Libri/ I giorni della festa

 

SI FECE BUIO SU TUTTA LA TERRA. ALLORA GESÙ GRIDÒ CON VOCE FORTE «DIO MIO, DIO MIO, PERCHÉ MI HAI ABBANDONATO».
                               (dal Vangelo di San Marco, 15, 22-37)


I colori, i suoni e gli “strepiti” della Pasqua

In passato la Pasqua si festeggiava con il dono di uova colorate e solennemente benedette in chiesa che, soprattutto da parte di chi lavorava i campi o allevava animali, venivano accettate come augurio di abbondanti raccolti e di prospera annata. Tra le classi sociali più elevate era diffusa l’usanza di regalare uova di vetro, di porcellana o addirittura di oro e argento, anch’esse decorate con immagini pasquali: in ogni caso erano sempre e comunque simbolo della resurrezione di Cristo, segno di speranza e di nuova vita per gli uomini. Solo più tardi, tra Otto e Novecento, chi aveva la fortuna di saper leggere e scrivere incominciò ad augurare una buona Pasqua con le immagini e i colori delle cartoline – che insieme alle uova riportavano tra i soggetti più ricorrenti prati e alberi in fiore con conigli, colombe, agnelli – e poi con uova di cioccolato sempre più grosse, impreziosite da sorprese più o meno “sorprendenti” e costose: acquistate nelle pasticcerie e nei caffè, venivano regalate a parenti e amici senza più passare dalle chiese, perdendo così l’originario significato magico-religioso.

tratto da:

Pietro Sisto

I giorni della festa
Miti e riti pugliesi tra memoria e realtà

Collana: Il paese di Cuccagna>   2012, pp. 208, € 27.00
ISBN: 978-88-6194-128-1

 

Il libro
La collana “Il paese di cuccagna” si arricchisce di un volume scritto da un italianista dell’Università di Bari che si occupa anche di storia del libro e dell’editoria e di tematiche antropologiche: dall’intreccio di interessi apparentemente così diversi nasce un libro che da un lato si segnala per il rigore della ricerca e le ragioni dell’approfondimento, dall’altro per la chiarezza della forma, l’eleganza dell’impaginazione e la bellezza dell’apparato iconografico. L’autore, in realtà, si sofferma sul significato e sul ruolo ricoperto nella società tradizionale e in quella odierna dalle feste, esaminate non solo come veri e propri beni culturali immateriali da conoscere e tutelare, ma anche come interessanti testimonianze della complessa, contraddittoria transizione dal mondo pagano a quello cristiano e cattolico: i riti odierni, insomma, ricordano i miti di un passato remoto e i giorni magici di un calendario che scandiva l’avvicendarsi delle stagioni e il ritmo misterioso della natura. Un viaggio nel tempo, insomma, ma tutt’altro che nostalgico perché aiuta il lettore a comprendere la realtà di una terra come la Puglia nella quale nei giorni della festa continuano a sfilare santi e madonne, confraternite e bande da giro in uno straordinario, irripetibile spettacolo di luci e suoni, di colori e sapori che, nelle pagine di questo libro, rivivono per tutto l’anno: fra sacro e profano, fra passato e presente, fra parole e immagini.

 

 

L’autore
Pietro Sisto è docente di Letteratura italiana e di Storia del libro e dell’editoria nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bari. Si è prevalentemente interessato di problemi di carattere letterario e di storia della cultura con particolare riferimento al Mezzogiorno d’Italia. Primo frutto di questi studi il lavoro monografico “Due medici il principe di Taranto e la peste” pubblicato nel 1986 presso l’Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento meridionale di Napoli. Si è anche occupato di storia della stampa e dell’editoria con due contributi scritti per la laterziana “Storia di Bari” e con il corposo volume “Arte della stampa e produzione libraria a Bari. Secoli XVI-XIX” (Schena, Fasano 1994, rist. 2006). Dirige la collana di storia del libro e della cultura nel Mezzogiorno d’Italia “All’insegna del colombo d’oro” (Schena) nella quale sono apparsi “Quell’ingordissima fiera. Letteratura e storia della peste in Terra di Bari” (1999), “I fantasmi della ragione. Letteratura scientifica in Puglia tra Illuminismo e Restaurazione” (2002), “La parola e il segno. Letteratura delle immagini e immagini della letteratura in tipografia” (2006). Nella collana “Il paese di Cuccagna” da lui diretta per i nostri tipi ha pubblicato “L’ultima festa. Storia e metamorfosi del Carnevale in Puglia” (2007) e curato, insieme a Piero Totaro, “Il Carnevale e il Mediterraneo”. Recente la pubblicazione per i tipi dell’editore Fabrizio Serra del volume “Legato son, perch’io stesso mi strinsi. Storie e immagini di animali nella letteratura italiana. I.”(2010).

Libri/ Pietro Sisto, I giorni della festa. Miti e riti pugliesi tra memoria e realtà

Pietro Sisto, I giorni della festa. Miti e riti pugliesi tra memoria e realtà

Collana: Il paese di Cuccagna

2012, pp. 208, € 27.00
ISBN: 978-88-6194-128-1

Il libro

La collana “Il paese di cuccagna” si arricchisce di un volume scritto da un italianista dell’Università di Bari che si occupa anche di storia del libro e dell’editoria e di tematiche antropologiche: dall’intreccio di interessi apparentemente così diversi nasce un libro che da un lato si segnala per il rigore della ricerca e le ragioni dell’approfondimento, dall’altro per la chiarezza della forma, l’eleganza dell’impaginazione e la bellezza dell’apparato iconografico. L’autore, in realtà, si sofferma sul significato e sul ruolo ricoperto nella società tradizionale e in quella odierna dalle feste, esaminate non solo come veri e propri beni culturali immateriali da conoscere e tutelare, ma anche come interessanti testimonianze della complessa, contraddittoria transizione dal mondo pagano a quello cristiano e cattolico: i riti odierni, insomma, ricordano i miti di un passato remoto e i giorni magici di un calendario che scandiva l’avvicendarsi delle stagioni e il ritmo misterioso della natura. Un viaggio nel tempo, insomma, ma tutt’altro che nostalgico

Due libri sul Carnevale in Puglia

Vi segnaliamo due volumi a firma di illustri studiosi per arricchire anche questo Carnevale di “chiacchiere”, tradizioni e usanze.

L’ultima festa.
Storia e metamorfosi del Carnevale
in Puglia

Collana: Il paese di Cuccagna

2008, pp. 192 con ill. in b/n e a colori, € 16.00
ISBN: 978-88-6194-026-0

Il libro

E’ la prima “storia” del Carnevale in Puglia raccontata da un fine letterato, attento agli aspetti antropologici, alle profonde trasformazioni che, soprattutto nel secolo scorso, hanno accompagnato la festa negli angoli più diversi della regione, dalla più nota Putignano agli altri centri “minori”, ma non per questo meno importanti. Dell’ “ultima festa” vengono messi in luce non solo i riti più irriverenti, legati al divertimento, ai piaceri del corpo e alla gastronomia, ma anche l’aspetto sostanziale del rovesciamento del mondo e dello scontro tra società laica e gerarchie ecclesiastiche, che si opposero, spesso con scarsi risultati, allo spirito carnevalesco della società contadina. Il testo si articola in tre parti. Alla prima di carattere storico-antropologico, che ripercorre attraverso il calendario le tradizioni, i balli, i giochi e le maschere caratterizzanti, ne seguono altre due che raccolgono rispettivamente immagini in bianco/nero e a colori e una serie di documenti poco noti o inediti, tratti dalla tradizione “letteraria” così come da quella popolare.

Una nuova collana Il volume apre “Il paese di Cuccagna. Collana di Scritture e Tradizioni culturali”, diretta da Pietro Sisto, che intende proporre una serie di studi e testi di particolare interesse non solo per il Mezzogiorno d’Italia, ma anche per l’intera area del Mediterraneo. I volumi, affidati a docenti universitari, ricercatori e apprezzati studiosi, si occuperanno di temi e questioni di carattere storico-letterario, antropologico e scientifico soprattutto attraverso la riproposizione di testi poco conosciuti o inediti, accompagnati da ampie note introduttive ed esplicative nonché da ricchi apparati iconografici. Il logo e il titolo della collana, oltre a richiamare direttamente immagini, simboli e riti del primo volume, alludono da un lato

Il Carnevale pugliese tra simbologie, eccessi e divieti

La relazione di Teresa Rauzino al Convegno del Centro Studi Martella: Il Carnevale com’era… Antiche tradizioni pugliesi. garganiche e peschiciane

 

di Teresa Maria Rauzino

Qualche anno fa, precisamente nel 2007, il prof. Pietro Sisto  dell’Università di Bari e Taranto mi invitò a pubblicare il mio saggio sulla “Zeza Zeza (perduta) del Carnevale di Peschici”  (pubblicato in anteprima sull’Attacco)  nel suo libro” L’ultima festa”, edito da Progedit. Un bellissimo libro che suscita sempre il mio interesse e che mi preme presentare anche ai nostri lettori.

Quella raccontata da Sisto è la prima “storia” del Carnevale in Puglia indagata negli  aspetti antropologici, nelle profonde trasformazioni che, soprattutto nel secolo scorso, hanno accompagnato la festa in angoli diversi della regione, dalla più nota Putignano fino a Trani, Molfetta, Bitonto, e ai centri “minori” (ma non per questo meno importanti) come Peschici.

Il Carnevale a Putignano partiva dal 26 dicembre, giorno di Santo Stefano, una festa nata in relazione alla traslazione delle reliquie del santo da un’altra città, per preservarle dall’attacco dei Turchi. E’ il 1394. La popolazione festeggia, si traveste in maschera.

Lo faceva anche il 17 gennaio festa di sant’Antonio Abate, che dava il via ufficiale al carnevale pugliese, che proseguiva, il 2 febbraio, con la festa della Candelora, fino ad arrivare al giovedì grasso e al martedì grasso che chiudevano la festa.

Quattro erano gli animali che rappresentavano la ritualità del carnevale: l’asino, il maiale (porco), il tacchino (vicc) e l’orso. A Putignano era proprio la festa dell’orso che apriva (ed apre ancora oggi) i festeggiamenti. L’orso simboleggiava il risveglio della natura, e il propiziarsi la stagione favorevole perché il 2 febbraio, l’orso prediceva (all’incontrario) il tempo buono se quel giorno il tempo era cattivo, e viceversa.

Dell’ “ultima festa” Sisto mette in luce non solo i riti più irriverenti, legati al divertimento, ai piaceri del corpo e alla gastronomia, ma anche il rovesciamento dei ruoli sociali, e lo scontro tra società laica e gerarchie ecclesiastiche che si opposero strenuamente, ma con scarsi risultati, allo spirito carnevalesco della società contadina.

Intriganti sono le osservazioni che Sisto fa sul modo in cui il Carnevale veniva osteggiato dalle autorità ecclesiastiche. Il Carnevale era un periodo  in cui le licenziosità erano all’ordine del giorno, per cui la Chiesa “ufficiale” sentiva il dovere di intervenire, emanando degli editti che proibivano certi comportamenti “lascivi”. E lo faceva in modo forte, proibendo ai chierici e alle suore di festeggiare il Carnevale.  Ne succedevano di tutti i colori, nei

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