Il pavimento della cattedrale di Otranto

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GIORNATA DI STUDI SUL MOSAICO DELLA CATTEDRALE DI OTRANTO

venerdì 30 ottobre, alle ore 19.00

presso la  sede del CRIS a Poggiardo in via A. De Gasperi

Per la prima volta si passeranno in rassegna le interpretazioni finora proposte dell’opera musiva di Pantaleone, affidate alle relazioni di esperti che hanno approfondito, anche con pubblicazioni specifiche, l’ermeneutica dei simboli del mosaico.
 
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CRIS, polo universitario d’eccellenza nel cuore del Salento, a Poggiardo, ha organizzato presso la propria sede in Via De Gasperi, 11 in Poggiardo, venerdì 30 ottobre alle ore 19.00 una giornata di studio sul mosaico pavimentale della Cattedrale di Otranto.
L’importanza dell’evento è segnata dal fatto che per la prima volta si passeranno in rassegna le interpretazioni finora proposte dell’opera musiva di Pantaleone, affidate alle relazioni di esperti che hanno approfondito, anche con pubblicazioni specifiche, l’ermeneutica dei simboli del mosaico.

Introdotti dall’Avv. Vincenzo Scarpello, responsabile eventi culturali CRIS (Centro Ricerche Istruzione e Sviluppo), interverranno il dr. Elvino Politi, direttore del gruppo archeologico di Terra d’Otranto e presidente di Welcome Lecce, che tratterà le prime tradizionali interpretazioni del mosaico, da Don Grazio Gianfreda a Willemsen, l’Avv. Gianni Bellisario, storico ed autore di una famosa pubblicazione “Re Artù nel Mosaico pavimentale di Otranto”, che ha posto un’inedita chiave di lettura di una figura insolita nel contesto del mosaico otrantino, e che tratterà delle evoluzioni interpretative, alla luce dei nuovi approcci multidisciplinari.
Concluderà le relazioni il Prof. Mario De Marco.

L’evento inaugura l’attività culturale del CRIS, che nel corso dell’anno organizzerà altre iniziative volte a valorizzare la tipicità culturale del Salento nel Mediterraneo, promuovendo un’offerta culturale ampia, diversificata e mirante ad una formazione integrale rivolta non soltanto ai suoi soci, ma avente una vocazione di massima apertura alla comunità in cui è inserito.

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Il pavimento di Otranto, mosaico-sinfonia, corale e plenario, su cui convergono l’Occidente e l’Oriente

di Florio Santini

…Qualcosa m’aveva spinto a ritirarmi ad Otranto, dopo aver vissuto, per molti anni, ai quattro angoli della Terra, quando chiedevano il perché di tale scelta, davo risposte che convincevano gli altri, non me stesso: la gente semplice, la vita non cara, il mare pulito, la quiete tra dotte memorie./ Ora, invece so. La spiegazione l’ho trovata sul pavimento della basilica-cattedrale di Otranto che, come troppi pseudo-informati professori, non conoscevo… Uno specialissimo prete, di nome Pantaleone, aveva ricordato l’epifonema di Terenzio “Penso che niente di umano mi sia estraneo”./ Entrai in chiesa, guardai per terra./ Erano i tempi delle Crociate, dei Cavalieri, delle turbe pellegrine; eppure, in quel mosaico-sinfonia, corale e plenario, convergevano l’Occidente e l’Oriente. Un emblematico disegno, intitolabile ‘Teologia della storia’, sussumeva grandi e piccole cose, bestie e fiori, artigiani e profeti, miti pagani e rivelazione cristiana. In breve, una specie di mistico fumetto sulla fenomenologia del creato. Fu così che […] inventando, a forza e furia di pietruzze e di marmo, la prima enciclopedia per immagini, vera Bibbia dei poveri, mi fece vedere, ripeto “vedere” che dovevo dimenticar subito quanto stava dietro di me, se avessi voluto progredire un po’. Forse, avrei fatto in tempo. E mi riconobbi, con gioia, nell’asino arpista del mosaico: il mosaico pavimentale del non abbastanza noto “duomo di Otranto”, costruito tra il 1080 e 1088 […] Grande era stata […] l’emozione del ritrovamento sul pavimento d’una cattedrale pugliese, quel discorso ideografico che tante volte, in scala ridotta, avevo ammirato nei tappeti da preghiera del Medio Oriente e d’Asia; grandioso, ora, il significato, lì, sul pavimento idruntino, di quei tre alberi della vita […] che attestano la singolare potenza del segno di Pantaleone. Mistico paziente aveva composto sotto quelle tre navate, tessera dietro tessera, dall’ingresso al presbitero, un gran libro che tutti, di ogni fede o civiltà, potessero leggere, presentandosi a noi, oggi, come un Teilhard de Chardin del 1163./ Mi sorpresi a pensare che l’ecumenismo fosse nato ad Otranto e che, non per caso, io vi fossi approdato da popoli lontani e diversi…

(da: Suggestioni e analogie tra il mosaico pavimentale della Basilica Cattedrale di Otranto e la Divina Commedia, pp. 107-110).

Otranto e l’albero di Pantaleone

da Wikipedia

Dedicato a Don Grazio Gianfreda il volume «Note di storia e di cultura salentina» (2)

Nel volume «Note di Storia e Cultura Salentina» (Argo Editrice), annuario a cura di Fernando Cezzi, ed organo della Società di Storia Patria per la Puglia una miscellanea di Studi dedicati a Mons. Grazio Gianfreda. Il volume è introdotto da un ricordo di mons. Grazio Gianfreda di Maurizio Nocera riprodotto qui nella sua seconda parte.

« (…) il mondo basato sulle grandi visioni sintetiche e interculturali, come quelle raffigurate sul Mosaico, si è frantumato. / La programmazione informatica, da parte sua, più che mettere ordine in tale universo, rappresenta con i suoi archivi computerizzati solo una difesa disperata, mossa dalla consapevolezza che i frantumi sono diventati cocci, pezzi ormai inutili»

« (…) Nel Mosaico c’è l’incontro tra l’integrazione culturale di Alessandro il Grande, la romanizzazione dell’Impero Romano, l’arte e la cultura dell’Impero Arabo, la Rinascenza dell’Impero Bizantino e le culture dell’Europa Occidentale: nella Cappella degli 800 Martiri, invece, c’è il risultato dello scontro tra civiltà. L’incontro produce l’“opus insegne”; lo scontro rovina, distruzione, morte»

 
 
 
da Wikipedia

L’albero di Pantaleone

Maurizio Nocera

Altro libro che mi donò Don Grazio Gianfreda, sempre con dedica, fu la sua bella e agile “Guida di Otranto” (Edizioni del Grifo, Lecce 1993), nella quale riprende l’argomento della chiesa di San Pietro, confermando alcune affermazioni e precisando alcune datazioni.

Scrive: «la Chiesa bizantina di San Pietro risale al sec. IX. È tutta affrescata. Sulla cupola dell’altare è la “Annunciazione”; nella conca sottostante è

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