di Lucio Causo
Pietro Giannone nacque ad Ischitella, un piccolo paese del Gargano, nel 1676. Sostenuto da uno zio sacerdote, si laureò in giurisprudenza nel 1698 ed esercitò la professione di avvocato, interessandosi particolarmente dei rapporti fra lo Stato ela Chiesa.
Nel 1723 pubblicò la Istoria Civile del Regno di Napoli che venne subito tradotta in tedesco, inglese e francese. In essa espresse il suo pensiero illuminato denunciando su base giuridica le ingerenze e gli abusi della chiesa nei riguardi del potere civile dello Stato. Non mancò la solidarietà di illustri personaggi del suo tempo, considerato che il potere ecclesiastico possedeva due terzi del reame ed esercitava irragionevoli diritti nei confronti dei cittadini.
Per le sue asserzioni contro la chiesa, Pietro Giannone fu scomunicato e dovette rifugiarsi in Austria presso la Corte dell’imperatore Carlo VI. Nel 1735, durante la sua permanenza a Vienna, scrisse la sua seconda opera importante: Triregno.
Per questa pubblicazione, il pontefice Clemente XII interessò i Nunzi Apostolici di Vienna e di Napoli perché lo punissero in quanto non credeva