Imparare a potare gli ulivi. Farlo bene, in un corso

ph Mauro Minutello
ph Mauro Minutello

di Francesco Specchia

E’ molto importante il ruolo che esercita la potatura in un processo produttivo che punta alla qualità delle produzioni. Si parla tanto di emergenza, in questi ultimi mesi, ma si sta trascurando il fatto che nella coltivazione di una pianta così complessa come l’olivo sia indispensabile, oltre che fondamentale, che tutto proceda per il meglio, senza mai trascurare nulla, perché anche il minimo particolare contribuisce di fatto a fare la differenza. Un albero si ammala se non riceve le necessarie cure. Un albero non produce come dovrebbe se a mancare è anche una qualità e puntualità degli interventi colturali. Ci vuole professionalità: l’olivo, anche se pianta rustica e di facile adattamento, la richiede.

La potatura è tra le pratiche colturali più urgenti e necessarie. Un oliveto non curato porta con sé i segni nelle olivagioni e non ci si può certamente lamentare del calo di produzione. A volte possono esserci esiti anche disastrosi. L’incuria è il grande nemico. L’assenza di attenzioni nei confronti della pianta, ma anche l’esercizio di una potatura condotta in modo approssimativo, se non addirittura in maniera errata, condiziona inevitabilmente il futuro agronomico della stessa pianta.

Potare, dunque, è importante, ma farlo costantemente è giocoforza inevitabile. Non basta, tuttavia: occorre farlo anche bene, giacché non tutti i potatori sono in grado di garantire buoni risultati. Nasce proprio da questa esigenza, e con tali intenzioni, il corso di potatura dell’olivo organizzato dal centro culturale Casa dell’Olivo, giunto, con il 2015, alla sua quarta edizione.

Il corso è rivolto non soltanto a chi non conosce la materia e vuole iniziare a intraprendere un percorso conoscitivo di formazione, ma anche, se non soprattutto, a coloro che pensano di sapere tutto ma poi ignorano le evoluzioni di tale pratica colturale, in una visione d’insieme che tragga opportuna ispirazione da esperienze professionali nuove, ispirandosi nel contempo a una visione altrettanto nuova dell’olivicoltura, sempre nel pieno rispetto delle esigenze più necessarie e urgenti che la pianta dell’olivo volta per volta va manifestando.

La potatura, dopo la raccolta delle olive, è la pratica più onerosa. La grande questione centrale poggia oggi su un interrogativo sul quale è bene riflettere: è possibile concepire delle innovazioni anche in termini di una riduzione dei costi? E con quali esiti?

 

ISCRIZIONE AL CORSO: direzione@casadellolivo.it – segreteria@casadellolivo.it

 

Programma IV edizione

CORSO INTENSIVO DI POTATURA DELL’OLIVO E TECNICHE COLTURALI

25 – 28 marzo 2015

 

DOCENTI DEL CORSO

Salvatore Camposeo, Dipartimento di Scienze agro-ambientali e territoriali della Università degli studi Aldo Moro di Bari

Francesco Caricato, direttore centro culturale Casa dell’Olivo

Pardo Di Tommaso, esperto di potatura

Enrico Maria Lodolini, Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali della Università Politecnica delle Marche

Davide Neri, Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali della Università Politecnica delle Marche

 

SEDI DEL CORSO

Casa dell’Olivo, piazza del Popolo 1, San Pietro in Lama (Lecce)

Istituto di istruzione secondaria superiore “Giovanni Presta – Columella”, via San Pietro in Lama, s. n., Lecce

 

Mercoledì 25 marzo 2015

Sede: Casa dell’Olivo

Ore 14.30 – 15.00 – Registrazione dei partecipanti

Ore 15.00 – 17.00 – Lezione teorica su caratteristiche dell’olivo ed eco-fisiologia radicale (NERI)

Ore 17.00 – 18.15 – Lezione teorica su basi biologiche della potatura dell’olivo, con particolare riferimento agli areali olivicoli pugliesi: ciclo vegetativo e riproduttivo (CAMPOSEO)

Ore 18.15 – 19.30 – Lezione teorica su tecnica di potatura dell’olivo in allevamento, produzione e riforma/ricostruzione (LODOLINI)

 

Giovedì 26 marzo 2015

Sede: Istituto di istruzione secondaria superiore “Giovanni Presta – Columella”

Ore 09.00 – 13.00Lezione tecnico-pratica di potatura agevolata su alberi monumentali (NERI, CAMPOSEO, LODOLINI, DI TOMMASO, CARICATO)

Pausa pranzo

Ore 14.00 – 17.00Esercitazione di potatura agevolata su alberi monumentali (NERI, CAMPOSEO, LODOLINI, DI TOMMASO, CARICATO)

Ore 17.30 – 19.30Lezione teorica

Sede: Casa dell’Olivo

Sostenibilità ambientale ed economica dell’olivicoltura meridionale. Gestione del suolo, concimazione, irrigazione. Interventi agronomici a difesa del disseccamento rapido dell’olivo (CO.di R.O.) (NERI, CAMPOSEO, LODOLINI)

 

Venerdì 27 marzo 2015

Ore 09.00 – 11.00– Lezione pratica in campo

Sede: Istituto di istruzione secondaria superiore “Giovanni Presta – Columella”

Lezione teorico-pratica di potatura su impianti tradizionali ed intensivi

Ore 11.00 – 13.00– Esercitazione pratica di potatura

Sede: Istituto di istruzione secondaria superiore “Giovanni Presta – Columella”

Esercitazione pratica di potatura su impianti tradizionali ed intensivi (NERI, CAMPOSEO, LODOLINI, DI TOMMASO, CARICATO)

Pausa pranzo

Ore 15.30 – 17.00– Esame valutativo

Sede: Casa dell’Olivo

Prova valutativa scritta valida per il conseguimento dei titoli formativi (NERI, CAMPOSEO, LODOLINI, DI TOMMASO, CARICATO)

Ore 17.30 – 19.00– Programmazione

Sede: Casa dell’Olivo

Programmazione e descrizione delle modalità di esecuzione delle prove in campo per il conseguimento del titolo abilitativo e l’accredito dei titoli formativi.

 

Sabato 28 marzo 2015

Ore – 09.00 – 11.00Esame valutativo

Sede: Istituto di istruzione secondaria superiore “Giovanni Presta – Columella”

Prova valutativa tecnico-pratica valida per il conseguimento dei titoli formativi (NERI, CAMPOSEO, LODOLINI, DI TOMMASO, CARICATO)

Ore 11.00 – 13.00– Prove in campo con piattaforme aeree semoventi, omologate per spostamenti in quota con attrezzature per la potatura: elettriche, pneumatiche e idrauliche tali da garantire la sicurezza dell’operatore durante le fasi lavorative.

Sede: Istituto di istruzione secondaria superiore “Giovanni Presta – Columella”

I corsisti potranno impiegare le attrezzature messe a disposizione delle aziende espositrici.

Pausa pranzo

Ore 14.30– Consegna degli attestati di partecipazione e dei titoli formativi

Sede: Casa dell’Olivo

Saluti delle autorità presenti

Presentazione dei volumi: Atlante degli oli italiani, di Luigi Caricato, edizione Mondadori; Succo di olive. Guida ragionata alla conoscenza degli oli, dalla produzione al consumo consapevole, autori vari, a cura di Luigi Caricato, Stefano Cerni, Lorenzo Cerretani, Giovanni Lercker, edizione Olio Officina

 

QUOTA DI PARTECIPAZIONE

E’ previsto un contributo di partecipazione al corso di 200,00 euro Iva inclusa. Tale quota comprende:

–         Lezioni teoriche come da programma

–         Lezioni pratiche come da programma

–         Quattro pranzi

–         Materiale didattico

–         Copia del calendario dell’olio 2015

–         Attestato di partecipazione

–         Sconto del 30% sull’acquisto di alcuni libri

 

INFO E ISCRIZIONE AL CORSO

Scrivere a: direzione@casadellolivo.it – segreteria@casadellolivo.it

La potatura del verde urbano: occorrono riferimenti comuni

di Mimmo Ciccarese

 

Mi sono spesso chiesto se nella gestione del verde urbano esistano delle buone linee guida che siano in grado di disciplinare anche la pratica della potatura. Da una prima analisi purtroppo non sono riuscito a conseguire riscontri concreti su tale argomento. Certo è che negli Stati Uniti, in molti paesi asiatici e in quelli del nord dell’Europa, esistono, già da tempo, delle “condizioni tecniche di massima per la cura degli alberi”. Tali guide, hanno la facoltà di collaudare l’adeguatezza e l’affidamento della gestione delle potature in un ambiente cittadino. Nei capitolati d’appalto non è abbastanza chiaro a cosa si riferisca quel “cura di un albero”; spesso è sottinteso che si debba recidere senza benevolenza e, ahinoi, spesso in modo illogico; è raro che si precisi qual è il vero intervento che s’intende compiere.

Il committente spesso non dirige bene tali termini e, vuoi per la fretta di finire o per qualche altro motivo, spesso si trova coinvolto nel bel mezzo di una risoluzione inspiegabile, quando il danno alla pianta è ormai irreversibile.

Mi chiedo ancora se esiste un “disciplinare delle prestazioni” che fornisca definizioni dettagliate in merito o se nella progettazione dei lavori è prevista la conveniente presenza di un agronomo o di un forestale in grado di verificare i compiti da svolgere. Spesso sono proprio i vocaboli tecnici utilizzati nelle concessioni a creare equivoci e incomprensioni; il limite che marca il termine “taglio della chioma” spesso coincide con un’altrettanta energica “spalcatura” o “capitozzatura”, senza mai definire l’entità del taglio. Forse non  tutti sanno, ad esempio, che l’asportazione di tessuto legnoso con la potatura ordinaria, non deve superare il 30% del volume dell’albero per evitare spiacevoli squilibri. A volte, specie nelle situazioni di albero in  fase di senescenza o di decadenza alcune operazioni sono anche motivate ma in molti casi ci fanno davvero riflettere se non proprio rabbrividire.

Chi ha il peso di attivare un controllo strumentale e tecnico, che sia un dirigente o un collaboratore esterno, ha il dovere di aggiornarsi sull’evoluzione normativa, prima di delegare un appalto di potatura. Per questi motivi una gestione comunale deve valorizzare l’importanza che un patrimonio vegetale ha ai fini ecologici, paesaggistici, culturali e storici nella sua area urbana. Una buona amministrazione comunale dovrebbe garantire il governo, in economia o in appalto, delle aree verdi pubbliche, con lo scopo di ottimizzarne la funzione estetica, ludica, paesaggistica e igienico- sanitaria. La politica, quella che dirige, per intenderci, dovrebbe valorizzare anche le periferie dei comuni secondo le esigenze del territorio.

Particolarmente nel sud dell’Italia lo sviluppo delle zone urbane non ha rispettato i modelli di etica sociale e la considerazione per il verde è stata veramente scarsa. Le città sono fragili e difficili, si sperimenta ogni giorno l’incremento demografico e la sua concentrazione sulle aree di verde e quel poco che c’è o rimane si tratta spesso con faciloneria. Lo comprova anche un recente dossier del WWF.  

Eppure dovrebbe esistere per ogni abitante una superficie a verde (dai dati rilevati da Legambiente nelle città italiane al media è di circa 10 m2./ab). Secondo i dati ISTAT nel 2010, nel complesso dei comuni capoluogo di provincia, la popolazione dispone di 106,4 m2 per abitante di aree verdi . L’Aquila (2.793,8 m2 per abitante), Pisa (1.514,4), Ravenna (1.234,8) e Matera (1.193,1) sono i capoluoghi di provincia che, nel 2010, presentano la maggior dotazione di verde per abitante anche per la presenza sul loro territorio di parchi naturali. Mentre la città di Lecce (con circa 175,6) si attesta al 21° posto con una densità di verde urbano per abitante del 7% ( rispetto a l’Aquila con il 71,9% e Brindisi con il 20,6%).

Molti comuni virtuosi, come il comune di Viterbo, si sono avveduti e si sono riqualificati in tempo dotandosi di apprezzabili regolamenti per la tutela del proprio verde. Altri comuni in qualche modo sono riusciti a pianificare una buona politica connettendo le proprie visioni agli innumerevoli riferimenti legislativi nazionali o regionali, ma ciò non sembra sia sufficiente.

Primo fra questi riferimenti è l’ Art. 9 della Costituzione della Repubblica Italiana: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”. Con questo articolo si stabilisce il valore e la tutela delle piante quale parte fondamentale del paesaggio del tessuto urbano. La legge R.D. 3267/23, quella che regola per intenderci le formazioni del bosco, poi, le norme del Codice civile, agli articoli 892 che stabilisce le distanze e le dimensioni massime che la vegetazione può raggiungere in prossimità di confini di proprietà. Così come il DM n° 1444 del 2.4.1968 all’art 4 stabilisce la “quantità minima di spazi pubblici o riservati alle attività collettive, a verde pubblico o a parcheggi da osservare in rapporto agli insediamenti residenziali nelle singole zone territoriali omogenee”.

Ci sono alcuni articoli del Codice della strada che stabiliscono l’obbligo per i proprietari confinanti di conservare le siepi delimitanti le strade entro i confini, la loro responsabilità in caso di danneggiamenti e le fasce di rispetto per l’impianto di siepi vive e di alberate rispetto ai confini delle arterie stradali. Inoltre un DPR n. 753 del 17 luglio 1980 stabilisce le distanze e le dimensioni massime che la vegetazione può raggiungere in funzione dell’adiacenza alle ferrovie.
La legge n.113 del 29 gennaio 1992 prescrive e sovvenziona i nuovi impianti destinati al verde e per tutti i comuni italiani un premio per la messa a dimora di un albero per ogni neonato residente. A tutto ciò si aggiungono i vari Piani territoriale paesaggistici regionali ( PTPR) che individuano tra i loro beni anche gli alberi monumentali specificandone tutte le misure di tutela e di valorizzazione, come la legge di Tutela degli ulivi secolari che sta così a cuore ai pugliesi. Come se ciò non bastasse, si dovrebbero considerare anche i vari Piani regolatori, le Norme tecniche di attuazione, PUTT, patto tra i sindaci per adeguamento al PAES ( piani azione energia sostenibile), regolamenti dell’edilizia d’igiene, delibere, ecc.

Ad ogni modo, allo scopo di pianificare una regolare manutenzione del verde, le amministrazioni comunali predispongono un censimento, da aggiornare almeno ogni quinquennio, con le finalità di creare il “catasto degli alberi”, a disposizione degli abitanti. Il censimento ha la sua importanza e deve essere redatto da un professionista abilitato che cataloga, osserva e valuta lo stato fitosanitario delle piante avvalendosi degli apparati tecnologici di rilevazione satellitare. Tutto questo servirà anche ad esaminare meglio il tipo di potatura da adottare, la pianificazione di nuovi impianti arborei e ostacolare addirittura gli abbattimenti sconsiderati. A questo proposito, si ricorda che, con il censimento del patrimonio arboreo e arbustivo pubblico si può quindi richiedere l’apposizione del vincolo (ex-D. Lgs. 22 gennaio 2004 n. 42 e s.m. e i). Inoltre il Ministero per i beni e le attività culturali, per mezzo dell’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (ICCD), cura “la definizione, anche con la cooperazione delle regioni, delle metodologie comuni da seguire nelle attività di catalogazione, anche al fine di garantire l’integrazione in rete delle banche dati regionali e la raccolta ed elaborazione dei dati a livello nazionale” e l’ICCD realizza il Sistema informativo del catalogo generale nazionale dei beni ambientali, architettonici, archeologici, artistici, storici e demo-etno-antropologici. In particolare, ICCD cura la compilazione di una scheda qualificata “Parchi e Giardini” dove vengono censiti sotto il profilo tassonomico gli individui arborei.

La potatura, a mio umile avviso, nelle aree urbane dovrebbe essere un intervento straordinario e deve limitarsi a eliminare i rami secchi, danneggiati o oggetto di patologie. La “messa in sicurezza” andrebbe sempre monitorata avvalendosi di ricorrenti analisi di stabilità (Visual Tree Assesment) e la capitozzatura andrebbe seriamente valutata e autorizzata solo dal suo settore di competenza.

Il personale specializzato (tree climber) dovrebbe avere provate abilità e buona conoscenza delle esigenze dettate dall’ambiente urbano in cui sono incluse le specie vegetali su cui opera; inoltre chi è eletto a ruolo di potatore dovrebbe cercare in ogni caso di rispettare il normale equilibrio degli organi vegetativi, cercando di non intervenire su branche e rami di calibro superiore ai 10 cm e rispettando le regole del taglio e la specie di appartenenza.

Si può richiedere il disciplinare delle prestazioni e l’elenco dei vari lavori che il potatore intende eseguire secondo il “regolamento degli appalti e dei capitolati”, che sarebbe consigliabile sfogliare prima di redigere il contratto. La descrizione della performance deve essere chiara ed precisa affinché tutti i concorrenti possano prenderne atto. Una buona esposizione dovrebbe fornire anche il costo medio di una potatura, a seconda anche dell’intensità dei tagli, alle tante modalità d’intervento che s’intendono eseguire e al dettaglio della valutazione tecnica degli alberi soggetti al taglio, per evitare sprechi di denaro pubblico.

La varietà disarticolata dei regolamenti e dei riferimenti legislativi rileva come sia doveroso, oggi, normalizzare delle linee guida comuni che aiutino a redigere o quotare una corretta gestione del verde urbano. Inoltre le procedure di conferimento di un appalto devono essere sempre trasparenti e guidate da potatori professionisti, affinché possano risolvere facilmente i vari problemi riscontrabili.

Un buon regolamento, quindi, dovrebbe favorire la tutela, il miglioramento e l’incremento della ricchezza vegetale nelle aree del territorio comunale, per preservarla; è un obiettivo da stabilire a priori oltre che uno stadio di civile condivisione.

La mia proposta è quella di istituire corsi formativi per l’acquisizione di un patentino rilasciato solo previo superamento di un esame, così come avviene per l’abilitazione all’uso dei presidi fitosanitari; un’attestazione regolare che certifichi le competenze richieste onde evitare il pericolo di potature irrazionali in ambito urbano e agricolo.

 

*Tecnico agroambientale

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