di Vincenzo Ampolo
“ Sto aspettando perpetuamente
una rinascita della meraviglia”
L. Ferlinghetti
Da pochi giorni ho spostato sulla mia pagina di facebook il filmato, a disegni animati, del testo di Jean Giono “ L’uomo che piantava gli alberi”.
La narrazione, parla di un’impresa compiuta da un solo uomo, capace di trasformare un territorio brullo e inospitale in un paradiso pieno d’alberi, corsi d’acqua e animali dalle mille varietà.
Per una serie di circostanze fortuite o d’occasioni non ricercate ho in questi giorni ricevuto diversi stimoli relativi al tema dei giardini ed alla loro magia.
Girovagare per le strade di una Lecce ancora addormentata, in un mattino d’estate, pieno di luce e di ricordi, mi ha ulteriormente suggerito alcune considerazioni che voglio condividere con chi avrà voglia di una sosta rilassante all’ombra delle mie parole.
Già mi ritrovo bambino, nei pomeriggi di primavera a camminare incantato dai colori e dai silenzi odorosi, per i viali alberati che, dal rione San Lazzaro, portavano fuori dal centro abitato, oggi sempre più dilatato, costeggiando ville antiche a cui si aggiungevano, alla fine degli anni sessanta, nuove villette più bizzarre ed estrose.
In realtà le ville più antiche circondavano, e in parte circondano ancora, i viali che segnano i confini dell’antica città, le sue famose Porte.
Su una stradina che, costeggiando l’Ateneo, va da Porta Napoli a Porta Rudiae,