Lu munaceddhu tispittusu. Fatti e misfatti dello spiritello domestico salentino
di Emilio Rubino
Uno dei personaggi più curiosi ed originali che la storia del nostro folklore pare abbia cessato di tramandarci è il munaceddhu (in altri luoghi – come vedremo – diversamente nominato). Questa vuol’essere un’antologia dei mille e mille episodi di cui il munaceddhu è stato protagonista; essa intende raccogliere in un unico blocco alcuni aspetti, in parte da me già pubblicati una ventina d’anni fa su «La Voce di Nardò», con l’aggiunta di altri esilaranti episodi e nuove considerazioni. Questo revival è pertanto la riedizione ampliata ed abbellita per la novità di episodi accaduti, ad opera di confratelli del munaceddhu, oltre i confini nazionali.
Sul munaceddhu non vi sono dei trattati – come è stato riscontrato – se non solo una deliziosa e breve raccolta fatta da Carlo Levi nel suo pregevole Cristo si è fermato ad Eboli; Eboli, un oscuro paesetto di questo profondo sud, nel quale la vita ed il progresso si son fermati alle porte cittadine così come nostro Signore Gesù Cristo.
L’elenco che son riuscito a comporre supera di poco la trentina di nomi di “confratelli” (così mi vien da dire) del munaceddhu, compresi i nostrani e gli stranieri: in buona parte, tutti agivano in maniera scherzosa e tutt’al più dispettosa, mentre solo una piccola parte aveva caratteri improntati ad una immotivata cattiveria.