Un verbo e un sostantivo pericolosi, soprattutto a Natale… ovvero strangugghiàre e strangùria: sospetto confermato, sono parenti!
di Armando Polito
Ogni indagine etimologica è piena di insidie di ogni tipo, ma una su tutte ha gli effetti più devastanti: non tanto il restare affezionato per qualche tempo ad un’ipotesi di lavoro (è umano…), ma continuare ad esserlo testardamente anche quando le pezze giustificative appaiono più che discutibili (…non è scientifico…).
Quando capitano due parole molto simili fra loro nella sequenza fonetica è naturale sospettare che tra loro ci siano rapporti di parentela più o meno stretti, provarlo non sempre è agevole.
È il caso delle due voci in oggetto, la prima appartenente al dialetto neretino, la seconda alla lingua nazionale. Strangugghiàre è usato (solo in forma riflessiva) a Nardò nel significato di avere difficoltà di respiro per un accesso di tosse o per un boccone andato di traverso. Strangùria (o strangurìa) è voce medica che indica un disturbo della minzione caratterizzato da emissione difficoltosa e dolorosa di urina, dovuto a