di Antonio Bruno
Il melograno appartiene all’ordine delle Mirtali e alla famiglia delle Punicaee.
La specie più interessante al riguardo della produzione dei frutti è il melograno coltivato (Punica granatum). Un’altra specie utilizzata a scopo ornamentale e caratterizzata da frutti piccoli, è il melograno da fiore (Punica nana).
La pianta è un arbusto cespuglioso e spinescente, alto 4-5 m a foglie caduche. Presenta una radice robusta, un tronco nodoso e ramificato, dotato di rami spinosi. Le foglie sono piccole, opposte sui rami e intere. I fiori sono molto vistosi, singoli o in gruppo all’estremità dei rami e sono di colore variabile anche se principalmente sono rossi.
Il frutto (balausta) è rotondo, con buccia dura e coriacea e con polpa e la parte centrale fusi insieme. All’interno della balausta, il frutto è diviso in tanti loculi all’interno dei quali si trovano i veri frutti di forma poligonale, di colore rosso e di sapore acidulo. All’interno dei frutti, ci sono i semi legnosi e duri.
Il melograno preferisce terreni profondi e freschi, ma si adatta bene anche nei terreni poveri, salini e alcalini. Non sopporta i terreni troppo argillosi e pesanti, perchè soggetti al ristagno idrico e all’asfissia radicale. Il melograno si adatta ai climi temperato-caldi e anche a quelli subtropicali, ed è proprio in questi ambienti dove produce e si sviluppa abbondantemente. Resiste bene ai freddi invernali anche di qualche grado sotto lo zero, ma subisce danni rilevanti a temperature inferiore tra -10 °C e -15 °C.
La propagazione del melograno, avviene prevalentemente per talea, utilizzando rami di 1-2 anni ben lignificati. Oltre alla talea, il melograno si