioputrefattori”, gli immensi impianti costruiti ex-novo di compostaggio-biogas; un comitato a difesa del paesaggio, della salute e dell’agricoltura che deve essere e continuare ad essere nel Salento un’ agricoltura della salubrità e della tradizione alimentare di qualità ed eccellenza, e che quindi non deve essere assolutamente corrotta ed asservita alla produzione immorale di speculativo biogas; una speculazione anche denunciata dalla trasmissione di inchiesta giornalistica “Report” su Rai 3 (link: http://www.report.rai.it/dl/Report/puntata/ContentItem-c8210399-a212-4753-a2b7-e36b663c52cc.html ).

Cogliamo l’occasione per ringraziare i tantissimi cittadini che hanno preso parte all’accesissimo convegno tenutosi a Soleto nei giorni scorsi e che in massa e accoratamente hanno ribadito, con esemplare educazione e solidi argomenti, ormai patrimonio comune di tutti, i tanti motivi del NO forte al mega-impianto. Il convegno ha visto tra i relatori anche la partecipazione del famoso oncologo dott. Giuseppe Serravezza, presidente della LILT (Lega Italiana per la Lotta ai Tumori) della provincia di Lecce, che nel suo mirabile intervento applauditissimo ha ribadito con grandissima forza la sua contrarietà a questo tipo di impattanti impianti che taluni volevano costruire ex-novo tra Soleto e Galatina, come in altre aree del territorio salentino!

Ulteriore preoccupazione nei cittadini ha provocato la diffusione sui social network delle foto del premiato impianto di biogas-compostaggio di Salerno presso il quale si sono recati nei giorni successivi al convegno alcuni amministratori e cittadini di Soleto, tra i quali, erroneamente a quanto ha dichiarato sulla stampa il sindaco di Soleto, che ha lamentato l’assenza di rappresentanti di associazioni ambientaliste critiche al progetto, era anche presente Giuseppe Spagnolo facente parte sia dell’associazione socio-culturale Nuova Messapia, quanto attivista del Movimento 5 Stelle Soleto, associazione e movimento anche loro fortemente contrari nei confronti dell’ipotesi prospettata dall’amministrazione di realizzare un simile impianto nel feudo cittadino.

Le foto del megaimpianto di Salerno mostrano le immense cementificazioni che un simile opificio ex novo implicherebbe, con immense strutture e vaste superfici per il trattamento di grandi volumi di rifiuti e di percolato, nonché grandi capannoni industriali in cemento in tutto e per tutto identici a quelli già presenti nel territorio salentino negli impianti, chiamati biostabilizzatori, per il trattamento dei rifiuti.

Cogliamo l’occasione per stigmatizzare la responsabilità politica delle amministrazioni locali di Soleto e Galatina i cui rappresentanti durante il sopracitato convegno hanno espressamente affermato di aver operato per inceppare il virtuoso processo di riconversione, che è in corso, degli impianti di biostabilizzazione, che son già esistenti,  in impianti di compostaggio, al fine di rendere necessaria la costruzione di impianti ex novo con la conseguente compromissione, come nel caso di Soleto e non solo, di aree ad oggi del tutto vergini all’industria e al cemento.

Impianto biogas da rifiuti di Salerno, le medesime cementificazioni e impatti che a Soleto-Galatina si devono impedire
Impianto biogas da rifiuti di Salerno, le medesime cementificazioni e impatti che a Soleto-Galatina si devono impedire

In un quadro nazionale che vede la nascita di innumerevoli comitati contro le centrali a biogas e i grandi impianti di compostaggio forieri di innumerevoli danni alla salubrità ambientale suscitano perplessità i criteri non ben chiari con i quali l’amministrazione di Soleto ha scelto di far visita proprio all’impianto di Salerno, in un contesto di fortissime contraddizioni che sono emerse a tal proposito, ad esempio:

-) inizialmente per l’impianto di Soleto si parlava di un opificio per la produzione di energia elettrica da combustione di biogas, mentre gli amministratori nella sede del convegno hanno poi parlato di  un impianto diverso che avrebbe immesso il gas prodotto nella rete di distribuzione nazionale del gas, salvo poi promuovere la visita all’impianto di Salerno che, come anche ribadito lì dall’ ingegnere capo responsabile della struttura, è invece un opificio per la combustione del biogas lì prodotto, finalizzato alla produzione di energia elettrica, e con conseguente immissione dei fumi di combustione in atmosfera. Non si capisce, pertanto, se tale confusione sia nella mente dei proponenti della “gita” a Salerno, o se la si voglia inculcare nei cittadini.

-) Si è assistito, qui tra Soleto e Galatina, all’uso di una serie di termini mistificatori atti a sminuire l’impatto ambientale dell’impianto di Salerno chiamato talvolta impropriamente come semplice impianto di compostaggio, e a volte persino, cosa a dir poco ridicola “compattatore”. Non si è comunicato poi che quell’ impianto di Salerno, per produrre lucroco biogas, non usa solo rifiuti umidi urbani. Qualcuno, fuorviando le parole dell’ingegnere, ha creduto trattarsi di un impianto per l’immissione del gas nella rete del gas, quando invece bene il tecnico ha spiegato, come ben si ascolta in un video, (ma si può leggere questo ovunque in merito a quell’opificio campano), che lì il gas prodotto viene bruciato in loco per produrre energia!

 

Impianto biogas da rifiuti di Salerno, le medesime cementificazioni e impatti che a Soleto-Galatina si devono impedire
Impianto biogas da rifiuti di Salerno, le medesime cementificazioni e impatti che a Soleto-Galatina si devono impedire

Ci facciamo qui portavoce delle lamentele di tanti cittadini per la quasi del tutto assente ed inadeguata pubblicità e comunicazione data dall’amministrazione circa la visita organizzata a Salerno. Visita nella quale, hanno comunque informato i rappresentanti delle associazioni che vi hanno partecipato, non son mancati i persistenti mefitici odori nauseabondi e vomitevoli, che i locali tecnici attribuivano ad altre strutture(?), dei depuratori adiacenti. E guarda il caso, anche per Soleto, si vorrebbe legare la filiera del simile impianto immaginato nel feudo comunale, e in parte in quello della confinate Galatina, a quello del prossimo depuratore mal funzionate nell’area industriale di Galatina!

Impianto biogas da rifiuti di Salerno, le medesime cementificazioni e impatti che a Soleto-Galatina si devono impedire (2)
Impianto biogas da rifiuti di Salerno, le medesime cementificazioni e impatti che a Soleto-Galatina si devono impedire

 

Legati a quella filosofia di ambientalismo scientifico fortemente affermatasi nel Salento che studia fin nei minimi termini non solo gli impianti in sé, ma anche i rapporti ecologici tra ambiente naturale e dinamiche umane socio-culturali, politiche, economiche e storiche, dinamiche che anche nel recente passato hanno portato a disastri e hanno trasformato idee positive in strumenti di speculazione e devastazione, come nel caso del fotovoltaico, dell’eolico e delle biomasse, (di cui il biogas fa parte), già avevamo ben sottolineato, anche in sede del convegno, i grandi rischi sottesi alla creazione di un simile impianto.” – dice Oreste Caroppo del Forum Ambiente e Salute, – “per questo non possiamo che giudicare positivamente la prudenza esposta dallo stesso sindaco di Soleto, all’indomani della visita a Salerno, sui giornali locali”. Sindaco che, come riportato e titolato dalla stampa, ha affermato: “Ancora dubbi” “Non abbiamo ancora deciso, dobbiamo sciogliere alcuni dubbi perché, pure in presenza di innegabili ritorni economici, la salute dei cittadini viene prima di tutto“.

 

In questa brutta vicenda si sta assistendo da parte di taluni ad un uso strumentale di un falso ambientalismo piegato e asservito ad interessi ben lontani dal Bene Comune; un brutto uso distorto ed incoerente dell’ecologia che già il territorio ha conosciuto, (ed ha imparato ormai a riconoscere), nella dannosa speculazione della Green Economy Industriale, i cui mezzi imbonitori già ben conosciamo, come ad esempio i premi preconfezionati con i quali si cercava di mielare e legittimare agli occhi dei cittadini tutta una serie di progetti di nocive centrali a biomasse, (e il biogas è una di queste), altamente impattanti. Centrali nella stragrande maggioranza dei casi fermate sul nascere nel Salento grazie alla grande sensibilità civica del territorio sollevatosi in massa contro, a tutela dei diritti delle future generazioni e non solo.

Allacciandoci alle perplessità evidenziate dallo stesso sindaco, chiediamo di operare tutti assieme per porre un punto fermo consistente nell’affermazione di un pieno NO al progetto che sta togliendo il sonno ai cittadini di Soleto, di Galatina e di tutto il territorio circostante, e chiediamo che:

se da un lato è giusto riconvertire, a zero consumo di nuovo suolo, gli enormi impianti già esistenti ed operanti di biostabilizzazione in impianti di mero compostaggio aerobico, (possibilità incontrovertibile dal punto di vista tecnico-ingegneristico contro ogni insostenibile e strumentale bugia, e che basterebbero di gran lunga per il trattamento dell’intera frazione umida dei rifiuti urbani della provincia di Lecce; possibilità che già di per sé svuota le vane tesi di coloro che tentano di avallare nuovi impianti paventando l’ “emergenza” rifiuti; riconversione che risponde ad ogni buon principio di economicità), dall’altro occorre operare anche per ridurre le frazioni umide lì destinate, favorendo piccoli impianti di compostaggio a dimensione comunale, (che, trattando minori quantità di frazione organica a sistema aerobico, le possono ben trattare direttamente su suolo agricolo a km zero, eventualmente con rotazione dei terreni), e favorendo il compostaggio domestico familiare, (ed in merito a questi punti già esiste una avanzata pianificazione a dimensione comunale redatta dai virtuosi cittadini di Soleto e disponibile); in tal modo la stessa frazione umida dei rifiuti da conferire agli impianti di compostaggio, (ottenuti dagli ex-biostabilizzatori nei loro medesimi siti), verrebbe infinitesimamente ridotta, se non anche annullata, secondo la virtuosa filosofia, che qui nei fatti si stava per calpestare e strumentalizzare, del ciclo Rifiuti Zero.

Infine riportiamo a conclusione le sagge parole di Oreste Caroppo del Forum Ambiente e Salute: “occorre rivedere l’intera pianificazione del nostro territorio nel verso della contrazione delle aree ad oggi nei piani urbanistici destinate, in maniera quasi sempre eccessiva e ridondante, ad opifici industriali, facendole ritornare agricole, favorendo anche opere di decementificazione, rinaturalizzazione, restauro paesaggistico e rimboschimento con piante autoctone. Così, cosa molto grave che, a fronte della visita fatta all’impianto di Salerno, non sia stata organizzata una visita ai suoli nei fatti agricoli e naturali, e quindi preziosi, che oggi rischiavano a Soleto di essere distrutti in questa irresponsabile ipotesi progettuale che si stava avallando. Pertanto, opportuna invece, nell’affermazione del principio virtuoso di Stop al Consumo del Territorio, operare per realizzare lì invece un Bosco, ad affermazione simbolica di una ripristinata virtuosità amministrativa nel verso della tutela vera del Bene Comune e della corretta pianificazione territoriale.”

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