di Veronica Valente
Arrivavano in Italia con la promessa di un lavoro regolare, con la speranza di un futuro migliore. Ma era una trappola. Centinaia di extracomunitari, una volta raggiunte le coste del Belpaese, sarebbero stati “catturati” da una spirale di soprusi, e spogliati di un bene che non ha prezzo: la dignità.
Qualche giorno fa è stato scritto un importante capitolo sui diritti dell’uomo. Le “catene” agli schiavi del nuovo millennio sono state tolte ed ora sono ai polsi dei loro aguzzini. Sono ventidue i destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Carlo Cazzella – su richiesta del pm della Dda Elsa Valeria Mignone – ed eseguita la scorsa notte dai carabinieri del Ros, coordinati dal comandante Paolo Vincenzoni, e del comando provinciale di Lecce, sotto la guida del colonnello Maurizio Ferla. All’operazione “Sabr”, dal nome di uno dei caporali arrestati, sono riusciti a sfuggire in sei.
Gravissimi i reati caduti sulle loro teste, oltre alla riduzione in schiavitù, la Procura ipotizza: associazione a delinquere, tratta di persone, intermediazione illecita, sfruttamento del lavoro, estorsione, violenza privata, falsità materiale e ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, falsità materiale commessa dal privato, favoreggiamento dell’ingresso di stranieri in condizioni di clandestinità.
Stando alle indagini, iniziate dal Ros nel gennaio del 2009, e continuate fino ad ottobre dello scorso anno, l’organizzazione avrebbe speculato sulle condizioni di disagio degli extracomunitari reclutati, in gran parte, dall’Africa