di Armando Polito
* Accidenti, neppure qui sto trovando qualcosa che mi consenta di capire da dove deriva spilu!
* Traduzione dal miciese nel dialetto neretino: Tegnu nnu spilu ti scatuletta ti tonnu, ma tocca mmi rassegnu piccé Armandu pi llu spilu sua osce no stae ti sciàna; traduzione dal dialetto neretino in italiano: Ho un desiderio acuto di una scatoletta di tonno, ma mi debbo rassegnare perché Armando a causa del suo desiderio acuto non sta di buon umore.
Aderendo volentieri ad una gentile recente richiesta dell’amico Marcello (si accettano, comunque, le “ordinazioni” di altri amici…), esaminerò oggi i due sostantivi del titolo, il primo dei quali ho più volte “aggredito” senza risultati apprezzabili (meno male che gli articoli e la congiunzione restanti non pongono problemi!), i quali, lo anticipo, neppure questa volta son venuti fuori.
Dopo aver detto che si definisce spilu un desiderio intenso e per lo più improvviso, è doveroso, per tentare di comprenderne l’origine e il suo eventuale rapporto con qualche voce italiana, partire dal maestro riconosciuto e, spero, ormai a tutti noto.
Al lemma corrispondente il Rohlfs si limita a rinviare a sfilu, spiùlu. A sfilu