E’ stato pubblicato pochi giorni fa il volume di Elio Ria, Nostro ulivo quotidiano, a cura di Marcello Gaballo, per le edizioni della Fondazione Terra d’Otranto, inserito nella collana Scatti d’Autore, n°2. in quarto| 112 pagine| colore, cartonato. Impaginazione di Mino Presicce, fotocomposizione Biesse – Nardò, stampa Pressup. Foto di Fabrizio Arati, Mauro Bellucci, Maurizio Biasco, Lucio Causo, Coordinamento Forum Salute, Stefano Crety, Marcello Gaballo, Roberto Gennaio, Linda Iazzi, Walter Macorano, Lucio Meleleo, Tommy Mezzina, Francesco Politano, Mino Presicce, Pier Paolo Tarsi. Foto di copertina di Maurizio Biasco.
ISBN: 97888 906976 8 5
Edizione non commerciale, riservata alle biblioteche e ai soci della Fondazione.
Prefazione di Marcello Gaballo – Fondazione Terra d’Otranto
Scatti d’Autore è la nuova collana edita da Fondazione di Terra d’Otranto, che persegue l’obiettivo – attraverso le parole e le immagini – di valorizzare e promuovere la cultura salentina con i suoi autori più rappresentativi in ambito letterario, filosofico e artistico.
La grandezza della parola dipende dallo splendore delle immagini e dalla capacità cognitiva di raccogliere argomenti misuratori del Salento, che è luogo blindato di generosità e splendidezza, ma è anche sostanza d’ispirazione per poeti e artisti. Il mare, i porti, le chiese, i campanili, le piazze, i vicoli, i paesi, sono le cartoline di un mondo fiabesco che incarnano la pazienza del tempo e non hanno necessità di urgenza di fare a pezzi le tradizioni e i costumi di una comunità sempre devota a Dio.
Il secondo volume “Nostro ulivo quotidiano” dedicato all’albero di ulivo è scritto da Elio Ria. Le immagini sono di vari fotografi salentini che hanno voluto donare i loro scatti a corredo del presente lavoro.
Ria si distingue per la sua prosa erudita, pregna di allusioni e ironica nelle allegorie, corredata da una poesia metafisica che sembri lo affascini e lo nutri di piacere del sapere. Attento osservatore della propria terra sa incastonare le quotidianità della vita con le tradizioni che tuttora resistono e s’impongono nel Salento. Riservato e incline al silenzio, rifugge da ogni moda stravagante di letteratura, indagatore e archeologo delle parole crede nella modernità con moderazione, ha un naso eccezionale per le cose interessanti, ha la capacità di condensare minuziosamente i concetti e di sintetizzare le complessità esistenziali libero da ogni condizionamento politico e/o religioso. Ama narrare ciò che è invisibile per attualizzarlo e declamarlo in forma poetica. Offre ai suoi lettori un intrattenimento di lettura piacevole poiché ogni sua cosa è realizzata da un intimo godimento, il giubilo di chi fa ciò che gli piace fare.
Nelle sue omissioni volute si può cogliere la riflessione come fonte di emozione poetica e l’erudizione come retorica cortese – ma mai come pedanteria. Guarda sempre con passione tutto ciò che è minore in confronto a ciò che è maggiore, giacché dalle cose minime risultanti insignificanti sa estrapolare significativi e sostanziali frammenti di allegorie e di memorie.
Il libro è un mondo racchiuso in sé stesso, con le immagini dell’albero di ulivo e di una campagna in sofferenza; dove però prevale innanzitutto il senso civico di responsabilità del poeta per la sua terra, il quale avverte l’impegno di un agire per il meglio, nonché il monito ad una scelta di vita più consona alle regole della natura. Xilella fastidiosa è il killer che decreta la morte degli alberi, mettendo in serio pericolo l’ecosistema. Nelle parole del libro si addensano le atmosfere recondite e quelle sonore dell’uomo che riflette sulla realtà e tenta di interpretarle, poiché incombe un futuro senza futuro e il Salento rischierebbe una menomazione ambientale incommensurabile.
L’ulivo è l’albero simbolo del Salento, il gigante, che nei secoli ha germogliato ricchezza, orgoglio di natura, bellezze figurative, idea di poesia. L’omaggio editoriale è tutto per esso, significando in tal modo l’attenzione e l’interesse di questa Fondazione ai beni naturali della propria terra.
Con il termine di prodotti fitosanitari viene compreso un vasto gruppo eterogeneo di principi attivi di sintesi dalle diverse proprietà chimiche e tossicologiche che svolgono numerose funzioni (insetticidi, acaricidi, fungicidi ed erbicidi), che da oltre mezzo secolo utilizziamo in agricoltura per poter vincere la concorrenza di erbacce insetti e parassiti vari sui nostri prodotti ortofrutticoli. Per ottenere sempre più un prodotto “migliore” e commerciabile e anche introiti maggiori, abbiamo modificato in nome del “progresso”, equilibri ecologici, che hanno portato alla sterilizzazione del suolo e ad un impoverimento della biodiversità, e per avere le “ angurie in inverno e i gli agrumi in estate“, gli equilibri temporali, facendoci perdere il gusto dell’attesa delle stagioni che venivano sancite da quel frutto o da quell’ortaggio caratteristico ed esclusivo che maturava durante quel periodo temporale. In più abbiamo ingerito e accumulato nel tempo nel nostro organismo tutta una serie di sostanze chimiche estranee che hanno interagito con le nostre cellule incidendo sulla nostra salute.
L’azione dei fitofarmaci sulla salute umana
L’esposizione ai prodotti fitosanitari assume un particolare rilievo dal punto di vista sanitario e sociale data la grande diffusione in agricoltura. I principi attivi in essi contenuti possono avere proprietà genotossiche, teratogene, immunotossiche, ormonali e cancerogene sia per gli operatori agricoli, che per la maggior parte dei casi non utilizza i dispositivi individuali di protezione (mascherine idonee, ecc.), sia per la gente che vive nell’ambito delle aree agricole ove i pesticidi sono usati, ma anche per la gente che vive nei paesi che inala diretta i principi attivi dei fitofarmaci dispersi nell’aria o negli aerosol trasportati. Per non parlare dell’uso di acqua e alimenti contaminati. Gli effetti esercitati sugli organismi da parte di queste molecole son molto complessi e difficili da valutare, possono essere di tipo acuto, cronico, e in particolare cancerogeni, riproduttivi e anche neurologici. Si registrano effetti anche a dosi infinitesimali (per l’atrazina sono descritti effetti a dosi 30.000 volte inferiori ai limiti di legge) anche se siamo esposti a veri e propri cocktail di molecole tossiche. Nel nostro paese il consumo per ettaro di pesticidi è il più alto d’Europa.
Breve sintesi delle conseguenze dei fitofarmaci sull’ecosistema
Una delle matrici ambientali più sensibili e vulnerabili ai prodotti fitosanitari è rappresentata dall’ambiente acquatico, sia superficiale che sotterraneo, che può essere contaminato per dilavamento superficiale, drenaggio o percolazione.
L’uso degli insetticidi ha inciso sulla diminuzione delle popolazioni di un elevato numero di specie di insetti impollinatori, tra cui le api e le farfalle, ecc., oltre ad una moltitudine di insetti che si nutrono a loro volta di quegli insetti fitofagi “dannosi alle colture” e probabili vettori di batteri fitopatogeni; venendo a mancare i “predatori” aumentano le popolazioni degli insetti che aggrediscono ancor di più le colture, così dobbiamo utilizzare sempre più gli insetticidi per cercare di debellarli! Di conseguenza anche le popolazioni stanziali di pipistrelli e di uccelli insettivori sono diminuiti nel tempo nelle nostre campagne e nei nostri paesi.
Gli insetticidi inoltre hanno sterilizzato il terreno eliminando migliaia di batteri, vermi, nematodi, lombrichi,ecc., importanti per la degradazione della sostanza organica, dei sali minerali e degli scambi gassosi. Il terreno è diventato sterile e asfittico. Un vero e proprio collasso eco-sistemico ! Anche gli esseri più forti e tenaci come i nostri olivi millenari ne stanno risentendo, avendo compromesso le proprie difese immunitarie; indebolendosi, sono stati aggrediti e sopraffatti da una serie di attacchi congiunti, da batteri xilematici mai osservati o studiati prima d’ora in Europa come la Xylella fstidiosa, funghi lignicoli che occludono i vasi xilematici, larve xilofaghe del lepidottero Zeuzera pyrina che scavando gallerie nei rami e nel tronco contribuiscono ulteriormente al disseccamento e al decadimento del legno!
L’utilizzo degli erbicidi ha ridotto o fatto scomparire del tutto dai terreni coltivati una ricca biodiversità vegetale, che da sempre è stata cibo e cura per generazioni di salentini.
La Comunità Europea ai fini dell’utilizzo sostenibile dei pesticidi ha emanato la
Direttiva 2009/128/CE
recepita dallo Stato Italiano con D. L.vo 14 agosto 2012 n° 150
All’Art 1 si legge: Il presente decreto definisce le misure per un uso sostenibile dei pesticidi, ridurre i rischi e gli impatti sulla salute umana, sull’ambiente e sulla biodiversità, promuovere l’applicazione della difesa integrata e di approcci alternativi o metodi non chimici.
Cos’è la Difesa integrata
Gli Stati membri adottano tutte le necessarie misure appropriate per incentivare una difesa fitosanitaria a basso apporto di pesticidi, privilegiando ogni qualvolta possibile i metodi non chimici, affinché si adottino le pratiche o i prodotti che presentano il minor rischio per la salute umana e l’ambiente tra tutti quelli disponibili per lo stesso scopo.
Principi generali di difesa integrata La prevenzione e la soppressione di organismi nocivi dovrebbero essere perseguite o favorite in particolare da: – rotazione colturale, utilizzo di tecniche colturali adeguate (ad esempio falsa semina, date e densità della semina, sottosemina, lavorazione conservativa, potatura e semina diretta), — utilizzo, ove appropriato, di «cultivar» resistenti/tolleranti e di sementi e materiale di moltiplicazione standard/ certificati, utilizzo di pratiche equilibrate di fertilizzazione, calcitazione e di irrigazione/drenaggio, protezione e accrescimento di popolazioni di importanti organismi utili, per esempio attraverso adeguate misure fitosanitarie o l’utilizzo di infrastrutture ecologiche all’interno e all’esterno dei siti di produzione (guarda caso le ancestrali pratiche agronomiche da sempre utilizzate dai nostri Avi !). Ai metodi chimici devono essere preferiti metodi biologici sostenibili, mezzi fisici e altri metodi non chimici se consentono un adeguato controllo degli organismi nocivi. I prodotti fitosanitari sono quanto più possibile selettivi rispetto agli organismi da combattere e hanno minimi effetti sulla salute umana, gli organismi non bersaglio e l’ambiente.
Aree sensibili e l’uso dei fitofarmaci
L’uso dei pesticidi può rivelarsi particolarmente pericoloso in aree molto sensibili, come i SIC, siti di importanza comunitaria appartenenti alla rete Natura 2000, caratterizzati da una serie di habitat peculiari e rari e che sono protetti a norma delle direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE, i parchi naturali dello Stato, i parchi regionali, le Riserve Naturali Orientate, le oasi di protezione, che tutelano gli ecosistemi e la BIODIVERSITA’ animale e vegetale in essi presenti! Ma oggi le linee guida della Regione Puglia per contenere e far regredire le popolazioni degli insetti della famiglia dei Cicadellidi, che veicolerebbero la diffusione del batterio Xylella fastidiosa, indicherebbero l’utilizzo degli insetticidi anche su aree prative e/o coperte da macchia mediterranea!!! Che controsenso ! Ma ci pensate ? Sarebbe un vero e proprio ecocidio! Per farvi comprendere scomparirebbero migliaia di specie di insetti, di cui alcuni impollinatori specifici di particolari piante come le orchidee spontanee, fiori enigmatici ed evoluti che crescono nei nostri prati. Ogni specie di orchidea spontanea viene impollinata da un insetto specifico. Se spariscono gli insetti automaticamente sarà il declino per queste piante! Nel nostro Salento ne fioriscono oltre 50 specie differenti !
In altre aree come i parchi e giardini pubblici, i terreni sportivi e le aree ricreative, i cortili delle scuole e i parchi gioco per bambini, nonché in prossimità di strutture sanitarie, i rischi derivanti dall’esposizione ai pesticidi sono elevati. In queste aree, l’uso di pesticidi dovrebbe essere vietato o ridotto al minimo. Qualora siano utilizzati pesticidi, è opportuno definire adeguate misure di gestione del rischio e prendere in considerazione, in primo luogo, pesticidi a basso rischio così come misure di controllo biologico.
L’irrorazione aerea è vietata
L’irrorazione aerea può essere autorizzata dalle Regioni, previo parere favorevole del Ministero della Salute, sentiti il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, solo in casi particolari, qualora siano soddisfatte le seguenti condizioni: a – non devono esistere modalità di applicazione alternative praticabili dei prodotti fitosanitari, oppure l’irrorazione aerea deve presentare evidenti vantaggi in termini di riduzione dell’impatto sulla salute umana e sull’ambiente; b– i prodotti fitosanitari utilizzati devono essere già registrati in seguito ad autorizzazione rilasciata dal Ministero della Salute per l’impiego nell’irrorazione aerea.
Riporto per completezza idati del Gruppo di lavoro fitofarmaci delle Agenzie Ambientali relativo al solo anno 2011relativi ad alcuni fitofarmaci venduti in Puglia
SOSTANZA ATTIVA AZIONECONSUMO Kg/anno
Glifosate ( Roundup –Monsanto) diserbante 255.230 Kg
Diquat diserbante 1713 kg
Imidacloprid insetticida 2524 kg
Mancozeb fungicida 99.109 Kg
Tiofanato-metile fungicida 2509 Kg
Ossicloruro di rame fungicida 77.604 Kg
Rame ossicloruro tetraramico fungicida 75.534 Kg
Clorpirifos insetticida 41.065 Kg (revocato dal M.S c 12 giugno 2012, fortemente liposolubile nell’olio d’oliva)
2,4 D fenossiderivati Nufarm erbicidi ampia scala 18.728
Clorpirifos-metile insetticida a largo spettro 18.179 Kg
Ziram dimetilditiocarbammato fungicida 9.109 kg
Metiocarb Insetticida e lumachicida 8.734 Kg
Cimoxanil fungicida 85.08 Kg
Folpet fungicida 7.419 Kg
Dove sono andati a finire tutte queste tonnellate di fitofarmaci? Quale futuro vogliamo per la nostra salute, dei nostri figli e del territorio?
Cosa vogliamo mangiare? Un mela col bruco o una mela integra e luccicante al cocktail di 40 pesticidi differenti?
Il futuro dipende solo dalle scelte che faremo oggi !Io dico basta all’uso dei fitofarmaci!
Salviamo il Salento, la nostra salute, le colture e i nostri olivi, straordinari e irripetibili opere botaniche, adottando le buone pratiche agricole e di difesa integrata!
* Tecnico per la Tutela dell’Ambiente, Naturalista
TITANI, Olivi monumentali del Salento, l’ultimo lavoro naturalistico di Roberto Gennaio pubblicato da Grifo Editore di Lecce, copatrocinato dalla Fondazione Terra d’Otranto, ci porta a scoprire tra le campagne olivetate, gli olivi più grandi tra i grandi, i Titani appunto, alberi plurisecolari, millenari che hanno resistito nei secoli, alle intemperie, all’attacco dei parassiti, alle siccitose estati, all’ uomo, vere e proprie opere botaniche uniche, irripetibili, dai grandi tronchi scavati, tortuosi, che sorreggono imponenti chiome.
Lo studio inoltre ci conduce alla scoperta della ricca biodiversità che sopravive nell’ habitat degli oliveti plurisecolari, animali e piante altrove scomparsi che si possono ritrovare in questi agro-ecosistemi che hanno ancora una conduzione tradizionale nel rispetto dell’ambiente e degli alberi.
Ma in più, lo studioso salentino, ci coinvolgerà anche nella chimica della linfa di questi Titani, ottenuta dalla spremitura delle olive, l’olio extravergine, ci farà capire quali sono le sostanze che rendono l’olio piccante o rancido, quali sono i composti che costituiscono questo vero e proprio succo di frutta, oltre a decantarne le proprietà nutrizionali e salutari.
Una pubblicazione che ci porta a scoprire questi grandi muti testimoni del tempo attraverso singolari foto a colori, dati dendrometrici e la localizzazione degli esemplari attraverso le coordinate geografiche. In più una serie di curiosità, approfondimenti, notizie .
Un libro che ci farà conoscere, apprezzare, tutelare e valorizzare ancora di più questi nostri grandi giganti verdi e il paesaggio del Salento.
Tutelare le nostre eccellenze agricole è un dovere di tutti.
Non solo il vino, ma anche l’olio extravergine d’oliva, le angurie, i pomodori, le patate, la frutta e gli ortaggi del Salento devono avere il giusto riconoscimento a livello nazionale ed europeo.
Creare un marchio d’eccellenza in sinergia con una buona politica di marketing sarebbe auspicabile per risollevare dal tracollo il lavoro e i prodotti sani della campagna salentina!
L’estate scorsa l’Amministrazione Comunale di Alliste ha inaugurato lungo la costa rocciosa “ Il percorso ciclo-pedonale” che da Capilungo si snoda fino a Torre Sinfonò. Costo dei lavori 555.191,17 € per due chilometri di costa feriti, squarciati nella loro algida bellezza.
Alliste non poteva essere da meno rispetto ad altri paesi rivieraschi che avevano già da tempo realizzato la “passeggiata”. Ad Alliste non vi sono altri problemi prioritari, per cui con tenacia tutti nel corso delle diverse Amministrazioni si sono sforzati affinché si realizzasse l’ennesimo crimine al nostro paesaggio Salentino.
E’ cronaca di questi giorni, si parla di erosione costiera e di cementificazione della costa, di arenili che ormai sono scomparsi o che sono arretrati anche di 100 metri e di un’economia messa al tappeto dalla furia della natura che ha mangiato i litorali e non ci rendiamo conto che la natura svolge il suo normale ciclo da milioni di anni e che si sta prendendo ciò che noi gli abbiamo tolto.
Una corretta pianificazione per la rivalutazione economico – turistica del territorio non può prescindere dalla conoscenza e dalla tutela delle caratteristiche ambientali e paesaggistiche della fascia costiera, e non solo, al fine di non subire un danno ecosistemico irreparabile e un’alterazione della propria identità territoriale.
Abbiamo smembrato le dune, aperto varchi tra la vegetazione dunale, abbiamo antropizzato il litorale sabbioso, abbiamo realizzato parcheggi retrodunali e costruito residence e stabilimenti balneari sulla sabbia, abbiamo distrutto un ecosistema delicato e complesso per arrivare con le auto fin sotto al bagnasciuga e ora non contenti vogliamo stravolgere anche la costa rocciosa ?
Poi si grida allo stato di calamità per introitare nuovi fondi pubblici, si fa allarmismo e terrorismo psicologico. Dire che poi è la natura che effettua i danni a l’uomo e alle sue infrastrutture è soltanto pura follia antropocentrica e totale assenza di saggezza.
Queste non sono altro che speculazioni politico-amministrative perpetrate a danno del nostro territorio salentino immeritevole d’essere amministrato dall’attuale classe dirigente, di destra, di centro o di sinistra! (Ma non faccio di ogni erba un fascio, alcune Amministrazioni hanno capito il vero valore del paesaggio che amministrano e lo tutelano in ogni modo a costo anche di essere alcune volte impopolari). Ma non è ora di smetterla? Non è giunto il momento di assumere con responsabilità un nuovo impegno nei confronti del nostro territorio?
Si parla tanto di tutela , di progetti da effettuarsi con il minimo impatto
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