Un passato rivoluzionario

 

di Alessio Palumbo

 

In questi giorni, le notizie e le immagini sulle rivolte nel nord Africa rimbalzano da una testata all’altra, da un’emittente all’altra. Si tratta di proteste, manifestazioni e scontri legati spesso alla miseria, al bisogno di pane e diritti. Storie lontane, di paesi lontani? Non proprio.

Anche il Salento, insieme ad altre zone del paese, ha vissuto infatti periodi di ribellione spontanea, legata alla fame, al bisogno di terra, pane e lavoro.

Siamo nella seconda metà degli anni ’40. In un paese da poco emancipatosi dalla dittatura fascista, devastato dalla guerra e ridotto alla fame, tra le masse contadine si diffonde un forte sentimento di rivalsa. La Terra d’Otranto vive a pieno questi fermenti.

Contadini e tabacchine scioperano contro la povertà, l’assenza di lavoro, il caro viveri. Invocano l’applicazione delle leggi Gullo e delle leggi stralcio per la concessione delle terre incolte ai proletari. L’opposizione degli agrari, spesso appoggiati dalle autorità democristiane e  dalle forze dell’ordine, le lungaggini

Un passato rivoluzionario

per gentile concessione di Franco Cavallo

di Alessio Palumbo

In questi giorni, le notizie e le immagini sulle rivolte nel nord Africa rimbalzano da una testata all’altra, da un’emittente all’altra. Si tratta di proteste, manifestazioni e scontri legati spesso alla miseria, al bisogno di pane e diritti. Storie lontane, di paesi lontani? Non proprio.

Anche il Salento, insieme ad altre zone del paese, ha vissuto infatti periodi di ribellione spontanea, legata alla fame, al bisogno di terra, pane e lavoro.

Siamo nella seconda metà degli anni ’40. In un paese da poco emancipatosi dalla dittatura fascista, devastato dalla guerra e ridotto alla fame, tra le masse contadine si diffonde un forte sentimento di rivalsa. La Terra d’Otranto vive a pieno questi fermenti.

Contadini e tabacchine scioperano contro la povertà, l’assenza di lavoro, il caro viveri. Invocano l’applicazione delle leggi Gullo e delle leggi stralcio per la concessione delle terre incolte ai proletari. L’opposizione degli agrari, spesso appoggiati dalle autorità democristiane e  dalle forze dell’ordine, le lungaggini burocratiche, l’operato delle commissioni filo-padronali frustrano queste richieste. I braccianti sono costretti a rivendicare i propri diritti con la forza, occupando le campagne.

Già nel 1945 numerose manifestazioni, per il rispetto dei patti colonici e la revisione dei rapporti agrari, si svolgono in vari paesi della provincia di Lecce. La tensione nelle campagne salentine cresce, soprattutto con il ritorno dei reduci. Le donne non sono da meno, anzi! Spesso sono le tabacchine ad inscenare le manifestazioni più vigorose.

Dal 1947 gli scioperi si fanno più duri e frequenti; di conseguenza non mancano le prime vittime. A Campi Salentina la polizia spara sui manifestanti; a Lizzanello, nel corso di un comizio comunista, viene lanciata una bomba tra la folla.

Nel 1949, infine, spinti dall’esempio di analoghe proteste nazionali e dall’insostenibilità della situazione locale, i contadini si lanciano in una prova di forza. Occupano l’Arneo: un grosso bubbone di terre, spesso abbandonate, all’incrocio delle tre province che formavano il Salento. Le autorità trattano, ma, a fine gennaio ’49, sui 42.000 ettari che compongono l’Arneo (28.000 dei quali di proprietà dell’allora senatore Tamborino) solo

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