Strage di ulivi sul tracciato della nuova 275 tra Tricase e Montesano

INCENDIO SUI LUOGHI DELLA MEMORIA

Strage di ulivi sul tracciato della nuova 275 tra Tricase e Montesano

testo e foto di Marco Cavalera

 

Era intitolata “I luoghi della memoria” la passeggiata organizzata dal “Comitato 275” il 2 giugno del 2011, in collaborazione con le associazioni Archès e Gaia. Per circa tre ore siamo stati a spasso per i luoghi che presto saranno cancellati dalla messa in opera dell’inutile e dannosa strada progettata, circa 20 anni fa, per servire le fiorenti zone industriali, cancellando per sempre il fascino e l’armonia di quel pezzo di territorio.

All’escursione avevano preso parte oltre cento sostenitori del Comitato che, attraverso antiche carraie, anfiteatri naturali e boschi di querce, hanno avuto la possibilità di ammirare splendide opere d’architettura rurale (muri di cinta alti più di due metri costruiti con un pietrame piccolissimo e tipico della zona), le pajare e altri particolari da scoprire insieme. Ed inoltre è stato possibile osservare la fauna che pian piano si svegliava dal lungo letargo invernale, ramarri, biacchi, cervoni, farfalle dai mille colori, tutto immerso nei profumi della flora primaverile.

A distanza di un anno e mezzo da quell’esperienza emozionante ed entusiasmante, l’idilliaco quadro sopra descritto ha mutato cornice. Le località Serra del Fico e Macchie di Ponente, infatti, sono state di recente interessate da un incendio che “casualmente” ha coinvolto ettari di terreno, sui quali è previsto il passaggio del tracciato della 275. Le fiamme hanno percorso il tragitto di una strada campestre larga poco meno di 2 metri, che si caratterizza per la presenza di carraie sul banco di roccia. Il rogo non ha risparmiato ulivi e macchia mediterranea (e i rifiuti in essa gettati), arrivando a lambire anche i ruderi di antichi edifici rurali e strutture in pietra a secco (liame e pajare). Le fiamme hanno avvolto il “giardino degli ulivi secolari”, così denominato per la presenza di alberi monumentali e maestosi, le querce spinose, le edere rampicanti, i mirtilli, gli alberi di fico e i lecci secolari. È andato in fumo, dunque, l’ultimo lembo di macchia mediterranea incontaminata presente nella zona compresa tra Tricase e Montesano Salentino.

Non si esclude che i “piromani” abbiano eseguito il loro perverso progetto di distruzione seguendo la mappa dei fondi interessati dal passaggio della nuova 275, appiccando il fuoco “a macchia di leopardo”. Questa ipotesi è supportata dal fatto che – incredibilmente – l’incendio ha ricalcato il medesimo percorso, coinvolgendo uliveti, campi ricoperti da fitta vegetazione spontanea (compreso quello dalla particolare morfologia che ricorda vagamente un anfiteatro naturale), comprese le specie vegetali autoctone rare ivi presenti, a detta dei botanici che hanno effettuato in passato dei sopralluoghi.

Le fiamme – infine – hanno lambito il bosco di località Macchie di Ponente, fortunatamente senza addentrarsi al suo interno.

Il rogo ha lasciato, dietro di sé, uno scenario di distruzione e desolazione. Ha coinvolto numerosissimi ulivi (qualcuno secolare, altri monumentali), ha decimato un esteso tratto di macchia mediterranea e un habitat naturale che, semmai non dovesse essere interessato dal passaggio della 275, impiegherà anni per recuperare l’originario vigore.

Sulla dolosità dell’incendio non ci sono dubbi; è chiaro che dietro c’è un progetto preciso, considerato che nel corso dell’estate un altro rogo ha coinvolto il tratturo dei pellegrini in località Matine, anch’esso ricco di biodiversità vegetale e interessato dal passaggio della superstrada. Insomma, l’opera di cancellazione e obliterazione della memoria, dell’ambiente e del paesaggio del Capo di Leuca sembra già iniziata, e stavolta non sarà nessun Comitato di cittadini o giudice di buon senso a mettere un freno.

Ciò che rimane è solo un’arida distesa di nudi e neri scheletri di alberi di ulivo. I pochi esemplari sopravvissuti alle fiamme sembrano implorare aiuto, ma il loro destino sembra oramai segnato e lo scenario che balza agli occhi è quello di un territorio devastato dalla furia di una catastrofe immane, a due passi da una zona industriale simbolo del fallimento della politica e dell’imprenditoria salentina del nuovo millennio.

La Fondazione Terra d'Otranto, senza fini di lucro, si è costituita il 4 aprile 2011, ottenendo il riconoscimento ufficiale da parte della Regione Puglia - con relativa iscrizione al Registro delle Persone Giuridiche, al n° 330 - in data 15 marzo 2012 ai sensi dell'art. 4 del DPR 10 febbraio 2000, n° 361.

C.F. 91024610759
Conto corrente postale 1003008339
IBAN: IT30G0760116000001003008339

Webdesigner: Andrea Greco

www.fondazioneterradotranto.it è un sito web con aggiornamenti periodici, non a scopo di lucro, non rientrante nella categoria di Prodotto Editoriale secondo la Legge n.62 del 7 marzo 2001. Tutti i contenuti appartengono ai relativi proprietari. Qualora voleste richiedere la rimozione di un contenuto a voi appartenente siete pregati di contattarci: fondazionetdo@gmail.com.

Dati personali raccolti per le seguenti finalità ed utilizzando i seguenti servizi:
Gestione contatti e invio di messaggi
MailChimp
Dati Personali: cognome, email e nome
Interazione con social network e piattaforme esterne
Pulsante Mi Piace e widget sociali di Facebook
Dati Personali: Cookie e Dati di utilizzo
Servizi di piattaforma e hosting
WordPress.com
Dati Personali: varie tipologie di Dati secondo quanto specificato dalla privacy policy del servizio
Statistica
Wordpress Stat
Dati Personali: Cookie e Dati di utilizzo
Informazioni di contatto
Titolare del Trattamento dei Dati
Marcello Gaballo
Indirizzo email del Titolare: marcellogaballo@gmail.com

error: Contenuto protetto!