di Pino de Luca
Lasciato il Manduriano, limite messapico occidentale, scendendo verso Est s’incontra dapprima Francavilla Fontana e, subito dopo, Latiano.
Siamo nel cuore della Piana Brindisina, terra piatta, rossa, abilissima a rubare l’acqua e a nasconderla rapidamente assorbendola o convogliandola in fiumi carsici alimentati dai capoventi. Il cuore della terra calda e dura ma anche fertile e generosa.
Qui allignano grandi coltivazioni in dimensione e qualità, e le viti sono forti e prodighe. L’abbondanza aiuta il pensiero lieve, il silente ed imperscrutabile sorgere di sentimenti e di passioni che, in secchezza e carestia, sono un po’ più difficili a maturare.
In terre fertili anche le piante meno rudi allignano e la loro dolcezza riescono ad offrire a chi ne sa coglier la sensibilità. Così, appena tre miglia romane a nord di Latiano c’è una Masseria, si chiama Partemio dove ci si può fermare per molte cose ma, in particolare, per le vigne d’Aleatico che vi son poste. Non m’avventuro sull’origine dell’aleatico come molti usano fare citando, a sproposito, Pier de Crescenzi e associando “moscadelle e lugliatiche” con quest’uvaggio così diffuso e così prezioso in Puglia. Preferisco ricordare l’aleatico come unico vitigno che è IGT per tutta la Puglia e che contribuisce, in blending, all’aroma e al gusto di tanti nostri grandi vini.
Qui, alla Tenuta Partemio, si produce anche in purezza ottenendo un elisir dal colore rosso cupo, un naso fitto e intenso anche se non invasivo e un gusto pieno e dolce senza essere stucchevole. Un aleatico dolce come si comanda ad un aleatico dolce, compagno di passioni e di sentimenti.
So bene che di questo nettare ormai tutti tessono lodi e che le mie parole son