Anche Muro Lucano rivendica un posto nella santità di Benedetto XIII

di Giuseppe Massari

Giustamente, anche la città di Muro Lucano, in provincia di Potenza, essendo stata uno dei feudi della famiglia Orsini, rivendica un posto nel processo di beatificazione e nella futura gloria degli altari del servo di Dio, Benedetto XIII. Purtroppo, per noi, ma non è mai tardi per venire a conoscenza delle cose, a circa oltre un anno di distanza abbiamo appreso di un carteggio tra il comune di Muro e il vicariato di Roma. Infatti, il 3 giugno dell’anno scorso, così scriveva, il sindaco della cittadina lucana, Gerardo Mariani, al cardinale Vallini, vicario del papa per la città di Roma: “Eminenza Reverendissima, questa Amministrazione Comunale con grande esultanza ha appreso l’inizio del processo canonico di beatificazione per il papa Benedetto XIII, al secolo Pierfrancesco Orsini, in quanto da seminarista frequentò il seminario diocesano di Muro Lucano, della cui città gli Orsini erano feudatari. Il seminario vescovile, fondato nel 1565, è stato tra i primi in Italia. A tal fine mi permetto di sottoporre all’attenzione di Vostra Eminenza reverendissima che

Libri/ La mistica Chiara d’Amato da Seclì

La mistica Chiara d’Amato da Seclì.

Modi e forme del vivere in clausura nel Seicento barocco

di Vincenza Musardo Talò   

Nell’immaginario collettivo, la clausura – da sempre campo fertile della mistica, quasi luogo liminale tra immanenza e trascendenza – evoca suggestive immagini di figure di donne antiche, uscite dal mondo, delle sepolte vive, come faceva intendere il rito della professione dei voti monastici, precedente il Vaticano II. E si ignora, forse, che la monaca claustrale è una donna di Dio, è sponsa Christi, è una vergine che vive come fonte sigillata nell’orto interclusus che è il monastero, secondo una scelta di vita (libera o, a volte, nei secolo scorsi, forzata), nell’ideale cammino della perfezione spirituale, quotidianamente impegnata in un apostolato fuori dal mondo, ma per il mondo. Non è facile, dunque, calarsi nel variegato universo del monachesimo femminile e soprattutto nel significato di quegli aspetti più reconditi, entro cui si sommano la sofferenza eroica e la fatica di un’anima nel farsi santa, nel tessere la geografia mistica della sua anima, cercando l’inesprimibile e l’intima vicinanza dell’infinito. Il monastero, il coro, la cella si fanno, allora, dimensioni privilegiate dello spirito, “luoghi” entro cui la religiosa cerca di accorciare le distanze tra il sè e il Cristo suo sposo.

Tanto, perché il pregevole, quanto scrupoloso e severo studio di C. De Donno sulla mistica figura di Chiara d’Amato da Seclì, claustrale vissuta nel secolo XVII, tra le raccolte e antiche mura del monastero di S. Chiara di Nardò, ripropone all’attenzione della storiografia agiografica il topos delle religiose estatiche in età moderna. In tal senso, il ritratto di questa mulier religiosa, così come delineato dall’Autore, ben si attaglia per essere collocato all’interno delle

La Puglia terra di Papi e Santi (1)

la chiesa di Casaranello

di Giuseppe Massari 

E’ noto a tutti e a molti come la Puglia  sia o possa essere considerata culla di santi.

San Giuseppe da Copertino, sant’Antonio Francesco Fasani,  il beato Giacomo di Bitetto, la beata suor Elia di san Clemente, carmelitana scalza, il servo di Dio, don Eustachio Montemurro, fondatore di due congregazioni religiose: le Suore Missionarie del Sacro Costato e i Piccoli Fratelli del SS.mo Sacramento, don Pasquale Uva, fondatore della casa della Divina Provvidenza di Bisceglie, senza dimenticare il santo per eccellenza, che pur non essendo pugliese di nascita, è vissuto nella nostra regione e le sue spoglie mortali vengono custodite sul Gargano, san Pio da Pietrelcina.

Ma la Puglia si conferma, nella sua radicata religiosità, anche terra di papi, avendone dati tre alla Chiesa universale. Infatti, secondo una ricostruzione e ricerca condotta alcuni anni fa da Matteo Fantasia, sfociata in una pubblicazione editoriale: “I Papi Pugliesi”, Schena editore, 1987, viene alla luce una verità ai più sconosciuta. Secondo questo studio i papi pugliesi sono tre: un salentino e due baresi.

Bonifacio IX, Pietro Tomacelli, nato a  Casarano o Casaranello, in provincia di Lecce, diocesi di Nardò, fra il 1344, o il 1355 o nel 1359. I biografi, purtroppo, sono discordi, anche  se è possibile accettare più vera la data intorno al 1350.

Innocenzo XII, Antonio Pignatelli, vide la luce a Spinazzola, il 15 marzo 1615, in quella che un tempo era in provincia di Bari, oggi città inserita fra i comuni che compongono la nuova provincia di Barletta – Andria – Trani, della diocesi di Altamura – Gravina e Benedetto XIII, dell’ordine dei Padri predicatori, al secolo Frà Vincenzo Maria Orsini, nato a Gravina in Puglia il 2 febbraio 1650, in provincia di Bari, della stessa diocesi di Innocenzo XII, attualmente servo di Dio in quanto candidato agli onori degli altari, essendo in corso il processo di beatificazione.

Queste tre grandi figure, vissute in periodi difficili e tumultuosi per la vita della Chiesa, non va dimenticato che durante i quindici anni del pontificato di Bonifacio IX la chiesa era scossa dallo scisma di Avignone, dove si risiedeva l’antipapa spagnolo Pedro de Luna, Benedetto XIII, segnano la storia della nostra regione, anche se fra luci ed ombre, o, forse, fra più ombre che luci, come è nel caso di papa Pietro Tomacelli di cui ci occuperemo più diffusamente.

Questi non brillò per spessore religioso, se è vero, come riconoscono i suoi

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