Torre Squillace verso il recupero

di Valentina Rosafio

Risale al 3 agosto scorso l’inizio dei lavori dati in consegna all’impresa Edilgamma di Lecce, che scongiureranno l’imminente pericolo di crollo della torre cinquecentesca localmente detta Scianuri, collocata sul litorale ionico tra Sant’Isidoro e Porto Cesareo.

I continui crolli con perdite di veri e propri pezzi dalla parte superiore hanno decretato uno situazione di abbandono che più volte è stata lamentata da cittadini, associazioni culturali e ambientaliste e denunciata in alcune lettere di sollecitazione da Marcello Gaballo, medico neretino già ispettore onorario per i monumenti di Nardò, che ha scritto alle autorità competenti (dal sindaco Antonio Vaglio, al Ministro dei Beni e Attività Culturali, al Presidente dell’Area Marina Protetta Porto Cesareo, al Presidente della Provincia e al Presidente della Regione), portando avanti la causa di una torre bellissima ma rimasta per lungo tempo abbandonata a se stessa e proprio dal tempo, come pure dalle frequenti e abbondanti piogge degli ultimi periodi, consumata, degradata, erosa.

La torre che si erge silenziosa sulla litoranea di Nardò, risale al 1567 e fu completata nel 1570 da Pensino Tarantino, maestro copertinese. Tuttavia è nel corso degli anni che assunse la connotazione che avrebbe dovuto mantenere oggi se non fosse stata abbandonata al degrado, e cioè un complesso a pianta quadrata con conformazione tronco piramidale al cui interno furono costruite scale mobili e una scala esterna in pietra aggiunta nel 1640.

Torre Squillace fa parte del complesso delle torri Fiume, S. Caterina, dell’Alto, Uluzzo, Inserraglio, S. Isidoro, Cesarea, Chianca, Lapillo, Colimena, tutte costruite per difendere il territorio dai continui attacchi e saccheggiamenti di barbari e corsari che approdavano con facilità sulle nostre coste.
Alcune di esse sono oggi perfettamente conservate e valorizzate, luoghi utilizzati per iniziative ed esposizioni artistiche.

Nel 1707 Torre Squillace divenne una prigione per 16 turchi “naufragati lungo la costa, per osservare la rigorosa quarantena prevista per scongiurare la peste” come attestano i numerosi documenti pervenuti.
Nell’800 passò in custodia alle guardie doganali (1820) , per poi essere affidata all’Amministrazione della Guerra e della Marina (1829). Nel 1940 l’Esercito vi aprì una postazione di artiglieria, rimasta in azione fino all’armistizio del 1949.

Sottoposta a vincolo dal Ministero nel 1986, grazie alle continue attività e alle segnalazioni del circolo culturale Nardò Nostra, che ne ha mantenuto viva la storia attraverso una mostra e una pubblicazione, la torre com’è oggi, ingabbiata dall’impalcatura per evitare ulteriori cedimenti, è in attesa che le venga restituito lo splendore e la fierezza d’un tempo.

(pubblicato su “Lo Scirocco”, settembre, anno 2 numero 1)

Il teatro di Nardò Nostra

di Marcello Gaballo

Sono molto restìo a parlare di me stesso, ma l’occasione odierna, con l’ennesima rappresentazione della fortunata commedia Don Galeazzo da Lucugnano, questa sera replicata al Paisiello di Lecce, mi porta a elencare quanto scrissi di teatro negli anni 80.

Con un gruppo affiatatissimo e numeroso di amiche ed amici, nella gloriosa sede di Nardò Nostra, opportunamente ispirato e musicalmente supportato dall’amico e maestro Toni Saina, scrissi alcuni lavori, quasi tutti portati in scena, che elenco:

Pi lla catena ti lu sicchiu

1984. 2 atti in vernacolo neritino. Musiche originali di Toni Saina.

 

Lu munaceddhu

1986. 2 atti in vernacolo neritino. Musiche originali di Toni Saina.

 

Don Galeazzo da Lucugnano

1989. 2 atti in vernacolo neritino. Musiche originali di Toni Saina.

Primo classificato miglior testo teatrale, migliori musiche, miglior attore non protagonista rassegna Teatro nel Salento. Debutto 30 aprile 1990 presso il teatro Politeama di Lecce.

Numerosissime repliche nel Salento, oltre che a Roma, presso il Teatro Trianon (1 giugno 1991).

 

Miseria e Nobiltà

1991. Libero adattamento in 3 atti della commedia di E. Scarpetta.

Debutto 4 maggio 1991 presso il teatro Comunale di Nardò, con repliche fino al 12 maggio.  Il 18 maggio replica al Politeama di Lecce nell’ambito di Rassegnazero 91, Premio Politeama Greco per il teatro nel Salento, dove si qualifica primo classificato miglior testo teatrale, migliori musiche di scena, miglior attore non protagonista.

Numerosissime altre repliche nel Salento, tra cuila IXedizione “Aradeo e i Teatri”, oltre che a Roma, presso il Teatro Opera Brancaccio (15 marzo 1992). Premio Leuca per il Teatro quale miglior gruppo teatrale, con la seguente motivazione: “con notevole maestria ha saputo tradurre nel linguaggio e nella cultura salentina un testo classico del teatro comico napoletano. La giuria all’unanimità, ha apprezzato particolarmente la scioltezza del testo e della sceneggiatura che, al di là di una semplice e pedissequa trasposizione del materiale linguistico originale, e pur rimando fedele al tracciato scarpettiano, hanno saputo offrire una perfetta ambientazione salentina. A dare risalto all’intera rappresentazione è stata poi la recitazione vivace, ricca di comicità, esperta, di un insieme di attori, ben compaginato e armonico pur nella diversità delle parti e delle caratterizzazioni, si da evidenziare in alcuni di loro inconfondibili tratti di professionalità”. Il debutto a Leuca il 25 luglio.

 

Caterina (la pazza)

1994. 2 atti in vernacolo neritino. Inedita.

 

L’ Ospite

1995. 2 atti in vernacolo neritino. Debutto il 22 giugno 1995 presso il Teatro Antoniano di Nardò.

 

Il castello di Otranto

1996. Inedita.

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